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fino al 15.VI.2003 Shakespeare nell’arte Ferrara, Palazzo dei Diamanti
bologna
Il teatro come palcoscenico di rappresentazione diventa oggetto della produzione artistica dei pittori europei tra sette e ottocento. Blake, Hayez, Delacroix, Turner interpretano nelle proprie tele i personaggi del poeta simbolo, William Shakespeare…
In Come Vi piace Jaques paragonava la vita umana ad un palcoscenico sul quale si avvicendano attori, situazioni, conversazioni, parole… nel turbinio degli atti del dramma. Nel teatro di William Shakespeare troviamo una trasposizione della realtà ed altresì la sorgente inesauribile di riflessione su ciò che sfugge alla percezione materiale dei sensi. In possesso di grande perizia tecnica egli, nondimeno, rivela una misteriosa e innata capacità di penetrare la psicologia umana. Con ciò si spiega la grande influenza che il poeta ebbe sui pittori pre-romantici, seguaci dell’estetica del sublime. Questi ritrassero i personaggi Shakespeariani quali Macbeth, Re Lear, attraverso una rappresentazione visiva incline a esaltare le sfumature profonde e inafferrabili del sentimento e della passione: dipinti che si allontanano da una resa naturalistica del soggetto, dove le tonalità scure del mistero si uniscono ad un candore illuminante e visionario, generando luci e ombre che attraggono e inquietano lo spettatore. Così in Re Lear nella tempesta si strappa le vesti di Romney o in La visione della Regina Caterina di Fussli, tratta da Enrico VIII.
In altre tele, tra le più magiche e suggestive, lo spazio si popola di fate e personaggi fantastici, che rimandano alla tradizione celtica: in Titania abbraccia Bottom di Fussli, ispirato all’opera Sogno di una notte di mezza estate, il tema fantastico cattura e fa rivivere le notti più profonde illuminate dal chiaro di luna, al quale si affaccia una pullulante fauna di folletti ed elfi…
Degne di assoluta menzione sono le grafiche del poeta visionario William Blake, di cui è esposto il Ritratto immaginario di Shakespeare che gli venne commissionato per alimentare il culto del drammaturgo, originario di Stratford upon Avon, in occasione del Giubileo che ivi si tenne nel 1769. Ne sono inoltre documentati i disegni e gli acquerelli, che rivelano un sapiente uso del tratto, di grande potenza evocativa, originata da soggetti di ascendenza metafisica e classicheggiante: Quale angelo caduto dalle nubi.
Sono presenti opere di ampio formato che ritraggono gli innamorati della “tragedia della giovinezza”, Romeo e Giulietta, mentre si scambiano un estremo e tenero saluto, in L’ultimo addio di Francesco Hayez, oppure nella scena finale in cui Giulietta, dopo essersi svegliata, scopre la tragica morte dell’amato: La scena del sepolcro di Joseph Wright of Derby.
Nel complesso oltre ottanta dipinti, esposti per la prima volta in Italia, documentano da vicino lo stretto rapporto che in Europa portò le arti visive a intrecciarsi con il teatro, dando vita ad un fiorente connubio, che ruota attorno al protagonista più illustre e geniale della vita culturale londinese.
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Ferrara, Palazzo dei Diamanti, Corso Ercole I d’Este 21 (centro storico)
Mostra e catalogo a cura di Jane Martineau e Maria Grazia Messina.
Orario di visita: tutti i giorni 9-19
Ingresso € 7,30 ; ridotto € 6,20; gruppi scolastici € 4,10 ; comitive di almeno 20 persone € 6,20. Info: tel. 0532 209988-204828, diamanti@comune.fe.it
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