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Ruggero D’Autilia – Poté l’amore e la fatica insieme
Una selezione critica di lavori di Ruggero D’Autilia per ricostruirne, seguendo un percorso antologico scandito dai principali episodi di una ricca ed eterogenea produzione (oli, acrilici e tecniche miste su tela e su tavola), la complessa ricerca condotta dagli anni della formazione alla maturità.
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 28 settembre 2019, alle ore 18, presso gli spazi espositivi della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di San Donà di Piave (Piazza Indipendenza, 13; vedi scheda evento allegata), Poté l’amore e la fatica insieme, personale dell’artista Ruggero D’Autilia.
La mostra, visitabile fino a domenica 20 ottobre 2019, è curata dal critico d’arte Gaetano Salerno e realizzata in collaborazione con la Città di San Donà di Piave - Assessorato alla Cultura, con i Musei Civici Sandonatesi e con Segnoperenne.
Poté l’amore e la fatica insieme presenterà al pubblico una selezione critica di lavori di Ruggero D’Autilia per ricostruirne, seguendo un percorso antologico scandito dai principali episodi di una ricca ed eterogenea produzione (oli, acrilici e tecniche miste su tela e su tavola), la complessa ricerca condotta dagli anni della formazione alla maturità, sempre nel solco della rappresentazione figurativa e del potere evocativo dell’icona pittorica.
Scrive Gaetano Salerno, curatore della mostra, a proposito della ricerca dell’artista:
“La pratica quotidiana della pittura diviene, nella ricerca di Ruggero D’Autilia, esercizio, riflessione e pretesto per osservare e comprendere il mondo visibile.
Le linee strutturali e gli equilibri compositivi di ciascuna forma dipinta ricreano e realizzano l’armonica dicotomia dell’uomo inserito nello spazio e di uno spazio metaforico circostante la figura umana che ne definisce - limitandoli o ampliandoli – i luoghi propri della materia fisica e carnale in relazione a elementi eterei e aerei quali l’aria, la luce e le ombre.
Attingendo pienamente dall’archivio della grande pittura italiana, spagnola e olandese del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo, esasperando un’azione copista e citazionista carica di tinte rinascimentali, tardomanieriste e barocche, l’artista allena la mano e l’occhio (con “amore e fatica insieme”, parafrasando un pensiero di Giorgio Vasari) al rigore di una bellezza atemporale e anacronistica, qui resa con dettagli degradanti e digradanti, talvolta inclini a note autobiografiche e sociografiche, che ne riconducono la valenza espressiva alle contingenze della contemporaneità.
Ciò che potrebbe apparire tecnico incedere filologico nei territori già esplorati dai maestri dell’arte si concreta e si definisce invece come lucido anelito alla definizione di nuovi paradigmi estetici di utopica perfezione e di desacralizzazione di icone che impongono oggi il ricorso a nuovi registri linguistici, alla correzione e alla corruzione narrativa, metafora di un nuovo idioma realista ed empirico più vero del reale, la cui struttura transitoria e perfettibile non può essere stemperata né sopraffatta da valori illusori di bellezza accademica, immobile e silente.
Il passato si svela così nel presente, parla nei bisbigli inquieti di santi e peccatori, martiri, nobildonne e uomini d’arme che riportano drasticamente la loro e la nostra umanissima e umilissima condizione psicologica negli anfratti del qui e dell’adesso.
Tra pennellate alternativamente serene e tese, tra iperbolici cromatismi di maniera e strappi concettuali divenuti pieghe e piaghe delle carni e degli animi dei soggetti dipinti, l’artista lascia emergere dal buio dei fondi delle tele (come dal buio del loro Io) un nuovo ritratto sociale, eternamente autentico come i preziosi ritratti di individui aggrappati alle proprie identità e al proprio tempo ma fluido e dinamico come la nuova energia latente evocata dagli sbuffi vitali dell’olio che ciascun passaggio di colore trasmette e amplifica, ora definendo minuziosamente, ora velando e sfocando virtuosamente il confine della verosimiglianza. Sempre comunque ridiscutendo il rigore immobile dell’immagine oltre la definizione di identità e tempo e, contemporaneamente, il senso stesso del dipingere”.
Ruggero D’Autilia
Vive e Lavora a San Donà di Piave (Ve).
Dopo gli studi al Liceo Artistico, ha conseguito nel 1984 il diploma del Corso di Pittura all’ Accademia di Belle Arti di Lecce.
E’ docente di Discipline Grafiche e Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Venezia.
Il suo percorso artistico, fondato su un linguaggio visivo e lirico attento alla sperimentazione, si sostanzia del decisivo incontro con il poeta Edmond Jabès.
In seguito ad una attenta riflessione sul fare pittura, si dedica all’approfondimento di temi, tecniche e poetiche dei maestri del ‘500 e del ‘600, allargando gli ambiti della sua ricerca anche in altri campi della produzione artistica, in particolare nella performance e nel video.
E’ presente in molte esposizioni personali e collettive in Italia.
