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“Visto due volte” è il capitolo conclusivo della collaborazione in residenza tra l’artista romano Giulio Squillacciotti, classe 1982, e l’Associazione Arteco, guidata da Annalisa Pellino e Beatrice Zanelli. Nell’ambito del progetto Mai Visti e Altre Storie, ideato da Tea Taramino e dedicato proprio alla valorizzazione degli archivi di arte irregolare, la mostra costituisce una riflessione sull’identità dei luoghi e sul patrimonio che custodiscono e costituiscono tre archivi torinesi di Arte Irregolare. Protagonisti sono, infatti, gli archivi dell’ex Ospedale Psichiatrico di Collegno (oggi ASL TO3), il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università degli Studi di Torino e l’archivio Mai Visti della Città di Torino (atelier La Galleria). Negli spazi di Barriera, l’artista romano articola un percorso di rimandi e di dialoghi tra tre sistemi narrativi apparentemente avulsi tra loro ma strettamente interconnessi da un continuum spaziotempo. La dimensione racchiusa dall’archivio è indefinibile e, spesso, inaccessibile ai più. Il lavoro di interpretazione fittizia e di restituzione documentaria dell’artista apre una breccia, attraverso una narrazione assolutamente non scontata, che valorizza e porta alla ribalta i suoi protagonisti.
Giulio Squillacciotti, Visto due volte, video still, 2017
Così un’occhio di bue’ viene proiettato sul corpus di disegni riprodotti su tela realizzati tra il XIX e il XX secolo da Luigi Sapetti, internato nel Regio Manicomio di Torino, che ispirano le Scenografie per monologo (2017) di un’opera teatrale mai andata in scena. Il lavoro di riscoperta e valorizzazione di un ricco patrimonio inedito trova un immediato riferimento nell’installazione tricanale La Storia, in generale, (2017) durante la quale l’identità rispettiva di tre archivi diversi viene raccontata attraverso la quotidianità dei gesti e dei movimenti misurati dei rispettivi custodi. La gestualità, l’attento e scrupoloso lavoro di catalogazione e conservazione delle opere conferiscono nuove sfaccettature e definiscono una narrazione diversa dell’archivio che si apre così in modo inedito, uscendo dai suoi luoghi deputati. E l’artista e, con lui, il visitatore, vi entra in punta di piedi concentrandosi su dettagli eloquenti, filtrati da un’indagine e un’osservazione che non ha nulla di voyeuristico e nulla si scontato.
Squillacciotti coglie testimonianza, frammenti e reperti e li sottopone a un’operazione di lettura e rilettura che sfocia nell’interpretazione critica e immaginaria di possibili scenari. L’installazione video Visto due volte (2017) attiva processi sinestetici; l’immagine dell’opera di Gaetano Carusotto viene restituita attraverso l’ascolto del testo che diviene immagine, assunta come traccia dell’audioguida che accompagna gli studenti durante la visita degli spazi della Certosa di Collegno, sede decentrata del Manicomio di Torino fino alla fine degli anni Settanta. Visto due volte esprime quindi una lettura e una reinterpretazione di luoghi, documenti e testimonianze di estrema ricchezza che vengono interrogati e filtrati dalla sensibilità critica dell’artista, riproposti come narrazioni e riletture inedite viste, quindi, per la prima volta.
Manuela Santoro
Mostra visitata il 26 settembre
Dal 27 settembre al 15 ottobre 2017
Giulio Squillacciotti, Visto due volte
Barriera, via Crescentino 25, Torino
Orari: giovedì e venerdì h. 15-19; sabato h. 11-17
Info: http://www.associazionearteco.it/