28 gennaio 2003

fino al 28.II.2003 Napoleone e la Repubblica Italiana Milano, Rotonda di via Besana

 
Ancora neoclassicismo a Milano. Una mostra sospesa tra arte e scienza, realtà e mito, in cui ritratto e pittura storica (ma anche esperimenti scientifici e sanguinose battaglie), concorrono alla formazione di un mito. Napoleone Bonaparte...

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La mostra celebra i 200 anni della Repubblica Italiana, istituita nel 1802 da Napoleone Bonaparte; comprendeva la Lombardia e parte dell’Emilia ed ebbe vita breve: nel 1805 lo stesso Napoleone vi pose fine, incoronandosi Re d’Italia.
L’esposizione presenta dipinti, sculture, disegni, ma anche carte geografiche, abiti e strumenti scientifici. Il percorso è suggestivo: dalla narrazione delle vicende storiche con ritratti dei protagonisti, immagini di battaglie e documenti ufficiali, alle testimonianze della vivacità scientifica e culturale dei circoli milanesi, fino a giungere alla ‘sala del mito’, nella quale Bonomini trionfa Bonaparte valica le Alpi di Jacques-Louis David (Parigi,1748-Bruxelles 1825), opera che “segna la trasfigurazione della storia contemporanea nel mito ” (F. Mazzocca). La figura di Napoleone solenne e statuaria è tutta neoclassica, ma il movimento del cavallo, il volto concentrato del Generale, l’uso sapiente del colore conferiscono all’opera una forza che non si ritrova nei ritratti di accademia e che rivela la grandezza di David. L’opera è anche propaganda politica: l’artista neoclassico ha il compito (e la responsabilità) di diffondere idee e programmi politici, trasformare gli uomini che fanno la storia in eroi del mito; i nomi di Carlo Magno e Annibale sulle pietre alla base del quadro danno corpo alla strategia napoleonica di istituire un collegamento diretto con i più grandi condottieri della storia. Il ritratto Napoleone Presidente della Repubblica Italiana di Andrea Appiani (Milano, 1754-1817) è un altro magnifico esempio di come la pittura neoclassica possa trasmettere emozioni; Napoleone non ha niente della freddezza immobile dei ritratti ufficiali: lo sguardo penetrante, le labbra lievemente contratte mostrano una figura viva da consegnare alla storia, non un’icona di bellezza astratta. La linea di contorno morbida, le mani in evidenza, la posizione ‘contrapposta’ (con il viso rivolto altrove rispetto al busto) ricordano Leonardo, che Appiani, pittore lombardo, conosceva molto bene. Di Giuseppe Bossi (Busto Arsizio,1777-Milano 1815) è presente L’incontro di Edipo cieco con le figlie (un inedito, dopo un lungo restauro), la cui struttura compositiva ricorda Il giuramento degli Orazi di David: il mantoDavid rosso che richiama l’attenzione sul protagonista, gli incroci di mani e braccia, la perfetta simmetria dell’insieme. Altre opere in mostra, rigidamente ispirate al principio neoclassico della ricerca della perfezione degli antichi e del bello ideale risultano più fredde. La mostra chiude con una sorta di ‘memento mori’, strana (e molto umana) conclusione della vicenda di un mito: sei bellissime tempere, i Macabri di Vincenzo Bonomini (Bergamo, 1756-1839), per i quali i curatori propongono un’originale interpretazione: non solo un sarcastico e divertito ‘memento mori’, ma un’allegoria della uguaglianza di tutti gli uomini, principio cardine della Rivoluzione Francese, che Napoleone intendeva esportare in tutta Europa.
Le opere provengono da collezioni private e da importanti istituzioni pubbliche; curatori della mostra Carlo Capra, Franco Della Peruta e Fernando Mazzocca.

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Rotonda di via Besana
via Enrico Besana 12, Milano
tel. 02 5455047/236
www.museidelcentro.mi.it
risorgi@energy.it
Informazioni e prenotazioni
tel. 02 88464175
museidelcentro.didattica@comune.milano.it
dal martedì alla domenica 9.30-18.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Lunedì chiuso
intero 6.50 euro, ridotto 4.50 euro, scuole e gruppi 3 euro
Catalogo Skirà 30 euro


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