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Sergio Cavallerin – La dinamica dei segni
Dal 7 al 29 settembre la Rocca Flea di Gualdo Tadino ospita La Dinamica dei Segni, opere di Sergio Cavallerin, con le sue icone pop, i personaggi dei fumetti, le estroflessioni, le superfici dinamiche e i polimeri.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
a Rocca Flea, museo civico di Gualdo Tadino (PG) ospita, dal 7 al 29 settembre 2019, “La dinamica dei segni” di Sergio Cavallerin, a cura di Giorgio Bonomi, catalogo Rubbettino editore
Artista eclettico e versatile divulgatore dell’arte disegnata, Cavallerin nasce nel 1957 a Perugia, dove vive e lavora. Un’innata vocazione all’immagine lo porta subito, giovanissimo, a cercare realizzazione nel mondo dell’espressione visiva. La sua carriera inizia presto disegnando comics per poi approfondire tutti i risvolti della rappresentazione artistica, passando dalla grafica pubblicitaria all’illustrazione, dalla pittura alla fotografia e alle installazioni, senza trascurare felici combinazioni multimediali con la musica e l’immagine cinematografica. Ama definirsi “divulgatore dell’arte disegnata” e continua a lavorare su più fronti, coniugando l’attività artistica con quella imprenditoriale. Ha preso parte ad oltre 300 mostre in tutto il mondo, personali e collettive, ottenendo premi e riconoscimenti. Le opere della serie “Polimeri”, “Love for Comics” e “Superfici Dinamiche” sono state esposte in luoghi prestigiosi a Firenze, Milano, Roma, Torino, Bologna, Napoli, Venezia e Perugia. Ma è soprattutto all’estero – New York, Los Angeles, Istanbul, Parigi, Londra, Miami, Gabrovo in Bulgaria – che i lavori ispirati alla Pop Art sono particolarmente apprezzati. Suoi sono i volumi di illustrazione “Levitazioni”, “Felineide”, “Cats”, “Pinocchio mon ami”, “Alba”, “Volti”, “Misteriose” e “Lucenti”, suo primo volume fotografico. Hanno scritto sul suo lavoro Luca Beatrice, Giorgio Bonomi, Giusi Checcaglini, Vincenzo Mollica.
«Nella lingua greca antica – scrive Giorgio Bonomi – “Dinamica” significava “forza”, “movimento”, “sviluppo”, tutte caratteristiche che si ritrovano nel lavoro di Sergio Cavallerin, nel quale possiamo vedere i “segni”, le immagini che si “muovono”, correndo o nuotando sulla superficie, e che hanno una notevole “forza”, espressiva e icastica; sempre rinnovandosi in uno “sviluppo” rigoroso».
Il filo rosso che percorre tutto il lavoro di Sergio Cavallerin è costituito dal rapporto che c’è tra la sua poetica e quella della Pop art. «Sbaglierebbe, però – dichiara il curatore – chi si fermasse a questa constatazione, rimanendo alla superficie dell’interpretazione, infatti se iniziarono i Dadaisti a portare nelle gallerie gli oggetti d’uso comune, i ready-made, fu poi la Pop art ad esporre nelle gallerie e nei musei le immagini degli oggetti comuni. Cavallerin, però, non si limita alla rappresentazione di immagini massificate, ma con il disegno, con il colore e con la composizione nobilita, rende “belli” quei soggetti. Così se non è stato mai chiaro se la Pop art criticasse la nascente società dei consumi o se invece ne fosse, se non proprio l’esaltazione, almeno l’apprezzamento e la condivisione, l’artista supera il dilemma, vale a dire non pone il problema in questi termini, ma si preoccupa di trasformare segni e figure di una società di massa che accetta tutto senza riflessione in oggetti di “piacere dell’occhio e della mente”. Nelle sue opere poi, oltre a questo aspetto di ricerca della “bellezza”, c’è anche spessissimo l’ironia; un’ironia benevola ma mai accondiscendente, tesa al dialogo e al convincimento consapevole».
