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21
novembre 2017
Ci sono molti validi artisti che oggi, anche in Italia, non curanti di mode e mercato, continuano a collegare la contemporaneità con la grande tradizione della storia dell’arte, con la bellezza, con la tecnica. Insomma con quelli che sono pure gli stessi valori costitutivi della nostra identità di Paese. Se, infatti, buona parte dell’arte contemporanea crede di dover spiegare il mondo, sconfinando ora nella sociologia, ora nell’antropologia. Talvolta, nel reportage giornalistico. E quanto più dissacra o innova tanto più – secondo alcuni critici – è in grado di operare nel/sul nostro tempo. Tuttavia, c’è anche un alveo di ricerca odierno che ritiene l’arte come il campo dove si misura il desiderio di bellezza. Senza temere, come hanno fatto in tanti, probabilmente troppi, di approcciarsi al bello o di tentare di rivelare nuove forme di bellezza. Bellezza da intendersi non come ripetizione di canoni sorpassati all’insegna del pittorialismo, del decorativismo fine a se stesso, bensì come forma, armonia, compostezza, proporzione. Da conseguire con una tecnica, una miscela di talento e pratica quotidiana, che consenta all’artista di produrre, nella massima libertà progettuale, opere proprio come le ha concepite. Non dimentichiamo, d’altronde, che in greco la parola che significa arte è “techné”, e quindi presuppone, ieri come oggi, una specifica conoscenza di tecniche e di soluzioni. Chiave indispensabile per entrare in una nuova stagione concettuale e creativa. E lo sa bene Elvio Chiricozzi (Viterbo, 1965) che inaugura questo pomeriggio a Roma, da Anna Marra Contemporanea, una mostra (a cura di Claudio Libero Pisano) di sue opere recenti, disegni a matita su legno o tela, di grandi dimensioni, ideale prosecuzione della serie “Ritroverai le nubi”, avviata nel 2013. Il termine manufatto per descrivere le sue opere non è, infatti, un disvalore. Anzi. La manualità nel suo caso è una parte decisiva per comprendere la poetica completa che tiene in piedi tutto il suo lavoro. Il suo è un segno inconfondibile che presuppone cultura e ricerca, dove niente è lasciato al caso e non c’è alcuna gestualità immediata, perfino nel descrivere i tumultuosi movimenti delle nuvole e nel disegnare l’attimo del lampo che irrompe sulla terra. La minuzia esecutiva di Chiricozzi non ha soltanto come fine la meraviglia di chi guarda. Quello è soltanto il primo piano. Quello superficiale. I suoi disegni sono soprattutto opere concettuali. Dove la natura, per essere giudicata dinamicamente sublime, viene rappresentata come suscitante timore, scossa da un’infinita energia distruttiva e creatrice al tempo stesso. A cui corrisponde l’umanità del nostro tempo, un tumulto preoccupante di sentimento, istinto, passione. (Cesare Biasini Selvaggi)
In alto: Elvio Chiricozzi, Ritroverai le nubi, 2017, matita su legno, 40×40 cm
In homepage: Elvio Chiricozzi, Si aprì e poi si chiuse, 2017, matita su tela, 200×200 cm
INFO
Opening: ore 18.30
dal 21 novembre 2017 al 20 gennaio 2018
Elvio Chiricozzi. Carichi di chiaro in notte acre
ANNA MARRA CONTEMPORANEA
via Sant’Angelo in Pescheria 32, Roma
tel. +39 06 97612389 – www.annamarracontemporanea.it
orari: da lunedì a sabato, dalle ore 15.30 alle 19.30