02 agosto 2000

Dal 30 giugno 2000 al 31 dicembre 2000 Immagini del Tempo: Lunari e Calendari da Muro dalla Raccolta Bertarelli Milano, Musei del Castello Sforzesco, Sala XXXVIII

 
La Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, insieme con l’Associazione degli Amici della Raccolta, presenta un’esposizione che attinge...

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Si è inaugurata il 28 giugno scorso, nella sala XXXVIII dei Civici Musei del Castello Sforzesco, una mostra interamente dedicata ai lunari e calendari da muro, prodotti dal XVI al XX secolo e conservati nella Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, la cui sede si trova nelle sale della Corte Ducale del Castello.
L’esposizione è promossa e finanziata dall’Associazione degli Amici della Raccolta Bertarelli ed il prossimo anno verrà riproposta a Bassano del Grappa, nel quadro di un consolidato rapporto di collaborazione e scambi culturali con il Museo Civico di quella città.
Le stampe esposte provengono tutte dal fondo di Lunari e Calendari da Muro, la più completa ed esauriente raccolta del genere in Italia, tanto più preziosa se si pensa a quanto era effimera la vita di questi fogli volanti. La maggior parte dei calendari da muro, prodotti a partire dalla fine del XV secolo all’800, sono infatti andati perduti. Si trattava di stampe di uso comune, con brevi testi a funzione puramente riempitiva e con illustrazioni il più delle volte assai povere, spesso ripetute ogni anno insieme al titolo come elemento di riconoscibilità rispetto a prodotti dello stesso genere. Il modo stesso in cui il foglio veniva utilizzato non ne favoriva certo la conservazione. Era infatti appeso direttamente al muro o alla porta con un chiodo e condannato inesorabilmente a una quotidiana consunzione. Per parlare di collezionismo di fogli di calendario bisogna attendere il XIX secolo, con il risveglio degli interessi per la stampa popolare ed in questo quadro va vista l’attenzione che Achille Bertarelli (1863-1938), fondatore dell’Istituto, prestò al loro valore documentario. Il fondo è in gran parte costituito dalla sua collezione di calendari in fogli sciolti, da tenere ben distinti dai calendari a libretto tascabili, che per svariate ragioni si sono maggiormente conservati. Ma con il tempo la raccolta iniziale si è arricchita anche di una numerosa serie di esemplari che coprono tutto il XIX e XX secolo.
Poiché non sono sopravvissuti che pochissimi esemplari di calendari da muro del XV secolo, l’esposizione si apre con due lunari risalenti al 1507, i più antichi della Raccolta. I due piccoli fogli ci forniscono una precisa idea dei calendari di uso corrente in quel periodo. Erano di piccolo formato, con una cornice di legni silografici con astri celesti, segni zodiacali, raffigurazioni di lavori agricoli che spesso venivano utilizzati in altre opere. Vi erano indicati i giorni favorevoli alla semina, ai salassi, alla coltura della vite.
Ben diverso come dimensioni e tecnica è il calendario che a questi si affianca, datato 1582 e tra i più preziosi della Raccolta. Inciso su rame e suddiviso in quattro tavole, utilizza il meccanismo delle lettere domenicali per fornire una sorta di calendario perpetuo per gli anni, tra il 1526 e il 1637.
Con il XVII secolo, il numero di calendari da muro sopravvissuti alla distruzione aumenta sensibilmente e questo consente di trarre alcune considerazioni più generali sul loro formato. Erano grandi quanto i fogli dei bandi e degli avvisi, il titolo, spesso pomposo, era posto in alto al centro affiancato dalle immagini del sole e della luna e seguito da un pronostico generale sull’anno. La sequenza dei mesi si svolgeva su due file ed ogni mese era preceduto da una silografia con i segni zodiacali o i lavori agricoli. Il lunario era completato nella parte bassa con le feste mobili e i digiuni. Per ogni giorno dell’anno, il nome del Santo poteva essere sostituito dalle previsioni meteorologiche. Numerosi esemplari illustrano in mostra questo stereotipo di calendario, sottolineando le piccole variazioni che spesso le singole stamperie potevano apportare: è esposto un calendario che ha come cornice i ritratti di tutti gli imperatori di Casa D’Austria, dal 1278 al 1658, ed un altro con le figure di gobbi ripresi da una nota serie di incisioni di Callot.
La struttura illustrata dai calendari da muro del 1600 non subì modifiche sostanziali nel corso del secolo successivo, anche se furono introdotti nella decorazione elementi più legati allo stile dell’epoca o soggetti più attuali, come i ritratti dei sovrani regnanti o dei comandanti più famosi.
