Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
When you dance you make me happy. Highlights from the Luciano Benetton Collection
Il corpo umano come contenitore di lotta esistenziale da cui nascono ingegno e creatività. Dalla sfera introspettiva la mostra si allarga a quella collettiva, con performance durante celebrazioni o proteste. La danza è metafora della tensione tra l’io e l’altro e della necessità di mutamenti sociali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Le Gallerie delle Prigioni hanno il piacere di annunciare la mostra collettiva "When you dance you make me happy", che presenta opere scelte dalla collezione d’arte di Luciano Benetton.
La mostra è incentrata sul corpo umano, contenitore di lotta esistenziale da cui scaturiscono ingegno e creatività. La danza è una metafora e ci guida in un viaggio che parte dall’introspezione per condurre a diversi atti performativi. Il corpo si muove, si ferma, riprende a muoversi, e acquista forza all’interno di un gruppo, in un crescendo che va dalla decadenza al trionfo.
La mostra, a cura di Nicolas Vamvouklis, presenta sculture, quadri, stampe e video di artisti internazionali all’interno delle celle delle ex carceri asburgiche. Il percorso espositivo procede dall’antitesi tra dimensione interiore e mondo esterno, sfera pubblica e sfera privata, partendo dall’idea del corpo come guscio, che è dimora ed è prigione.
Il campo di indagine si apre poi alla dimensione collettiva e osserva le azioni che il corpo compie in occasioni pubbliche di celebrazione, lutto o protesta. "Soundsuits", la serie emblematica di opere in cui Nick Cave fonde armature, abiti cerimoniali e fashion couture, diventa qui simbolo di autonomia e affermazione.
Tra i lavori in mostra vi sono le polaroid ritagliate di Maripol (Eyes are the reflection of your soul, 2013) che catturano lo sguardo di alcune celebrità, e il ritratto enigmatico di Lynette Yiadom-Boakye (Pass, 2011) che colloca figure sfuggenti in un contesto senza tempo.
La ricerca riguarda anche l’approfondimento delle narrazioni contenute nel progetto Imago Mundi, come nel caso dell’opera di Accra Shepp (dalla raccolta United States: Organix) intitolata "Shit Is Fucked Up and Bullshit" (2013), in cui viene messa in discussione la partecipazione a movimenti e manifestazioni nell’era digitale.
Infine, la mostra si sofferma sull’idea delle tracce, intese come vestigia fisiche o immateriali che lasciamo dietro di noi. È in questa lettura che si collocano le ventisette paia di scarpe dell’installazione "Fela: Amen, Amen, Amen, Amen..." (2002) di Barkley L. Hendricks, riferimento alla poligamia simbolica dell’attivista e pioniere dell’afro-beat Fela Kuti.
Il documentario "The Whole Gritty City" di Richard Barber e Andre Lambertson sulle bande musicali di New Orleans svela, da ultimo, la forza di una fascia della popolazione normalmente relegata ai margini della società.
A partire dall’idea che collezionare sia atto creativo e, assieme, espressione di cura, la mostra avvia un lavoro di interpretazione delle esperienze contenute nella Luciano Benetton Collection. Le immagini della mostra scandiscono un ritmo infuso di energia che il visitatore è invitato a lasciar pulsare, per rispondere con il proprio movimento.
Artisti in mostra:
Hamed Al Moctar, Arman, Stuart Bird, Iskra Blagoeva, Ecke Bonk, Seni Camara, Bianca Casady, Nick Cave, Mohammed Charinda, Felix Deac, Birgit Dieker, Nathalie Du Pasquier, Roman Dziadkiewicz, Leo Gabin, Barkley L. Hendricks, Karoline Jeuffroy, Joseph Kosuth, Dapper Bruce Lafitte, Helmut Lang, Deborah Luster, Joseph Lyombo, Maripol, Atefeh Marjani, Angel Miov, Asli Narin, Ousmane Ndiaye Dago, Hermann Nitsch, Hélio Oiticica, Giangi Pezzotti, Anna Elionora Olsen Rosing, Haralampi G. Oroschakoff, Iona Rozeal Brown, Accra Shepp, Mario Toral, Lynette Yiadom-Boakye, Arturas Valiauga.
Gallerie delle Prigioni
Piazza del Duomo 20, Treviso
da martedì a venerdì: 15—19
sabato e domenica: 10—13 / 15—19
Relazioni esterne Imago Mundi – Luciano Benetton Collection
—Martina Fornasaro martina.fornasaro@imagomundiart.com / + 39 338 6233915
—Barbara Liverotti barbara.liverotti@benetton.it / +39 0422 515372 / +39 334 9901269
Le immagini delle Gallerie delle Prigioni e delle opere in mostra sono a disposizione al link:
www.imagomundiart.com/press
www.imagomundiart.com
La mostra è incentrata sul corpo umano, contenitore di lotta esistenziale da cui scaturiscono ingegno e creatività. La danza è una metafora e ci guida in un viaggio che parte dall’introspezione per condurre a diversi atti performativi. Il corpo si muove, si ferma, riprende a muoversi, e acquista forza all’interno di un gruppo, in un crescendo che va dalla decadenza al trionfo.
