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No copyright. Arte Illegale a NYC
exiwebart
La mostra, sponsorizzata dalla zine Stay Free!,intende fare il punto su un dibattito che proprio la Rete, con fenomeni quali il free software, la circolazione libera della musica, la scelta del copyleft ed il plagiarismo, ha contribuito a riaccendere. E lo fa mettendo in mostra una serie di opere che hanno violato più o meno consapevolmente le leggi sul copyright...
Illegal Art: Freedom of Expression in the Corporate Age è il titolo di una mostra (in questi giorni a NY, da gennaio a Chicago) che comprende una antologica di video, una esposizione di opere d’arte visive, un concerto live e la pubblicazione di una compilation su cd. Il sito propone una documentazione attenta dei lavori esposti, versioni mpeg dei video, mp3 scaricabili. Apparentemente, nulla di più ordinario. Eppure, questa interfaccia user friendly cela una delle più interessanti operazioni di attivismo artistico degli ultimi anni. Lo si intuisce già all’ingresso del sito, vincolato alla sottoscrizione di un ironico License Agreement che demolisce tutte le clausole legali di questo tipo estremizzandone pretese e significato. Accettando, l’utente sceglie tra l’altro di non modificare, adattare, tradurre… né tentare in alcun modo di scoprire le motivazioni profonde, i sogni, le aspirazioni o le fantasie misteriose, magari sessuali, del Sito. Nella parodia la proprietà intellettuale nega, di fatto, l’accesso all’opera. Illegal Art, sponsorizzata dalla zine Stay Free!,intende quindi fare il punto su un dibattito che proprio la Rete, con fenomeni quali il free software, la circolazione libera della musica, la scelta del copyleft ed il plagiarismo esibito di collettivi come gli 0100101110101101.org, ha contribuito a riaccendere: e lo fa mettendo in mostra una serie di opere che hanno violato più o meno consapevolmente le leggi sul copyright, andando incontro a denunce e processi, alcuni dei quali ancora in corso.
La panoramica è straordinariamente ampia e ricca di autentici gioielli. Nella sezione video, accanto ad acute parodie di spot elettorali, il faccione di George Bush Jr irrompe in una puntata dei Teletubbies, sostituendosi al sole-bambino e seminando morte e distruzione fra gli innocui coniglietti (State of the Union di B.Boyce, 2001). I personaggi disneyani si ritrovano ad interpretare una satira feroce dei media in una collaborazione fra i Negativland ed il grafico Disney T.Maloney (Gimme the Mermaid, 2002) ed il povero Pikachu cede imbarazzato all’esuberanza sessuale di un simpatico bull terrier (Puppy Love di M.Colton, 2002). La sezione visual arts offre violazioni storiche come la copertina di Meet the Residents (1974), rielaborazione di quella di Meet the Beatles, mai utilizzata per le minacce di denuncia provenienti dalla Capitol, o quella del singolo/parodia dei Negativland U2 (1991), ma anche le fotografie all’origine della causa tra la Mattel e l’artista T.Forsythe (Food Chain Barbie, 1999). Una lunga introduzione, giustificata dalla particolare complessità del tema dei ‘prestiti’ musicali, apre la sezione audio, che permette di scaricare alcuni celebri – ed illegali – esempi di riuso e campionamento. A completamento dell’informazione, il sito consente infine di accedere ad una serie di articoli sulle problematiche inerenti a copyright e plagiarismo, e ad una serie di link ad altri siti dedicati allo stesso tema.
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domenico quaranta
[exibart]
me par na cassada. ma de quee grandi anca.
…E’ sempre qiù chiaro che per essere noti si debba essere di “oltreoceano”..o viverci!
Nessuno ricorda già più Zak Manzi e il suo Flash Art copiato, autoprodotto e distribuito? Nessuno ricorda i plagi, le sue finte mostre nelle più note gallerie d’Italia..perchè è un “povero” italiano e noi italiani, si sà rimaniamo a bocca aperta a guardare le grandi opere d’oltreoceano…ma se pensassimo che tale verve ce l’abbiamo anche noi, se investissimo un pò di più sui piccoli campi arati e abbandonati sarebbe tanto meglio, potremmo veder germogliare qualcosa e fare grandi raccolti.
Zak Manzi esiste ancora nella sua non esistenza?Zak Manzi e i suoi plagi è stato osservato negli anni del suo pesante lavoro italiano? No, credo nessuno abbia capito la sua fatica nel creare Flash art apocrifo,nessuno ha visto la sua esistenza scivolargli tra le dita per andare contro il copyright..ed oggi qualcuno scrive di questo grande evento americano: signori…danno il pane a chi non ha i denti…è proprio vero!!!
Erika