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fino all’8.XI.2003 Armida Gandini – Gli asini non volano Brescia, Fabio Paris Art Gallery
milano
I bambini, l’infanzia, attraverso la loro psicologia. L’infanzia ed il linguaggio delle favole. Per raccontare le inquietudini che appartengono invece a tutte le età. E nel catalogo l’insolita presenza di Luciana Littizzetto…
“I bimbi son fantastici. Fanno il contrario di tutto. Dicono no per puro spirito di contraddizione. Sono contrari a prescindere“. Le parole di Luciana Littizzetto, che introducono in catalogo la mostra di Armida Gandini, spiegano bene come la giovane artista bresciana non si serva dei bambini per offrire un ritratto (più o meno convincente) dell’infanzia, ma per parlare attraverso la loro psicologia e il loro mondo. L’infanzia viene usata come maschera, perché, come le maschere del teatro greco, consente all’artista di accentuare, potenziandone l’efficacia, l’espressione di atteggiamenti, inquietudini, paure che appartengono a tutte le età. Da qui il recupero del repertorio favolistico, che ha ispirato tutta una fase del suo lavoro (come le serie Il bosco delle fiabe e I luoghi della Memoria, del 2001) e che riemerge anche in alcune opere in mostra, come in Non ci casco (2003), in cui compaiono il Gatto e la Volpe, o in Non racconto bugie (2003), ennesima balla che genera l’inevitabile, pinocchiesco allungamento del naso.
I filtri dell’infanzia e della favola introducono una prima distinzione di livelli, fra finzione e realtà, presente e passato. Tema chiave diventa allora la memoria, più precisamente la memoria fotografica degli album di famiglia, da cui affiorano tutti i bambini di Armida. Il passato emerge con l’attestato di realtà dato dalla fotografia, ma anche con un’aura di irreale accentuata dall’isolamento della figura sullo sfondo trasparente del vetro, e dal suo interagire con un disegno a carboncino ora sommario e schematico (Non faccio magie, 2003) ora quasi scenografico (Non sono una signora, 2003), ma sempre ‘altro’ rispetto alla natura della fotografia stampata su acetato.
Ai due livelli (disegno e fotografia) l’artista affida due distinte funzioni : il primo descrive, con la sintesi e l’immediatezza che è delle immagini mentali, le ossessioni e i timori, ma anche la verità che si nasconde dietro la negazione: trasmessa, quest’ultima, da uno sguardo sfrontato, un atteggiamento (le braccia conserte, gli occhi abbassati), un sorriso. “Una negazione che vorrebbe essere in realtà un’affermazione più determinata di sé rispetto a tutto ciò che ci circonda”, dice l’artista, che si ritrae bambina, nel lavoro che apre la mostra, sorridente in una spirale di spine: “Non mi prendi”, che è poi la forza di dire no di fronte all’evidenza della minaccia, al male inevitabile.
domenico quaranta
mostra visitata il 4 ottobre 2003
Armida Gandini – Gli asini non volano
Fabio Paris Art Gallery, Via Alessandro Monti 13 – 25121 Brescia
dal lunedi al sabato 15/19 – festivi su appuntamento
www.fabioparisartgallery.com
[exibart]