La mostra, a cura di Nicolas Vamvouklis, presenta sculture, quadri, stampe e video di artisti internazionali all’interno delle celle delle ex carceri asburgiche. Il percorso espositivo procede dall’antitesi tra dimensione interiore e mondo esterno, sfera pubblica e sfera privata, partendo dall’idea del corpo come guscio, che è dimora ed è prigione.
Il campo di indagine si apre poi alla dimensione collettiva e osserva le azioni che il corpo compie in occasioni pubbliche di celebrazione, lutto o protesta. "Soundsuits", la serie emblematica di opere in cui Nick Cave fonde armature, abiti cerimoniali e fashion couture, diventa qui simbolo di autonomia e affermazione.
Tra i lavori in mostra vi sono le polaroid ritagliate di Maripol (Eyes are the reflection of your soul, 2013) che catturano lo sguardo di alcune celebrità, e il ritratto enigmatico di Lynette Yiadom-Boakye (Pass, 2011) che colloca figure sfuggenti in un contesto senza tempo.
La ricerca riguarda anche l’approfondimento delle narrazioni contenute nel progetto Imago Mundi, come nel caso dell’opera di Accra Shepp (dalla raccolta United States: Organix) intitolata "Shit Is Fucked Up and Bullshit" (2013), in cui viene messa in discussione la partecipazione a movimenti e manifestazioni nell’era digitale.
Infine, la mostra si sofferma sull’idea delle tracce, intese come vestigia fisiche o immateriali che lasciamo dietro di noi. È in questa lettura che si collocano le ventisette paia di scarpe dell’installazione "Fela: Amen, Amen, Amen, Amen..." (2002) di Barkley L. Hendricks, riferimento alla poligamia simbolica dell’attivista e pioniere dell’afro-beat Fela Kuti.
Il documentario "The Whole Gritty City" di Richard Barber e Andre Lambertson sulle bande musicali di New Orleans svela, da ultimo, la forza di una fascia della popolazione normalmente relegata ai margini della società.
A partire dall’idea che collezionare sia atto creativo e, assieme, espressione di cura, la mostra avvia un lavoro di interpretazione delle esperienze contenute nella Luciano Benetton Collection. Le immagini della mostra scandiscono un ritmo infuso di energia che il visitatore è invitato a lasciar pulsare, per rispondere con il proprio movimento.
Artisti in mostra:
Hamed Al Moctar, Arman, Stuart Bird, Iskra Blagoeva, Ecke Bonk, Seni Camara, Bianca Casady, Nick Cave, Mohammed Charinda, Felix Deac, Birgit Dieker, Nathalie Du Pasquier, Roman Dziadkiewicz, Leo Gabin, Barkley L. Hendricks, Karoline Jeuffroy, Joseph Kosuth, Dapper Bruce Lafitte, Helmut Lang, Deborah Luster, Joseph Lyombo, Maripol, Atefeh Marjani, Angel Miov, Asli Narin, Ousmane Ndiaye Dago, Hermann Nitsch, Hélio Oiticica, Giangi Pezzotti, Anna Elionora Olsen Rosing, Haralampi G. Oroschakoff, Iona Rozeal Brown, Accra Shepp, Mario Toral, Lynette Yiadom-Boakye, Arturas Valiauga.
Gallerie delle Prigioni
Piazza del Duomo 20, Treviso
da martedì a venerdì: 15—19
sabato e domenica: 10—13 / 15—19
Relazioni esterne Imago Mundi – Luciano Benetton Collection
—Martina Fornasaro martina.fornasaro@imagomundiart.com / + 39 338 6233915
—Barbara Liverotti barbara.liverotti@benetton.it / +39 0422 515372 / +39 334 9901269
Le immagini delle Gallerie delle Prigioni e delle opere in mostra sono a disposizione al link:
www.imagomundiart.com/press
www.imagomundiart.com
12
settembre 2019
When you dance you make me happy. Highlights from the Luciano Benetton Collection
Dal 12 settembre al 10 novembre 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIE DELLE PRIGIONI
Treviso, Piazza Del Duomo, 20, (Treviso)
Treviso, Piazza Del Duomo, 20, (Treviso)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15-19
sabato e domenica ore 10-13 e 15-19
Vernissage
12 Settembre 2019, ore 18.30
Sito web
Ufficio stampa
Imago Mundi / Luciano Benetton Collection - Gallerie delle Prigioni
Autore
Curatore