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Era stato amico di Robert Capa, e si definiva un giornalista, altro che fotografo. Però di John Godfrey Morris, cent’anni, scomparso ieri a Parigi, tutto si riconduce alle immagine. Entrato nei primi anni ’40 con l’agenzia Magnum Photos, lavorò per testate del calibro del New York Times, il Washington Post e il National Geographic.
Nato a Maple Shade, New Jersey, nel 1916, scriveva ancora nella sua biografia: “Il photo editor è il voyeur dei voyeur. Il photo editor trova la foto emblematica, l’immagine che sarà vista da altri, forse da tutto il mondo. È L’involontario (o a volte consapevole) manipolatore del gusto, il custode non ufficiale della moralità, lo scopritore di talenti, il complice della celebrità. Ancor più importante, o conturbante, è colui che sancisce la “realtà” e la “storia”.
Una storia esplosiva, fatta delle stesse immagini del mondo: per Life, come responsabile della redazione di Londra, assicurò la copertura dello sbarco in Normandia e la pubblicazione delle storiche foto di Capa, mentre nel 1969, per il New York Times fu l’organizzazione che permise al giornale la pubblicazione delle immagini scattate sul suolo lunare e, a proposito di storia, scelse lui di pubblicare l’immagine della bambina nuda in fuga della guerra in Vietnam scattata da Nick Út, che vinse il premio Pulitzer nel 1972.
Dal 1983 di casa a Parigi, nel 2009 la Francia lo insignì del titolo di “Cavaliere della Legion d’onore”