07 ottobre 2003

fino al 12.X.2003 Pers2003 Tarcento (ud), Palazzo Frangipane

 
L’artista racconta, attraverso immagini video e fotografiche caratterizzate da un intreccio di interni ed esterni, la natura del suo mondo familiare in un continuo confronto tra la confortante sicurezza delle pareti domestiche e l’esterno inquietante dell’ignoto…

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Dal video alla fotografia, dalla pittura alla rielaborazione digitale dell’immagine, la produzione più recente di Isabella Pers riunisce opere tecnicamente differenti, accomunate fra loro da un’unica tematica: l’attenzione all’interno domestico, all’intimità del mondo familiare.
Il video De Mark si svolge interamente nel chiuso delle pareti domestiche: è la casa di Trivignano Udinese, dove le due sorelle, Isabella e Tiziana, sono riprese in un momento d’intimità. Nel filmato predominano i colori bianco e blu, associati entrambi a precise valenze simboliche: il bianco rappresenta la provvisorietà degli eventi e il blu l’influenza, la traccia indelebile (De Mark) che ognuno di noi lascia sugli oggetti che utilizza e negli pers 2003 ambienti in cui vive.
Anche in Beata Beatrix, l’interesse dell’artista rimane focalizzato sull’interno domestico della casa paterna. Successione di cinque scatti fotografici, o racconto per immagini di un mondo familiare: tre gatti, Tiziana sul letto o sul divano, la cucina. Unica presenza intrusa, quasi a violare la familiarità delle pareti domestiche, è uno Zorro vigile o anch’esso dormiente accanto alla sorella dell’artista. Il celebre eroe mascherato è anche protagonista del video Symptom-I, girato, in questo caso, all’esterno, sulla piazza centrale del paese dell’artista. In un’atmosfera irreale dai colori saturi in cui non si ode altro che un improbabile cinguettio di canarini, si assiste all’arrivo di un camion letteralmente gremito di Zorro. Simbolo della giustizia universale, l’eroe mascherato rappresenta l’utopia del rispetto delle leggi, della salvaguardia del singolo dalle inevitabili ingiustizie umane. Figura protettiva, ma anche, per certi versi, elemento intruso che giunge dal monde esterno come invasore degli spazi familiari.
Questa alienazione domestica o violazione dello spazio interno prelude al ciclo di fotografie Arcadia in cui le due sorelle, nude, si alternano su uno sfondo idilliaco ed edenico, dove nulla ci ricorda il mondo familiare della casa e del paese natìo. Sorta di contrapposizione tematica alle opere precedenti, Arcadia è solo in apparenza unpers 2003 richiamo semplicistico ad un passato primigenio di armonia con il mondo naturale. Degli elementi perturbatori spezzano, infatti, l’armonia dell’insieme: il volto celato, la gestualità delle braccia e delle mani, atteggiate ad un diniego protervo di sé e del mondo circostante.
Conflitto tra uomo e natura, tra istinti primari e coscienza di sé, Arcadia sembra ribadire la presenza simbolica, nel cuore stesso dell’apparenza edenica, di un mondo altro, celato ed inquietante.
Sono opere nelle quali l’artista non cessa di sottolineare il contrasto tra un mondo e l’altro, tra un ambiente familiare ed uno ignoto, entrambi avvicendati e sovrapposti nell’insieme dell’opera.

marta di benedetto
mostra visitata il 30 settembre 2003


Pers2003, fino al 12 ottobre 2003. Palazzo Frangipane, Tarcento. Organizzazione Comune di Tarcento in collaborazione con la regione Friuli-Venezia Giulia e la fondazione CRUP. Catalogo a disposizione, a cura di Gianluca Marziani

[exibart]

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