Artista eclettico e versatile divulgatore dell’arte disegnata, Cavallerin nasce nel 1957 a Perugia, dove vive e lavora. Un’innata vocazione all’immagine lo porta subito, giovanissimo, a cercare realizzazione nel mondo dell’espressione visiva. La sua carriera inizia presto disegnando comics per poi approfondire tutti i risvolti della rappresentazione artistica, passando dalla grafica pubblicitaria all’illustrazione, dalla pittura alla fotografia e alle installazioni, senza trascurare felici combinazioni multimediali con la musica e l’immagine cinematografica. Ama definirsi “divulgatore dell’arte disegnata” e continua a lavorare su più fronti, coniugando l’attività artistica con quella imprenditoriale. Ha preso parte ad oltre 300 mostre in tutto il mondo, personali e collettive, ottenendo premi e riconoscimenti. Le opere della serie “Polimeri”, “Love for Comics” e “Superfici Dinamiche” sono state esposte in luoghi prestigiosi a Firenze, Milano, Roma, Torino, Bologna, Napoli, Venezia e Perugia. Ma è soprattutto all’estero – New York, Los Angeles, Istanbul, Parigi, Londra, Miami, Gabrovo in Bulgaria – che i lavori ispirati alla Pop Art sono particolarmente apprezzati. Suoi sono i volumi di illustrazione “Levitazioni”, “Felineide”, “Cats”, “Pinocchio mon ami”, “Alba”, “Volti”, “Misteriose” e “Lucenti”, suo primo volume fotografico. Hanno scritto sul suo lavoro Luca Beatrice, Giorgio Bonomi, Giusi Checcaglini, Vincenzo Mollica.
«Nella lingua greca antica – scrive Giorgio Bonomi – “Dinamica” significava “forza”, “movimento”, “sviluppo”, tutte caratteristiche che si ritrovano nel lavoro di Sergio Cavallerin, nel quale possiamo vedere i “segni”, le immagini che si “muovono”, correndo o nuotando sulla superficie, e che hanno una notevole “forza”, espressiva e icastica; sempre rinnovandosi in uno “sviluppo” rigoroso».
Il filo rosso che percorre tutto il lavoro di Sergio Cavallerin è costituito dal rapporto che c’è tra la sua poetica e quella della Pop art. «Sbaglierebbe, però – dichiara il curatore – chi si fermasse a questa constatazione, rimanendo alla superficie dell’interpretazione, infatti se iniziarono i Dadaisti a portare nelle gallerie gli oggetti d’uso comune, i ready-made, fu poi la Pop art ad esporre nelle gallerie e nei musei le immagini degli oggetti comuni. Cavallerin, però, non si limita alla rappresentazione di immagini massificate, ma con il disegno, con il colore e con la composizione nobilita, rende “belli” quei soggetti. Così se non è stato mai chiaro se la Pop art criticasse la nascente società dei consumi o se invece ne fosse, se non proprio l’esaltazione, almeno l’apprezzamento e la condivisione, l’artista supera il dilemma, vale a dire non pone il problema in questi termini, ma si preoccupa di trasformare segni e figure di una società di massa che accetta tutto senza riflessione in oggetti di “piacere dell’occhio e della mente”. Nelle sue opere poi, oltre a questo aspetto di ricerca della “bellezza”, c’è anche spessissimo l’ironia; un’ironia benevola ma mai accondiscendente, tesa al dialogo e al convincimento consapevole».
07
settembre 2019
Sergio Cavallerin – La dinamica dei segni
Dal 07 al 29 settembre 2019
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO CIVICO ROCCA FLEA
Gualdo Tadino, Via Della Rocca, (Perugia)
Gualdo Tadino, Via Della Rocca, (Perugia)
Biglietti
Unico Polo Museale: 6,00 €
Il biglietto oltre ad includere la Rocca Flea, permette la visita all’intero percorso museale di Gualdo Tadino che comprende: Museo dell’Emigrazione Pietro Conti, Museo Opificio Rubboli, Chiesa Monumentale di San Francesco, Museo Archeologico Antichi Umbri e Museo della Ceramica
Ridotto A 5,00 €: gruppi superiori alle 15 unità, over 65 e studenti universitari
Ridotto B 3,00 €: ragazzi dai 7 ai 18 anni
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10-13 e 15-19
Vernissage
7 Settembre 2019, ore 17:00
Sito web
Editore
RUBBETTINO
Ufficio stampa
Trg Media, Avi News
Autore
Curatore
Autore testo critico
Patrocini