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Katia Pugach – Ab Ovo
La ricostruzione dell’allunaggio della sonda “Luna 16” nel Mare della Fecondità nel 1970
Comunicato stampa
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La ricostruzione dell’allunaggio della sonda “Luna 16” nel Mare della Fecondità nel 1970.
La sonda era un apparato altamente avanzato, completamente automatico con un braccio meccanico ed un trapano elettrico capaci di raccogliere per la prima volta campioni della superficie lunare e riportarli sulla Terra. La sua missione era di esplorare la luna e lo spazio circostante per circa 26 ore prima che un segnale proveniente dalla Terra desse inizio alle procedure di rientro. Una telecamera rimandava in tempo reale sulla Terra immagini di quello che stava accadendo sulla superficie lunare.
A quel tempo tutti avevano grandi speranze di riscontrare segni di vita al di fuori della Terra, o di trovare una nuova sostanza che avrebbe svelato il segreto del corpo celeste ma, tranne il ritrovamento di materiali sconosciuti fino a quel momento, non si era ottenuto altro.
Quel giorno invece, quando il braccio meccanico affondò nel suolo lunare creando un piccolo cratere, all’improvviso da quel buco venne fuori un uovo rosso. Gli scienziati aerospaziali rimasero senza parole di fronte a quella strana apparizione e cominciò una infinita discussione su come definire quell’uovo.
Era impossibile applicare i criteri scientifici tradizionali a quella scoperta. Quello strano oggetto non solo era del tutto fuori dal normale ma soprattutto creava un dilemma insolubile: si trattava di un oggetto spaziale o un corpo celeste? Tecnologia o Natura?
Tutto il settore aerospaziale rimase perplesso, senza saper proporre alcuna soluzione credibile. Altri, come gli aderenti al movimento “Cosmismo Russo” trovarono invece del tutto naturale accettare l’apparizione dell’uovo come simbolo dell’ideale umano, della vittoria della vita sulla morte e della costante rinascita della vita nell’universo.
Da allora il dibattito sui risultati ottenuti da quella missione non ha mai cessato di produrre le opinioni più diverse e ancora oggi ci si interroga sulla natura di quella inaspettata apparizione.
La fantastica ricostruzione qui prodotta è quindi un invito per lo spettatore a rivivere quel momento irripetibile per tuffarsi nello spazio profondo, esplorarlo e lasciare una traccia del proprio passaggio sulla superficie lunare.
La sonda era un apparato altamente avanzato, completamente automatico con un braccio meccanico ed un trapano elettrico capaci di raccogliere per la prima volta campioni della superficie lunare e riportarli sulla Terra. La sua missione era di esplorare la luna e lo spazio circostante per circa 26 ore prima che un segnale proveniente dalla Terra desse inizio alle procedure di rientro. Una telecamera rimandava in tempo reale sulla Terra immagini di quello che stava accadendo sulla superficie lunare.
A quel tempo tutti avevano grandi speranze di riscontrare segni di vita al di fuori della Terra, o di trovare una nuova sostanza che avrebbe svelato il segreto del corpo celeste ma, tranne il ritrovamento di materiali sconosciuti fino a quel momento, non si era ottenuto altro.
Quel giorno invece, quando il braccio meccanico affondò nel suolo lunare creando un piccolo cratere, all’improvviso da quel buco venne fuori un uovo rosso. Gli scienziati aerospaziali rimasero senza parole di fronte a quella strana apparizione e cominciò una infinita discussione su come definire quell’uovo.
Era impossibile applicare i criteri scientifici tradizionali a quella scoperta. Quello strano oggetto non solo era del tutto fuori dal normale ma soprattutto creava un dilemma insolubile: si trattava di un oggetto spaziale o un corpo celeste? Tecnologia o Natura?
Tutto il settore aerospaziale rimase perplesso, senza saper proporre alcuna soluzione credibile. Altri, come gli aderenti al movimento “Cosmismo Russo” trovarono invece del tutto naturale accettare l’apparizione dell’uovo come simbolo dell’ideale umano, della vittoria della vita sulla morte e della costante rinascita della vita nell’universo.
Da allora il dibattito sui risultati ottenuti da quella missione non ha mai cessato di produrre le opinioni più diverse e ancora oggi ci si interroga sulla natura di quella inaspettata apparizione.
La fantastica ricostruzione qui prodotta è quindi un invito per lo spettatore a rivivere quel momento irripetibile per tuffarsi nello spazio profondo, esplorarlo e lasciare una traccia del proprio passaggio sulla superficie lunare.
16
luglio 2019
Katia Pugach – Ab Ovo
Dal 16 al 21 luglio 2019
arte contemporanea
Location
MACRO – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Roma, Via Nizza, 138, (Roma)
Orario di apertura
Martedì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica dalle 10.00 alle 20.00 Sabato dalle 10.00 alle 22.00
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