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The Others
The Others riunisce lavori di 14 artisti figurativi che hanno collaborato con la galleria in questi dieci anni e le cui espressioni spaziano dall’estetica classica alla sperimentazione.
Comunicato stampa
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Nel marzo 2009, in un momento di crisi mondiale aperto con il fallimento della Lehman Brothers, nasceva a Bergamo la Galleria Marelia. In questi dieci anni di attività la galleria ha organizzato oltre cinquanta esposizioni tra collettive e personali di artisti italiani e stranieri e si è molto trasformata, non soltanto con il trasferimento degli spazi dalla via Guglielmo d’Alzano all’ex magazzino di tessuti in via Torretta, ma affiancando all’attività espositiva lo Spazio MAR dedicato a eventi culturali, corsi e laboratori a cui si aggiungono il servizio di curatele e consulenze per l’arte moderna e contemporanea e la costituzione dell’archivio d’artista di Reale Franco Frangi.
Per festeggiare il decennale e omaggiare gli artisti con i quali ha lavorato in questi anni nel corso del 2019 la galleria ospita due importanti mostre:
• Super MADI ha avuto luogo da marzo a giugno 2019 ed è stata dedicata agli artisti di arte geometrica del Movimento Madi Internazionale di cui dal 2009 ad oggi sono state organizzate dodici esposizioni che hanno contribuito a identificare la Galleria Marelia come punto di riferimento del movimento.
• The Others, si inaugura il 14 settembre e riunisce 14 artisti figurativi che hanno collaborato con la galleria in questi dieci anni e le cui espressioni spaziano dall’estetica classica alla sperimentazione.
I lavori per la mostra The Others sono stati selezionati senza la volontà di seguire un preciso filo conduttore ma alla fine la scelta si è orientata spontaneamente verso il tema del rapporto uomo / ambiente.
Ludovico Bomben (Pordenone, 1982) presenta uno scatto fotografico preso da Simona Arnone durante la performance Paesaggio con Ferula eseguita nel 2016 dallo stesso Bomben insieme all’amico Michele Tajariol. L’intervento dei due artisti si è orientato verso la decostruzione fisica di Ferula - una scultura al neon realizzata da Bomben - all’interno di una scenografia paesaggistica notturna pervasa di gesti solenni e ritmi lenti e pacati che rimandano alle antiche raffigurazioni sacre.
Anche Giovanni Bonaldi (Serina, 1965) si muove nel buio e nell’oscurità: è la notte di San Lorenzo quando decide di dar vita alla magica ampolla dorata dei desideri umani, un prezioso distillatore dei Sogni di mezza estate, come precisamente recita l’etichetta.
Raffaello Canu (Milano, 1976) presenta La rivolta degli Aztechi, un lavoro del 2008 che rimanda ai suoi inizi nel percorso della pittura come writer con il tag Cano nei tunnel della metropolitana e in mezzo ai treni nei depositi di notte inventandosi sempre nuovi modi per scappare dagli sbirri e dalle bande criminali che vivevano nei vagoni. Oggi ha abbandonato la pittura è un famoso rapper e beatmaker sotto lo pseudonimo di Caneda.
I mondi di Carlo Cane (Valenza, 1951) sono fantastici e irreali, la rigogliosa vegetazione e i delicati insetti fuori scala del suo immaginario visivo sovrastano le umane architetture sospese in un vuoto cosmico.
Gianluca Chiodi (Brescia, 1966) in Fashion Victims riflette con malcelato sarcasmo sulla schiavitù a cui volontariamente si sottopongono gli aestetic plastic surgery addicted decidendo di plasmare il proprio corpo secondo i dettami imposti dai vari GF, dalla starletta di turno, dal cinema di bassa lega con risultati agghiaccianti, nel migliore dei casi grotteschi.
Tra i cementi delle metropoli oppure tra gli alberi, l’uomo si pone alla ricerca di se stesso e del proprio fine. Questo è il pensiero di Gianni Cuomo (Battipaglia, 1962) nella serie Il luogo dove esistere: ritratti essenziali in bianco e nero della sua città d’adozione, Milano, territorio indagato come spazio in cui l’individuo realizza se stesso e la propria dimensione.
Antonio Del Donno (Benevento, 1927) ha scelto la purezza di spirito e di linguaggio per comunicare il suo pensiero che va “intuìto” per mezzo della sensibilità e non “spiegato e capito”, come non si possono “spiegare e capire” il canto degli uccelli, un’alba, un tramonto…
Quattro pezzi di legno rettangolari dipinti di bianco e assemblati tra loco formano Shirt di Claudio Destito (Roma, 1959) a evocare scherzosamente una camicia inamidata e piegata, pronta per essere infilata in valigia, una riflessione ironica sulla metafora della vita come viaggio senza fine.
