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Cosa possono raccontarci dei frammenti rovinati dalla collocazione originaria, ciò che resta di un’architettura non più unitaria? Quelli della Cappella della Sacra Sindone descrivono un capolavoro seicentesco progettato da Guarino Guarini, un brano esemplare del Barocco. Ci parlano di una reliquia di eccezionale valore simbolico e di un notte, quella tra l’11 e il 12 aprile del 1997, quando un incendio provocato da un corto circuito danneggiò pesantemente tutta la struttura. Da oggi, racconteranno anche di come Giulio Paolini sia riuscito a leggervi una nuova vita, con Pietre Preziose, un allestimento inedito dei frammenti lapidei originali scampati alle fiamme.
Il progetto rientra nella lunga ricerca che il maestro dell’arte concettuale ha incentrato sulla continuità tra i codici simbolici di diverse epoche ed è stato presentato il 21 settembre, negli spazi della storica ditta Catella che, dai primi dell’800, è impegnata nella lavorazione dei marmi. L’opera, attualmente in progress, è stata concepita in stretta connessione con la risistemazione, su disegno di Paolo Pejrone, del Boschetto dei Giardini dei Musei Reali, dove, da novembre, troverà una sede definitiva.
Pietre preziose è stata promossa dalla Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino e realizzata in collaborazione con Reale Mutua, per festeggiare trent’anni di attività dell’associazione no profit comprendente più di trenta società, come Banca Fideuram, Buffetti, Ferrero, Intesa San Paolo, Lavazza.