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fino al 15.VI.2003 Nell’atelier di Luigi Serra Bologna, GAM
bologna
Pittura di paesaggio, ritrattistica, scene di genere, rappresentazioni storiche ed allegoriche...nell’atelier di Luigi Serra il processo creativo dell’artista prende forma e affascina il più curioso spettatore, a cui è dato coglierne il lento e meticoloso divenire…
L’allestimento dell’esposizione dedicata a Luigi Serra, tra i migliori disegnatori del XIX secolo, riproduce un ideale laboratorio d’arte dove scorgere e comprendere, passo dopo passo, la perizia tecnica sulla quale poggia la variegata opera del capace quanto poco conosciuto artista bolognese.
Sono presenti pochissime opere finite mentre ad esse si affiancano una miriade di schizzi, disegni, bozzetti preparatori. Stupisce la ricchezza dei generi pittorici, cui è dedicata ciascuna delle sei stanze tematiche, dove l’ordinamento espositivo è tale quale a quello impartito da Serra.
Ci accolgono in ingresso i Paesaggi e vedute di città, tra cui spicca la rappresentazione di una Venezia defilata e lontana dai più comuni scorci monumentali. Luci, ombre, punti di fuga sapientemente utilizzati fanno di queste tele dai colori vividi, a olio o acquerello, alcuni dei momenti più intensi della produzione di Serra, vicina alla pittura dei Macchiaioli.
Negli studi di cieli nella campagna romana la tavolozza si tinge di sfumature inquiete delle giornate nuvolose, dell’alba, del tramonto, delle notti profonde, con una pennellata sommaria e pastosa che ricorda Sargent.
Veniamo poi alla ritrattistica, che si compone di dipinti e disegni a matita e penna, per lo più nudi femminili delle modelle Atonia e Attilia, la prediletta. L’attenzione è tutta volta al realismo, fatto di acconciature ricche, di abbondanti costumi, che rimangono tuttavia sempre sobri e nulla cedono al gusto folcloristico di ritrarre personaggi appartenenti ai ceti medio bassi (Lisa la Gallinara e Ritratto di giovane donna in costume romano).
Si susseguono con forte impatto visivo le scene di genere, tra tutte Al Monte di Pietà, che si potrebbe immaginare come su una sorta di personificazione dell’idea della povertà. Il gruzzolo da deporre è tenuto stretto nelle mani grandi, il volto della vecchia donna è preso di profilo, con sguardo che punta verso il basso, i toni di colore sono volutamente smorzati e flebili.
Di minor attrattiva si rivelano le scene mitologiche ed allegoriche di stampo classicheggiante mentre l’interesse è di nuovo catturato dai disegni che tracciano gli avvenimenti storici svoltisi verso il 1880; è la cosiddetta cronaca urbana, con le sue sfilate militari, i congressi di partito, la distribuzione del pane in occasione dell’inondazione del Tevere. Le sagome della massa sono affidate a segni di matita incompiuti. Sono tracciati solo i contorni delle vesti, dei cappelli, delle ruote dei carri, ma la resa complessiva del flusso umano di folla ne esce potente.
Chiudono i monumentali Annibale Bentivoglio nel carcere di Varano proveniente dal collegio artistico Venturosi e Irnerio che glossa le antiche leggi entro la cornice quadribordata che da anni orna le stanze di Palazzo d’Accursio.
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silvia pedroni
mostra visitata in data 11 maggio 2003
Il segno e il colore: nell’atelier di Luigi Serra
Bologna, GAM, Piazza della Costituzione 3, (quartiere fieristico)
mostra e catalogo a cura di Claudio Poppi, Silvana Editoriale, prezzo € 30,00.
Orari: tutti i giorni 10 – 18, chiuso il lunedì
Ingresso € 4 ; ridotto € 2
Informazioni : tel. 051.502859 – 502264
www.galleriadartemoderna.bo.it
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