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La aspettavamo con trepidazione e, forse inconsciamente, sperimentavamo la fragilità del tempo, con le lancette del grande orologio immobili quasi quanto la lavagna, comunque troppo lente. Ma poi quando la ricreazione finalmente suonava, ci sembrava tutto più leggero e anche l’interrogazione di matematica arrivava al punto di sospensione. RAID ci invita a entrare nell’Istituto Comprensivo Sandro Pertini, una grande struttura che occupa un intero isolato nell’area Ex Moi, quella che venne costruita nel 2006 per ospitare gli atleti delle olimpiadi invernali e, in seguito, non è mai stata riconvertita a uso residenziale, diventando uno dei tanti simboli incompiuti di speculazione edilizia. «Questa terza incursione è nata un po’ per caso quando, parlando con alcuni amici di Torino, ci fu proposta un’area che ci sembrò subito molto interessante», ci ha detto Giulio Cassanelli che con Alessandro Brighetti ha ideato e organizzato il format, oltre ad aver fondato l’artist run space FatStudio. RAID, ci ha raccontato, è tutto fondato sulla relazione, sull’occasione di incontro e di scambio, l’unica regola fissa è l’incursione in uno spazio particolarmente significativo, da interpretare lungo un arco temporale massimo di sei ore. Ci sentiamo a stento, perché nell’ampio cortile compreso tra i vari complessi dello stabile, fervono le prove della nutritissima e variegata banda musicale della scuola. Flauti, chitarre, percussioni, ognuno suonerà qualcosa di diverso, seguendo le indicazioni di alcuni cartelloni coloratissimi.
Dopo gli appuntamenti a Milano, durante Miart, con Sfornare mondi, in una ex fabbrica in cui si producevano Panettoni, e a Bologna, in occasione di ArteFiera, con Museo per piccioni, in un’altra fabbrica in disuso, il tono dei ricordi si fa più lieve. Per Ricreazione sono entrati in gioco 21 artisti, Veronica Bisesti, Umberto Ciceri, Fabrizio Cotognini, Arthur Duff, Giovanni Gaggia, Daniele Girardi, Antonio della Guardia, Michela Lattanzio, Stefania Migliorati, Andréanne Oberson, Lite Orchestra, Francesca Pasquali, Laura Paoletti, Gianluca Quaglia, MDR Maria D. Rapicavoli, Alessandro Sciaraffa, Spazio Y, Saverio Todaro e Pietro Travaglini, oltre agli stessi Brighetti e Cassanelli. Insieme a tutti i giovanissimi studenti e agli insegnanti, è stato proposto un intervento pensato specificamente per il luogo, realizzato nell’arco dell’orario scolastico, dalle 8 alle 14, per lo più con materiali reperiti sul posto o, comunque, coerenti con la funzione. Tempo concentrato ma spazio diffuso, visto che tutti gli interventi sono stati trasmessi in diretta streaming. E il compito è stato semplicissimo, visto che è stato spontaneo entrare in contatto con i ragazzi, perdere un po’di autorialità in favore di questa poesia, ha spiegato Cassanelli.
«Con i ragazzi siamo entrati subito in sintonia e i risultati sono stati incredibili», hanno commentato Paolo Assenza e Germano Serafini, che insieme ad Arianna Bonamore formano il collettivo SpazioY e che per Ricreazione hanno insegnato e imparato a vedere, invitando gli studenti a soffermarsi sull’atto dell’osservare e, quindi, a restituire il loro punto di vista, attraverso la forma di un compito in classe in cui non ci sono state limitazioni di traccia o di voto. Antonio Della Guardia ha composto una frase di Gianni Rodari, tratta da Grammatica della Fantasia, il font scolastico delle lettere bianche è incorniciato dalle finestre di una classe, la sintassi diventa effimera e si alleggerisce verso l’esterno. Veronica Bisesti ha usato la plastilina colorata per intervenire sulle imperfezioni dei muri, sulle aperture, sui buchi e sui graffi, coinvolgendo i bambini di classi elementari e medie, che hanno riscoperto quella superficie così familiare. Sulla cucitura e sul riconoscimento si è invece concentrato Giovanni Gaggia, che ha invitato i ragazzi a cucire, con dei ritagli di tessuto di diverse forme e colori, una bandiera.
Suona la campanella, arriva il momento di uscire e, per pochi passi, procediamo affiancandoci agli alunni, in fila per due nei corridoi. (MFS)