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fino al 17.I.2004 Mbuti + Kuba – Le cortecce dipinte dell’Ituri e i velluti del Kasai Milano, Galleria 70
milano bis
La foresta equatoriale e il mistero della natura incontaminata in due espressioni artistiche di grande pregio. Alla Galleria 70 di Milano cortecce dipinte e velluti ricamati. Come prova della sorprendente creatività e libertà espressiva dell’arte africana. E dei suoi artisti, i pigmei, cui si ispirarono Matisse, Klee…
Un soffio d’Africa nel cuore di Milano. Anche l’Italia, spesso in ritardo rispetto alle tendenze europee e americane, si apre alla cultura artistica africana con una mostra dedicata ai murumba e ai musese del bacino del Congo.
Un mondo primitivo, musicale, magico traspare dalla libera composizione delle cortecce dipinte dai pigmei mbuti (murumba), mentre un ordine geometrico raffinato e più razionale caratterizza i preziosi velluti dei Kuba del Kasai (musese). Motivi ispirati alla lussureggiante vegetazione africana arricchiscono le cortecce dei pigmei. Liane, rami, orme di uccelli, motivi a macchie che ricordano la pelle di animali feroci fanno vivere la prorompente bellezza della foresta equatoriale. Immagini incantate, ricche di mistero, proposte secondo strutture astratte, caratterizzate da infinite possibilità di forme fantastiche. Un’arte istintiva in cui sembra che la forma d’espressione pittorica e musicale procedano all’unisono raggiungendo quel ritmo e quella misura cui non furono insensibili i nostri grandi: Sonia Delaunay, Henri Matisse, Paul Klee.
Il motivo puntiforme a macchia di leopardo, inserito tuttavia in una struttura geometrica definita, ricorre anche nei velluti ricamati della popolazione Kuba del Kasai. Anche qui i tratti lineari sembrano accennare all’intricato e misterioso universo della foresta, e richiamano alla memoria sia le decorazioni dei murumba, sia i graffiti rupestri paleolitici dell’Africa Equatoriale. Immediatezza e creatività anche in questi velluti pregiati, realizzati da una popolazione più evoluta rispetto ai pigmei, ma ugualmente incline a una libera e istintiva espressione artistica. Spesso le composizioni per lo più geometriche cambiano improvvisamente registro, recuperando un insieme di segni appartenenti al mondo del mito, della natura o della quotidianità. Alcuni “musese” sono divisi in quattro sezioni, ognuna caratterizzata da un universo compositivo a sé con colori che, ritmati fra loro, creano un gioco interno di rimandi simmetrici e continui.
Mentre impazza la mostra –e la polemica- per l’evento dedicato all’arte africana presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino, Milano fornisce una originale e interessante alternativa.
giovanna canzi
mostra visitata il 17 ottobre 2003
Dal 17 Ottobre 2003 al 17 Gennaio 2004 – Galleria 70 in via della Moscova, 27 – Milano. Orario : 10.00 -13.30 / 16.00 – 19.30. Chiuso domenica e lunedì. Ingresso libero. Catalogo in galleria.
Per informazioni: Eugenio Bitetti, Galleria 70 – tel. 02/6597809
[exibart]
Belle, belle, belle.
E bravo Eugè 😉