La mostra, visitabile fino a domenica 20 ottobre 2019, è curata dal critico d’arte Gaetano Salerno e realizzata in collaborazione con la Città di San Donà di Piave - Assessorato alla Cultura, con i Musei Civici Sandonatesi e con Segnoperenne.
Poté l’amore e la fatica insieme presenterà al pubblico una selezione critica di lavori di Ruggero D’Autilia per ricostruirne, seguendo un percorso antologico scandito dai principali episodi di una ricca ed eterogenea produzione (oli, acrilici e tecniche miste su tela e su tavola), la complessa ricerca condotta dagli anni della formazione alla maturità, sempre nel solco della rappresentazione figurativa e del potere evocativo dell’icona pittorica.
Scrive Gaetano Salerno, curatore della mostra, a proposito della ricerca dell’artista:
“La pratica quotidiana della pittura diviene, nella ricerca di Ruggero D’Autilia, esercizio, riflessione e pretesto per osservare e comprendere il mondo visibile.
Le linee strutturali e gli equilibri compositivi di ciascuna forma dipinta ricreano e realizzano l’armonica dicotomia dell’uomo inserito nello spazio e di uno spazio metaforico circostante la figura umana che ne definisce - limitandoli o ampliandoli – i luoghi propri della materia fisica e carnale in relazione a elementi eterei e aerei quali l’aria, la luce e le ombre.
Attingendo pienamente dall’archivio della grande pittura italiana, spagnola e olandese del Sedicesimo e Diciassettesimo secolo, esasperando un’azione copista e citazionista carica di tinte rinascimentali, tardomanieriste e barocche, l’artista allena la mano e l’occhio (con “amore e fatica insieme”, parafrasando un pensiero di Giorgio Vasari) al rigore di una bellezza atemporale e anacronistica, qui resa con dettagli degradanti e digradanti, talvolta inclini a note autobiografiche e sociografiche, che ne riconducono la valenza espressiva alle contingenze della contemporaneità.
Ciò che potrebbe apparire tecnico incedere filologico nei territori già esplorati dai maestri dell’arte si concreta e si definisce invece come lucido anelito alla definizione di nuovi paradigmi estetici di utopica perfezione e di desacralizzazione di icone che impongono oggi il ricorso a nuovi registri linguistici, alla correzione e alla corruzione narrativa, metafora di un nuovo idioma realista ed empirico più vero del reale, la cui struttura transitoria e perfettibile non può essere stemperata né sopraffatta da valori illusori di bellezza accademica, immobile e silente.
Il passato si svela così nel presente, parla nei bisbigli inquieti di santi e peccatori, martiri, nobildonne e uomini d’arme che riportano drasticamente la loro e la nostra umanissima e umilissima condizione psicologica negli anfratti del qui e dell’adesso.
Tra pennellate alternativamente serene e tese, tra iperbolici cromatismi di maniera e strappi concettuali divenuti pieghe e piaghe delle carni e degli animi dei soggetti dipinti, l’artista lascia emergere dal buio dei fondi delle tele (come dal buio del loro Io) un nuovo ritratto sociale, eternamente autentico come i preziosi ritratti di individui aggrappati alle proprie identità e al proprio tempo ma fluido e dinamico come la nuova energia latente evocata dagli sbuffi vitali dell’olio che ciascun passaggio di colore trasmette e amplifica, ora definendo minuziosamente, ora velando e sfocando virtuosamente il confine della verosimiglianza. Sempre comunque ridiscutendo il rigore immobile dell’immagine oltre la definizione di identità e tempo e, contemporaneamente, il senso stesso del dipingere”.
Ruggero D’Autilia
Vive e Lavora a San Donà di Piave (Ve).
Dopo gli studi al Liceo Artistico, ha conseguito nel 1984 il diploma del Corso di Pittura all’ Accademia di Belle Arti di Lecce.
E’ docente di Discipline Grafiche e Pittoriche presso il Liceo Artistico Statale di Venezia.
Il suo percorso artistico, fondato su un linguaggio visivo e lirico attento alla sperimentazione, si sostanzia del decisivo incontro con il poeta Edmond Jabès.
In seguito ad una attenta riflessione sul fare pittura, si dedica all’approfondimento di temi, tecniche e poetiche dei maestri del ‘500 e del ‘600, allargando gli ambiti della sua ricerca anche in altri campi della produzione artistica, in particolare nella performance e nel video.
E’ presente in molte esposizioni personali e collettive in Italia.
28
settembre 2019
Ruggero D’Autilia – Poté l’amore e la fatica insieme
Dal 28 settembre al 20 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
MUSEI CIVICI SANDONATESI – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
San Donà Di Piave, Piazza Indipendenza, 1, (Venezia)
San Donà Di Piave, Piazza Indipendenza, 1, (Venezia)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16.30 - 19.30
domenica 10 - 12.30 e 16.30 - 19.30
Vernissage
28 Settembre 2019, ore 18
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Patrocini