Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
12
maggio 2018
Fino al 30.IX.2018 Giuseppe Stampone, Perché il cielo è di tutti e la terra no? Ciac, Foligno
altrecittà
Continua la nuova stagione espositiva del Centro Italiano d’Arte Contemporanea di Foligno, con la personale di Giuseppe Stampone a cura di Giancarlo Partenzi, Italo Tomassoni e Giacinto Di Pietrantonio. Con catalogo Viaindustriae Publishing, l’evento sarà aperto al pubblico fino al 30 settembre.
“Perché il cielo è di tutti e la terra no?” Questo il titolo della mostra che riflette e al tempo stesso esorta a riflettere, grazie all’analisi del lavoro di uno degli artisti italiani più difficilmente perimetrabile dentro nomenclature precostituite, su alcune delle tematiche più urgenti di questo nuovo millennio. Ricercatore acuto, l’artista, percorrendo molteplici soluzioni espressive con il ricorso all’oggetto, al disegno e all’installazione, affronta con un personale atteggiamento critico la contemporaneità sociale, direzionando pertanto la sua investigazione verso i meccanismi, i costumi, le interazioni e le dinamiche che quotidianamente si svolgono fra gli interstizi delle comunità umane. Difatti, l’autore ne denuncia la vacuità e le contraddizioni interne, approfondendo le reciprocità dei rapporti interpersonali e mostrando come l’esperienza della socialità (differente da partecipazione) sia qualcosa di ontologicamente necessario ma anche compromissorio, poiché spesso conduce alla reificazione e all’annullamento delle individualità, a vantaggio dell’affermazione di un pensiero unico, condiviso non sempre coscientemente. Negli anni zero dell’era dell’account che scherma le relazioni, dell’economia comportamentale che inietta bisogni indotti nelle masse e dei cookies che monitorano la navigazione web di ognuno, l’arte sembra ambire a recuperare l’autenticità del mostrarsi e la responsabilità del rappresentare se stessi lontano da simboli, sovrastrutture e codici fuorvianti.
Giuseppe Stampone, Perché il cielo è di tutti e la terra no?
La selezione delle opere in mostra ben coglie le specificità della poetica di Stampone, critico nei confronti di pratiche omologanti, chiuse e, soprattutto, unilaterali come l’eurocentrismo e la global education – o meglio, come il titolo di una sua opera – global dictature. L’invettiva contro il carattere impositivo di macrosistemi calati dall’alto come questi, passa attraverso la georeferenziazione di accuratissimi disegni da lui realizzati con penna bic e liberamente ispirati dalla fantasia di bambini delle scuole primarie coinvolti nel momento ideativo delle opere. Il risultato, come riscontrabile nell’esposizione del CIAC, è una sterminata sequenza di raffigurazioni corredate da lettere e citazioni fra loro connesse in base a libere associazioni secondo un principio più intuitivo che logico. In linea con un procedere sia concettuale che pragmatico, nell’esecuzione di altre serie di disegni, l’artista sceglie volontariamente di non creare, ma di limitarsi a riprodurre di propria mano e spendendoci così molto tempo, immagini metabolizzate della cultura visiva odierna e perciò anche facilmente reperibili online in pochi minuti. È proprio in questa dilatazione della tempistica realizzativa umana rispetto all’istantaneità della macchina, in questa riappropriazione del tempo, che è ravvisabile – oltre a una riflessione sul binomio serialità/unicità – l’atto di ribellione dell’artista nei confronti della dittatura di un mondo sempre più tecnocratico e della velocità della globalizzazione. Altre ancora sono le questioni attuali toccate da Giuseppe Stampone, quali la migrazione – che in infanzia ha vissuto in prima persona – la marginalità sociale, l’imperialismo – di cui è emblematica l’opera Peace&War – e, subliminalmente, l’invito a una disobbedienza intelligente, capendo che gli individui non sono contenitori da riempire acriticamente, ma personalità a cui va data la possibilità di crearsi i mezzi speculativi per il raggiungimento di una propria lettura del mondo, soggettiva e disallineata.
Davide Silvioli
Mostra visitata il 24 marzo
Dal 24 marzo al 30 settembre 2018
Giuseppe Stampone, Perché il cielo è di tutti e la terra no?
CIAC – Centro Italiano Arte Contemporanea
Orari: venerdì 16.00-19.00, sabato e domenica 10.30-12.30 / 16.00-19.00
Info: info@centroitalianoartecontemporanea.it, www.centroitalianoartecontemporanea.com