La magia di flussi vitali, lacrime, sangue, congelata per sempre in un’immagine corrisponde al lavoro di Matteo Emery (Lugano, 1955). Tubicini medicali, garze, membrane in lattice, piume, sono gli accessori di cui sono dotate le fragili e trasparenti micro-sculture in ghiaccio che l’artista crea e consegna all’eternità grazie al mezzo fotografico.
Luisa Rota Sperti (Lecco, 1942) indaga l’ambiente alpino attraverso la pratica del disegno lento, curatissimo, di estrema perfezione con cui racconta le leggende delle “cattedrali” della terra, una sequenza di cime che svettano ai confini del cielo accompagnate dalle vicende degli alpinisti che le hanno sfidate, tra vittorie e tragedie.
Equilibri fragilissimi, come il vetro sottile su cui sono dipinte, le immagini di Ilona Szalay (Beirut, 1975) rivelano una visione emotiva e intensa del mondo attraverso seducenti racconti di metamorfosi, eros, sogni e morte.
Elena Tortia (Torino, 1987) propone il video della performance La più bella del reame eseguita a Bergamo sabato 14 maggio 2016 in occasione di The Blank ArtDate e che ha coinvolto una ventina di donne invitate dall’artista a ritrarre la propria immagine su un foglio mentre si riflettono in un piccolo specchio. Il tema principale della performance è la figura femminile nella sua interezza, con le sue molteplici esperienze, fisicità, attitudini e diverse maturità. L’artista ha voluto creare la possibilità per le partecipanti di dare una soggettiva interpretazione del proprio volto, superando ed eventualmente rompendo con i consueti schemi tradizionali.
Il mondo fantastico di Arianna Tinulla (Bergamo, 1982) è popolato di personaggi antropomorfi dai visi innocenti e dalle lunghe gambe evanescenti. La sua personalissima visione intreccia elementi vegetali, animali e umani in modo indissolubile restituendo l'uomo a livello paritario con ciò che lo circonda. La piramide evolutiva viene smontata e ricostruita secondo una nuova gravità.
Angela Viola (Palermo, 1981) con la serie Happy family sintetizza la sua lunga ricerca sul tema della dimensione familiare. La famiglia descritta dall’artista è un luogo che trascende la fisicità. E' terreno emotivo, rete invisibile di sensazioni che tesse le sue trame anche a prescindere dalle singole persone e dai singoli accadimenti. Più che raccontare storie e testimonianze in quanto tali, c’è l’interesse a creare l’idea concreta di un concetto.
Per festeggiare il decennale e omaggiare gli artisti con i quali ha lavorato in questi anni nel corso del 2019 la galleria ospita due importanti mostre:
• Super MADI ha avuto luogo da marzo a giugno 2019 ed è stata dedicata agli artisti di arte geometrica del Movimento Madi Internazionale di cui dal 2009 ad oggi sono state organizzate dodici esposizioni che hanno contribuito a identificare la Galleria Marelia come punto di riferimento del movimento.
• The Others, si inaugura il 14 settembre e riunisce 14 artisti figurativi che hanno collaborato con la galleria in questi dieci anni e le cui espressioni spaziano dall’estetica classica alla sperimentazione.
I lavori per la mostra The Others sono stati selezionati senza la volontà di seguire un preciso filo conduttore ma alla fine la scelta si è orientata spontaneamente verso il tema del rapporto uomo / ambiente.
Ludovico Bomben (Pordenone, 1982) presenta uno scatto fotografico preso da Simona Arnone durante la performance Paesaggio con Ferula eseguita nel 2016 dallo stesso Bomben insieme all’amico Michele Tajariol. L’intervento dei due artisti si è orientato verso la decostruzione fisica di Ferula - una scultura al neon realizzata da Bomben - all’interno di una scenografia paesaggistica notturna pervasa di gesti solenni e ritmi lenti e pacati che rimandano alle antiche raffigurazioni sacre.
Anche Giovanni Bonaldi (Serina, 1965) si muove nel buio e nell’oscurità: è la notte di San Lorenzo quando decide di dar vita alla magica ampolla dorata dei desideri umani, un prezioso distillatore dei Sogni di mezza estate, come precisamente recita l’etichetta.
Raffaello Canu (Milano, 1976) presenta La rivolta degli Aztechi, un lavoro del 2008 che rimanda ai suoi inizi nel percorso della pittura come writer con il tag Cano nei tunnel della metropolitana e in mezzo ai treni nei depositi di notte inventandosi sempre nuovi modi per scappare dagli sbirri e dalle bande criminali che vivevano nei vagoni. Oggi ha abbandonato la pittura è un famoso rapper e beatmaker sotto lo pseudonimo di Caneda.
