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exibinterviste la giovane arte-Marta dell’Angelo
parola d'artista
Prima, per campare, modella vivente per artisti. Poi modella vivente per se stessa in numerosi autoritratti. L’abbiamo incontrata a New York, in viaggio-premio. Marta racconta Marta dell’Angelo…
Quando hai iniziato a dipingere?
Sono circa quattro anni che dipingo, prima disegnavo e basta, utilizzando tecniche e sistemi diversi. Il risultato finale di questi disegni spesso erano fotocopie di medio e grande formato (in copia unica) realizzate su carte diverse e utilizzando macchinari difettosi, perche’ in questo modo il segno e l’”errore” meccanico diventavano parte del lavoro.
Perché la pittura?
Perché mi aiuta a pensare.
E siccome credo che il pensiero abbia qualcosa di vitale in se penso che altrettanto valga per la pittura. Con questo non mi interessa difenderla a spada tratta, anzi credo che sia un terreno molto fragile su cui camminare. Dipingere è stato un passaggio naturale e conseguente al disegno, in realta’ utilizzo diversi modi di lavorare in relazione a cio’ che voglio ottenere, è solo che, per ora, non si è visto ancora molto del resto. Per ora ho pubblicato un piccolo libro d’artista “Classe III H” curato da Alessandra Galasso (edizioni Le Case d’Arte), in seguito alla mostra che ho tenuto nella galleria Le Case d’Arte a Milano nel mese di Settembre, dove sono raccolti 18 short stories scritte da me insieme ai 18 ritratti dipinti dei miei alunni, stampati in formato cartolina.
I tuoi quadri sembrano percorsi da una sottilissima impronta di erotismo. Quanto conta tutto ciò nella tua ricerca?
E’ un erotismo legato al piacere delle forme. L’erotismo piu comune, piu accattivante non mi interessa, lo trovo noioso. Preferisco la pornografia.
Assieme all’erotismo viene anche il tema dell’affetto e degli affetti. Me ne parli?
Molto semplicemente il mio immaginario si e’ costruito intorno alle persone che appartengono alla mia vita, ci sono dei lavori che nascono in conseguenza ad un rapporto e i rapporti per costruirsi hanno bisogno di tempo, di un tempo che non puoi determinare prima, a volte servono anni, a volte basta molto meno. ‘Autoritratto con mia sorella’, ‘ Classe III H’ e la serie dei miei Autoritratti sono tre esempi diversi.
Il tempo che mi interessa è il luogo atemporale, l’assenza, lo sguardo impiantato, fisso, come in uno stato di apnea, dove neanche il respiro fa rumore.
Hai indagato anche il tema dell’autoritratto. A cosa ti serve?
Il tema dell’autoritratto è il tema principale del mio lavoro e dal quale è partita la mia ricerca. Anche questo e’ direttamente legato alla mia vita visto che per mantenermi ho sempre fatto la Modella Vivente per artisti, fotografi e studenti fino a diventare la modella vivente di me stessa.
L’autoritratto per me è il mio punto di vista.
Il punto di vista determina la mia presenza, non è necessario che io sia presente fisicamente nei lavori per considerarli autoritratti.
Dove sei quando ti autoritrai?
Fisicamente in studio, ma i luoghi che maggiormente mi attraggono sono bagni e spogliatoi.
Quando consideri un quadro finito?
Quando diventa autonomo.
Cosa farai nell’immediato futuro
Ora sono a New York da pochi giorni e resterò qui per un semestre accademico come vincitrice del Premio New York indetto dal Ministero degli Affari Esteri Italiano in collaborazione con l’Italian Academy presso la Columbia University.
In questi giorni vado in giro come se fossi un ispettore scientifico di luoghi e di gente, sto cercando i “tempi morti”, i luoghi d’attesa. Vorrei fermare tutto, e l’idea di provarci qui mi sembra ancora più interessante.
bio
Marta dell’Angelo è nata a Pavia nel 1970. Nel 2002 vince (con Sara Rossi, Matteo Basilè e Chiara) la prima edizione del Premio New York indetto dal Ministero degli Affari Esteri in collaborazione con l’Italian Accademy (sezione della Columbia University); sempre nel 2002 espone ad Assab One curata da Roberto Pinto e Laura Garbarino a Milano, a Solitudes alla Michel Rein Gallery di Parigi e alla galleria Le Case d’Arte di Pasquale Leccese a Milano. Si è appena conclusa la sua personale dal titolo In piedi presso la galleria Omphalos di Terlizzi (Ba) a cura di Silvia Bignami.
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exibinterviste_la giovane arte è un progetto editoriale a cura di paola capata
[exibart]
mipiace!
trovo il suo iperealismo pittorico anacronistico ma sempre attuale, delle belle foto. il suo tema non mi è chiaro fino in fonodo; ma mi affascina, credo che mi affascini il personaggio.
…ma quanto brava sei? Che meraviglia.