05 marzo 2003

fino al 29.III.2003 Playground Roma, Galleria Il Mascherino

 
Dopo muri e treni, invadono lo spazio di una galleria, pavimento compreso. Per raccontare un fenomeno vivace e stratificato come quello del graffitismo. Così una mostra racconta Joe, Nico, Pane, Stand e Scarful, writers che hanno iniziato negli anni ’90. Succede a Roma, alla Galleria Il Mascherino…

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Non solo le pareti ma anche il pavimento della galleria si riveste di acrilici squillanti. Affastellati impetuosamente sulle tele che affollano la sala e addirittura sulla moquette. Figurazioni metropolitane che denunciano una matrice più realistica si alternano a disegni più astrattizzanti e giocosi, molto pop, a volte un po’ macabri, ma sempre ironici.
I graffiti dei TVR e di Scarful, apparentemente spontanei ed improvvisati, rivelano ad un’analisi più attenta, una riflessione sull’arte passata che non si traduce in una mera citazione, ma costituisce piuttosto una materia profondamente interiorizzata che riaffiora qua e là in queste tele. Così in Nico ritroviamo gli studi sul movimento compiuti dal Futurismo. Leplayground, joe, senza titolo sagome piatte di Stand dichiarano la sua formazione di fotografo, riproducendo realistici angoli cittadini come se fossero solarizzati, in uno stile simile a Valerio Adami. Le donnine sexy che ammiccano dalle tele di Pane riecheggiano le protagoniste dei manifesti di Rotella, mentre sullo sfondo riappaiono le forme in movimento di Balla. I personaggi di Joe invece esprimono visivamente l’idea rumore, vuoi con facce puerili urlanti vuoi con una chitarra ed un trasgressivo look da rockettaro.
Le tele sono spesso affiancate tra loro, creando un effetto di horror vacui che nasconde quasi del tutto il muro. Scarful si avvale invece di una linea più essenziale, giocata in prevalenza sul bianco e nero ma che sorprende quando il quadro diventa addirittura tridimensionale da far pensare alle shaped canvas americane degli anni Sessanta. A ben guardare, non c’è estemporaneità, né omologazione: tutto è frutto di una tecnica veloce sì, ma meditata, un rigore quasi filologico derivato da uno studio sentito e appassionato.
E al centro della sala campeggiaplayground, scarful, senza titolo una coloratissima teca-incubatrice, il cui interno conserva preziosi“libri d’artista,” in verità schizzi su album di vario tipo. Il visitatore potrà interagire con questo materiale solamente infilando le mani nei guanti bianchi di cui è fornita la teca: è possibile leggervi l’ironia giocata sull’enfatizzazione estetica -tipica dei luoghi istituzionali, ma in questo caso volutamente esagerata- posta sui disegni.
In realtà non si tratta di una semplice mostra, ma di un vero e proprio ambiente, dove lo spettatore dialoga con la teca ma anche con la struttura della galleria, anche soltanto calpestando il tappeto che riporta gli stessi stilemi delle tele.
E’ interessante notare come fenomeni artistici, all’inizio dotati di una notevole carica eversiva, nati per accompagnare l’incessante movimento di treni e metropolitane, coperti dal più severo anonimato, rientrino ora nei ranghi di una statica galleria. Ma questi giovani hanno fatto di più: hanno elaborato un linguaggio personale ed inconfondibile che mira a comunicare con immediatezza. Basta un muro: di strada o di galleria…

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link correlati
Sito degli artisti: whystyle.com
sito di Scarful
Sito di Pane

marina valentini
mostra visitata il 4 marzo 2003


Playground, a cura di Barbara Martusciello in collaborazione con Alessandro Gianvenuti. Dal 22/2 al 29/3/2003. Galleria Il Mascherino, Via del Mascherino 24, Roma (Ottaviano, S. Pietro). orario di visita: mar_sab 16.30 alle 19.30 . ingresso libero. per informazioni: tel6/68803820, e-mail mascherino@iol

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