20 dicembre 2002

fino al 3.III.2003 Quattro secoli di pittura Andalusa Nuoro, Man

 
Ritmi flamenchi, rappresentazioni sacre di Zurbarán e Murillo, insieme al gusto dell’arte esotica, di paesaggi e ferie spagnole. Raccontano la “verità della naturalezza” come professava Pacheco: vero motto di tutta l’arte spagnola...

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La Spagna ritorna in Sardegna dopo quattro secoli di dominazione. Ritorna quasi a recuperare la perduta colonia del Mediterraneo con una nuova “invasione” che parla il linguaggio dell’arte del profondo sud, quello Andaluso, acceso ed esagerato, caldo, vivace, ma anche oscuro e greve. L’antica Signora si propone nell’ ex colonia con le fattezze della Cantora di Diego Lopez, degna sostituta di una delle ‘padrone di casa’ del museo man: Donna con cesto di frutta, di Giovanni Ciusa Romagna , con la quale condivide gli occhi sensuali e vivi come carboni ardenti. Un passaggio di testimone, un incrocio di sguardi che rimane impresso. Paragoni a parte, il pretenzioso titolo dell’ultima produzione del man soddisfa le aspettative e nello stesso tempo sorprende il visitatore assiduo, abituato dall’istituzione nuorese non certo a prepotenti cornici di stucchi dorati o ad artisti quali El Greco, Zurbarán o Murillo.
Frutto di una lunga gestazione, il museo provinciale ospita le opere provenienti dal Museo delle belle arti di Siviglia e da alcune collezioni private. Si comincia con le esagerate deformazioni di El Greco artista che più di tutti racconta lo spirito irrequieto della pittura spagnola a cavallo tra ‘500 e ‘600; si prosegue poi con gli altri nomi della cerchia Andalusa: Francisco Pacheco, Juan de Roelas, il già citato Francisco de Zurbarán, pittore del “tutto tondo” e, soprattutto dell’artista Sivigliano per eccellenza Bartolomé Esteban Murillo . Quest’ultimo è presente con due grandi opere, due Dolorosas [1660 circa] di notevole espressività barocca. Via di seguito i ritratti, le sante, le Quattro secoli di pittura andalus - murilloapparizioni con grappoli di cherubini, dai colori sfatti e intrisi di luce come nella Desposoiros misticos de Santa Catalina di Juan Valdés Leal, fino ai nuovi temi quelli del paesaggio, della scena di genere, delle pastorellerie settecentesche. L’aria di festa di una feria spagnola va in scena nella tela di Manuel Rodriguez de Guzman; e ancora nella goyesca opera dallo stesso tema di Andres Cortés y Aguilar del 1812. Nuovamente a Murillo guarderà la pittura romantica di Gutiérrez de la Vega e José María Romero, mentre l’orientalismo di fine secolo individua il proprio ideale esotico oltre Gibilterra, nel vicino Marocco ad opera di artisti quali Gallegos Arnosa e Villegas. Oltre al gusto orientalista, il museo man affronta la produzione costumbrista che nasce intorno agli anni trenta dell’ ‘800. E’ lo stile Andaluso, e la ricerca del senso di ispanidad, fatto di pittura popolare, urbana, aneddotica e sentimentale, che passa da Buscando al raton di Manuel Garcia Martinez per arrivare a tutte quelle opere che raccontano il folclore Andaluso: señorita, toreros, fiori tra i capelli e mantillas, chitarre gitane e cortili in festa, non mancano infine le processioni religiose come quella di Rafael Cantarero del 1949.

andrea delle case
vista il 14 dicembre


Quattro secoli di pittura Andalusa, fino al 3 marzo 2003 – man, Museo d’Arte Provincia di Nuoro, Via Satta 15, Nuoro: Aperto tutti i giorni escluso il lunedì orario: 10.00 – 13.00 / 16.30 – 20.30; Telefono/Fax 0784 252110, Biglietto: € 2,60 intero, € 1,55 ridotto, gratuito ultimo giorno dell’esposizione

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