Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
22
novembre 2017
L’Opening di questo pomeriggio ci conduce dritti a Napoli. Alla Galleria E23 dove vanno in scena le opere di Illen Aria, Giammarco Biele, Andrea Bolognino, Vito Chianca, Vincenzo D’Argenio, Marco Donisi, Luca Gioacchino Di Bernardo, Flaviano Esposito, Matteo Martignoni. Conosco buona parte di loro, perché inseriti nel mio recente focus sulla scena artistica emergente in Italia, pubblicato da Exibart. Questo focus mi ha permesso di acquisire molte informazioni e spunti di riflessione. Come quelle sul ruolo femminile, sempre più preminente anche nel settore della ricerca artistica. Se questo dato è indubbiamente positivo, altrettanto non può dirsi invece di un’altra situazione riscontrata, che ho ribattezzato dei “pennelli in fuga”. Si parla, infatti, spesso della fuga dal nostro Paese dei ricercatori. Ma molto poco di quella degli artisti emergenti. Il perché, anche per loro, è presto detto. All’estero le condizioni di lavoro sono più favorevoli da ogni punto di vista. E, su tutto, c’è una considerazione sociale equiparata alle altre professioni, come quella dell’avvocato, del medico o del notaio. Per tutti i “pennelli in fuga” l’espatrio non quasi mai, pertanto, una scelta di arricchimento culturale, ma una necessità di sopravvivenza per continuare il proprio lavoro con dignità. Mi ha colpito molto anche un altro dato emerso durante la realizzazione del mio focus. E qui torniamo alla mostra odierna. Vale a dire la qualità e quantità dei giovani artisti campani. Che fa della loro regione, a mio avviso, una delle fucine creative più rilevanti del Paese, e non solo. Contribuendo, tra l’altro, a restituire un’immagine positiva, una speranza concreta di un futuro migliore in una terra, la Campania appunto, di cui i mass media, a partire da fortunate fiction e serie tv, portano alla ribalta soprattutto il volto peggiore. Alla Galleria E23, da questo pomeriggio, va in scena infatti quella che, in termini televisivi, potremmo definire “anti-programmazione”. Perché protagonisti sono giovani talenti. Come Illen Aria (Benevento, 1990), che ripropone l’idea di libera interpretazione della realtà “filtrandola” con mezzi e punti di vista differenti, nel tentativo di costruire un linguaggio fatto di esperienze, percezioni, emozioni e sensorialità. Oppure Luca Gioacchino Di Bernardo (Napoli, 1991), che restituisce una nuova veste concettuale al disegno, il più antico linguaggio artistico del mondo. O Marco Donisi (Benevento, 1991), la cui ricerca si colloca all’interno dell’arte relazionale. E potrei continuare, ripercorrendo la lista degli artisti invitati. Un altro aspetto interessante della collettiva in questione è il progetto sottostante, a cura di Mario Francesco Simeone. Il concept è narrativo e parte da un pretesto di gusto “fantasy” che potrebbe essere stato partorito da Ken Follett. S.H.E.N. è una multinazionale che gestisce e coordina enormi flussi economici e di informazioni la cui potenza è minacciata dalla creazione di un logo che, immesso nel mercato, porterebbe a effetti imprevedibili. Quando il suo Servizio di Hacking e Spionaggio intercetta alcune trasmissioni criptate, si avvia un programma di ricerca capillare, per trovare l’organizzazione anonima che sta lavorando alla creazione del logo, una minuscola cellula dispersa nella corrente del web. Le opere in mostra ibridano pittura, disegno e scultura con i nuovi linguaggi virtuali, scandendo i temi e i nuclei narrativi di Shen. Ma attenzione, quello alla Galleria E23 è solo il primo capitolo della storia, uno specchio deformante o trasfigurante della vita reale che appare decisamente ben congegnato. Per il sequel occorrerà attendere, rimanendo sintonizzati. (Cesare Biasini Selvaggi)
Opening: ore 18.00
Shen
Illen Aria, Giammarco Biele, Andrea Bolognino, Vito Chianca, Vincenzo D’Argenio, Marco Donisi, Luca Gioacchino Di Bernardo, Flaviano Esposito, Matteo Martignoni
dal 22 novembre al 31 dicembre 2017
Galleria E23
via Giovanni Tommaso Blanch 23, Napoli
progetto a cura di Mario Francesco Simeone
in collaborazione con Luigi De Cicco, Carmine Ranaldo, Gabriele Toralbo, Gianluca Ucci
infoe23@gmail.com