Si ebbe così una prima differenziazione tra il lunario tradizionale di impianto seicentesco e un calendario sempre più legato all’attualità.
L’epoca d’oro del calendario murale in Italia fu indubbiamente la prima metà dell’Ottocento.
Nei piccoli centri continuarono ad essere prodotti fogli molto tradizionali, ma accanto a questi, in alcune città dove l’editoria aveva avuto maggior sviluppo, vennero stampati calendari dove l’immagine aveva sempre più rilievo e l’elenco dei mesi e giorni veniva posto in secondo piano. Sono esposti molti calendari stampati a Milano, dall’editore Pirola o Tamburini, o a Parma, dai Paganino e Donati, con immagini predominanti, dai vivaci colori in grado da rendere l’oggetto più pregiato e decorativo. I soggetti delle illustrazioni venivano ripresi dalle stampe popolari e potevano riguardare il matrimonio, il vino, le donne, le macchiette cittadine. Spesso i titoli e il testo erano in dialetto e la vastità del foglio permetteva di introdurre informazioni di varia utilità, come gli orari delle diligenze o la tariffa delle monete.
Lunari
Immagini più auliche appaiono in altri pregiati calendari incisi su rame come un foglio stampato a Venezia, nel 1813, con l’apoteosi di Napoleone o il calendario con lo storico incontro sullo Niemen di Napoleone, Alessandro di Russia e Federico III.
Con la metà dell’Ottocento e l’avvento dell’Unità d’Italia, si affermò sempre più l’utilizzo della litografia anche nella realizzazione di questo genere di stampe. Numerosi esemplari mostrano non solo l’affermarsi di questa nuova tecnica, ma anche la vasta diffusione che sui calendari ebbero i soggetti legati alle battaglie risorgimentali: sono numerose le scene di battaglia, i ritratti di uomini famosi, le allegorie dell’Italia con le sue regioni riunite.
Negli ultimi decenni del secolo, l’applicazione della cromolitografia al calendario cambiò molto la situazione del mercato. L’impiego di una pietra litografica per ogni colore richiedeva un investimento rilevante ed era perciò necessaria una produzione più elevata, non locale, ma rivolta ad un pubblico internazionale. Spesso si produceva il foglio di calendario con la sola immagine senza la stampa dell’anno e dei mesi, per poterlo riutilizzare per diversi anni successivi. Inoltre, per uniformarsi al gusto delle stesse classi sociali nei diversi paesi europei, i soggetti, come dimostrano alcuni calendari in mostra, erano graziose figure femminili attorniate da decorazioni floreali.
Il calendario cominciò proprio in questi anni ad essere utilizzato a scopi pubblicitari, si rivelava infatti un ottimo strumento di propaganda commerciale ad un costo limitato e con una diffusione molto ampia. Verso il 1880, fu introdotta l’innovazione dei quattro o dodici fogli dei mesi attaccati ad un unico supporto o legati insieme. Ci si avviava così alla concezione moderna del calendario fotografico e pubblicitario. La mostra si conclude, infatti, con alcuni tra i più famosi calendari moderni: quelli pubblicitari dell’Olivetti, della Vespa e una copia del famoso calendario Pirelli del 1966.
Molto utile per la comprensione della mostra e per l’approfondimento dell’argomento è il catalogo curato da Alberto Milano, ricercatore tra i più impegnati nel settore delle stampe e attento studioso del patrimonio della Bertarelli. A lui va il merito di aver approfondito lo studio di questo genere di stampe attualmente poco soggette all’attenzione degli esperti.

Micol Fontana



Fino al 31 dicembre 2000
Immagini del tempo. Lunari e Calendari da muro dalla Raccolta Bertarelli
Milano, Musei Civici del Castello Sforzesco, sala XXXVIII –Piazza del Castello – tel.02.874025 – fax 02.8693071 – sito Web Associazione Amici della Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli: http://www.bertarelli.org
Orario di apertura: 9,30-13.00 / 14,00-17,00 (per i mesi estivi chiusura dalle 12,30 alle 13,30); chiuso il lunedì.
Ingresso libero.
Catalogo edito da Tassotti Editore (L.50.000), in vendita presso l’Ufficio Catalogazione della Civica Raccolta Bertarelli, dal Lunedì al Venerdì ( 9.00-12.00 / 14.30-16.00)


[exibart]

1 commento

  1. Molto interessante, anche se mi aspettavo un numero superiore di “reperti”. Divertenti i calendari di satira politica e di costume!
    E’ anche una buona scusa per accedere (gratuitamente come sempre) alle sale dello splendido, ma sottovalutati, musei civici del Castello!! Speriamo che i lavori di ristrutturazione e aggiornamento della struttura museale non servano solo a rendere i musei “a pagamento”.

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