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fino al 23.II.2003 Vedovamazzei – GhiaccioNove Siena, Palazzo delle Papesse – Caveau
siena
Probabilmente la trovata più felice, se continuerà così, del direttore Pierini. Che festeggia un anno a capo del centro d’arte toscano. Nell’ex caveau appuntamento fisso con gli artisti… di mezza età. Sarà una nuova tendenza…?
Il caveau può diventare una piacevole sorpresa. Non per la sua conformazione e neppure per il grande richiamo mediatico degli artisti che vi hanno esposto. L’ex cassaforte della Banca d’Italia, nei meandri di Palazzo Piccolomini detto delle Papesse, pare aver individuato un fil rouge di scelte laterali e non stereotipate. Studio Azzurro, Vittorio Corsini, ora i Vedovamazzei (questi gli appuntamenti con il ciclo caveau che riprenderà a metà marzo con l’americano Jason Middlebrook) sono la quint’essenza degli artisti-di-mezzetà del nostro più vibrante panorama contemporaneo. Non sono i giovani rampanti di venticinque o trent’anni che ormai, più che tendenza, fanno moda nei musei di tutto lo Stivale. Non sono gli artisti contemporanei storicizzati, quelli con i quali si potrebbe puntare per andare ancor più sul sicuro specialmente per confrontarsi in uno spazio che ha ospitato in passato Nam June Paik, Paul Klee e Bill Viola.
Al secolo Simeone Crispino e Stella Scala, i Vedovamazzei, partenopei trapiantati a Milano ed ora forse rispettivamente a Roma ed in California, sono pesantemente intervenuti nelle volumetrie del caveau ricreando uno dei loro set surreali. Tutti concepiti con una vis creativa sempre equidistante tra divertimento e delirio. Un iceberg perfettamente ricostruito in polistirolo bianco fa da assurda quinta teatrale ad una decadente ambientazione domestico-antartica. Con tanto di abat-jour accesa e ninfea galleggiante. E’ il prosieguo di un progetto che Vedovamazzei aveva avviato a Roma, alla galleria Magazzino d’Arte Moderna, nel 2000.
La grande installazione riempie tutto lo spazio disponibile, non consente di entrare, ma si lascia guardare da fuori, attraverso una lastra di plexiglass. Si lascia guardare con l’atteggiamento liturgico che abbiamo avvicinandosi ad una teca museale, ad un sarcofago, ad un grande acquario o ad un presepe monumentale. La provocazione architettonica e la de-contestualizzazione e ri-contestualizzazione di spazi, scenari e situazioni è cifra comune del duo napoletano come di altri artisti della loro generazione (basti osservare Massimo Bartolini e le sue ultimissime realizzazioni a Roma ed alla Manifesta di Francoforte). Vedovamazzei iniettano in questa riflessione giuste dosi di poesia ed ironia. Parlando di ghiaccio scimmiottano il ‘concettuale freddo’ e rendono omaggio a big come Friedrich e Ed Ruscha che già hanno approfondito il gelido argomento. Parlando di ninfee recuperano un immaginario della storia della pittura ottocentesca e saltano direttamente all’Action Painting di Jackson Pollock: i petali del fiore sono marcati dalla riproduzione di un famoso dripping del pittore americano.
Ancora un soffio di ironia (o una critica alla società contemporanea sempre pronta ad intervenire sulla natura?) nell’altra installazione Shy Plant raggiungibile nell’Orto Botanico di Siena. Al passaggio dei visitatori una foglia di un piccolo arbusto vira il suo colore verso un rosso acceso. Perché nella contemporaneità non ci sono più sicurezze. Neppure il verdeggiare della clorofilla.
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massimiliano tonelli
mostra visitata nel dicembre 2002
’Vedovamazzei’ – Palazzo delle Papesse (centro storico), via di città 126, www.papesse.org, dal martedì alla domenica ore 12 – 19, ingresso €5; €3,5 con possibilità di visitare anche le mostre di Christian Boltanski e di Annette Messager, tel 0577 22071, mostra e catalogo (edit. Gli Ori) a cura di Marco Scotini, stampa.papesse@comune.siena.it
Orto Botanico dell’Università di Siena, via P.A. Mattioli, 4, aperto al pubblico durante i seguenti orari: 8.00 – 12.30 / 14.30 – 17.30 dal lunedì al venerdì, 8.00 – 12.00 il sabato. Domenica e festivi chiuso. Ingresso gratuito
[exibart]
Bel pezzo, direttore! Complimenti!