I mondi di Carlo Cane (Valenza, 1951) sono fantastici e irreali, la rigogliosa vegetazione e i delicati insetti fuori scala del suo immaginario visivo sovrastano le umane architetture sospese in un vuoto cosmico.
Gianluca Chiodi (Brescia, 1966) in Fashion Victims riflette con malcelato sarcasmo sulla schiavitù a cui volontariamente si sottopongono gli aestetic plastic surgery addicted decidendo di plasmare il proprio corpo secondo i dettami imposti dai vari GF, dalla starletta di turno, dal cinema di bassa lega con risultati agghiaccianti, nel migliore dei casi grotteschi.
Tra i cementi delle metropoli oppure tra gli alberi, l’uomo si pone alla ricerca di se stesso e del proprio fine. Questo è il pensiero di Gianni Cuomo (Battipaglia, 1962) nella serie Il luogo dove esistere: ritratti essenziali in bianco e nero della sua città d’adozione, Milano, territorio indagato come spazio in cui l’individuo realizza se stesso e la propria dimensione.
Antonio Del Donno (Benevento, 1927) ha scelto la purezza di spirito e di linguaggio per comunicare il suo pensiero che va “intuìto” per mezzo della sensibilità e non “spiegato e capito”, come non si possono “spiegare e capire” il canto degli uccelli, un’alba, un tramonto…
Quattro pezzi di legno rettangolari dipinti di bianco e assemblati tra loco formano Shirt di Claudio Destito (Roma, 1959) a evocare scherzosamente una camicia inamidata e piegata, pronta per essere infilata in valigia, una riflessione ironica sulla metafora della vita come viaggio senza fine.
La magia di flussi vitali, lacrime, sangue, congelata per sempre in un’immagine corrisponde al lavoro di Matteo Emery (Lugano, 1955). Tubicini medicali, garze, membrane in lattice, piume, sono gli accessori di cui sono dotate le fragili e trasparenti micro-sculture in ghiaccio che l’artista crea e consegna all’eternità grazie al mezzo fotografico.
Luisa Rota Sperti (Lecco, 1942) indaga l’ambiente alpino attraverso la pratica del disegno lento, curatissimo, di estrema perfezione con cui racconta le leggende delle “cattedrali” della terra, una sequenza di cime che svettano ai confini del cielo accompagnate dalle vicende degli alpinisti che le hanno sfidate, tra vittorie e tragedie.
Equilibri fragilissimi, come il vetro sottile su cui sono dipinte, le immagini di Ilona Szalay (Beirut, 1975) rivelano una visione emotiva e intensa del mondo attraverso seducenti racconti di metamorfosi, eros, sogni e morte.
Elena Tortia (Torino, 1987) propone il video della performance La più bella del reame eseguita a Bergamo sabato 14 maggio 2016 in occasione di The Blank ArtDate e che ha coinvolto una ventina di donne invitate dall’artista a ritrarre la propria immagine su un foglio mentre si riflettono in un piccolo specchio. Il tema principale della performance è la figura femminile nella sua interezza, con le sue molteplici esperienze, fisicità, attitudini e diverse maturità. L’artista ha voluto creare la possibilità per le partecipanti di dare una soggettiva interpretazione del proprio volto, superando ed eventualmente rompendo con i consueti schemi tradizionali.
Il mondo fantastico di Arianna Tinulla (Bergamo, 1982) è popolato di personaggi antropomorfi dai visi innocenti e dalle lunghe gambe evanescenti. La sua personalissima visione intreccia elementi vegetali, animali e umani in modo indissolubile restituendo l'uomo a livello paritario con ciò che lo circonda. La piramide evolutiva viene smontata e ricostruita secondo una nuova gravità.
Angela Viola (Palermo, 1981) con la serie Happy family sintetizza la sua lunga ricerca sul tema della dimensione familiare. La famiglia descritta dall’artista è un luogo che trascende la fisicità. E' terreno emotivo, rete invisibile di sensazioni che tesse le sue trame anche a prescindere dalle singole persone e dai singoli accadimenti. Più che raccontare storie e testimonianze in quanto tali, c’è l’interesse a creare l’idea concreta di un concetto.
14
settembre 2019
The Others
Dal 14 settembre al 20 dicembre 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA MARELIA
Bergamo, Via Torretta, 4, (Bergamo)
Bergamo, Via Torretta, 4, (Bergamo)
Orario di apertura
da lunedi a venerdì ore 15.30 - 19.30
Vernissage
14 Settembre 2019, h 18.30
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
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Produzione organizzazione