29 luglio 2019

Il Benin rivuole le sue opere

 

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La costruzione di un nuovo museo in Benin, che dovrebbe ospitare 26 manufatti saccheggiati dalla Francia in epoca coloniale, sarà finanziata da un prestito francese. L’Agenzia per lo sviluppo del Governo francese presterà 20 milioni di euro al Paese dell’Africa occidentale per contribuire a finanziare il progetto. 
La decisione arriva nove mesi dopo la pubblicazione di un rapporto, commissionato dal presidente Emmanuel Macron e condotto dallo storico dell’arte francese Bénédicte Savoy e dallo scrittore senegalese Felwine Sarr, che raccomandava che gli oggetti sequestrati dalla Francia durante l’era coloniale fossero restituiti ai loro Paesi di origine. I 26 manufatti, che includono statue e troni saccheggiati dalle truppe francesi durante un raid militare contro il regno dell’Africa occidentale di Dahomey, nel 1892, sono solo alcuni dei 5mila manufatti richiesti alla Francia dal Benin.
Attualmente, la maggior parte di questi manufatti sono conservati al Quai Branly, il famoso museo parigino voluto da Jacques Chirac e dedicato alle arti primitive e delle civiltà d’Africa, Asia, Oceania e delle Americhe. Oltre ai 5mila manufatti Dahomey, altri 90mila manufatti saccheggiati dai Paesi subsahariani sono oggi conservati nei musei francesi e, di questi, circa 70mila sono nella collezione del Museo Quai Branly. 
Ma, mentre il presidente Macron aveva promesso la restituzione immediata degli artefatti, a seguito del rapporto, il provvedimento è ancora in attesa di approvazione da parte del parlamento francese e ha dovuto affrontare diverse questioni legali. Ma ad andarci cauto è stato anche il Benin, che preferirebbe che i manufatti siano restituiti solo quando il museo sarà pronto per ospitarli. La costruzione dell’edificio dovrebbe terminare nel 2021 e avverrà nella città di Abomey, patrimonio mondiale dell’UNESCO, su un’area che un tempo ospitava i palazzi reali dell’antico Regno di Dahomey, dal 1600 al 1900, per valorizzarne anche la stratificazione storica.
E il Benin fa sul serio. Attraverso il Benin Dialogue Group, un consorzio museale creato nel 2007, si stanno avviando altre trattative per stabile la restituzione di altri manufatti trafugati durante il colonialismo, come quelli presi dalle truppe britanniche nel 1897. 
Fonte: Hyperallergic 

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