Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Dolci Carezze di Sale
La Galleria d’Arte la Fonderia porta sulle rive d’Oltrarno tre artisti non toscani, il messicano Pablo Llana, Marco Ferri di Tarquinia e Lorenzo Cecilioni di Pesaro. “Dolci carezze di sale” è un viaggio all’interno di una nuova forma poetica che sfiora e contesta la materia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
“Dolci carezze di sale” è un viaggio all’interno di una nuova forma poetica che sfiora e contesta la materia.
La Galleria d’Arte la Fonderia porta sulle rive d’Oltrarno tre artisti non toscani, il messicano Pablo Llana, Marco Ferri di Tarquinia e Lorenzo Cecilioni di Pesaro. La mostra andrà in scena dal 21 settembre al 5 ottobre presso i locali di via Della Fonderia, 42R, a Firenze.
Dolci. L'elemento dolce della mostra è caratterizzato da molte delle cartacce di plastica riciclate che contengono dolciumi "Junk Food" (cibo spazzatura), dolci e irrinunciabili. Pablo Llana utilizza questi scarti per contestare il fenomeno consumistico che ha ammalato la società occidentale contemporanea. Questa parte di dolciumi-Junk Food opposti nel gusto al sale, carezza l'uomo, lo seduce, lo conquista ed è desiderabile, nascondendo in realtà malessere fisico e sociale.
Carezze. La poetica dolce, carezzevole, fanciullesca e delicata e ermetica è la costante nelle opere di Marco Ferri.
Sale. L'elemento fondante dell'opera di Lorenzo Cecilioni che usa cristalli di sale come base per gran parte delle proprie opere.
L’ascesa artistica di Pablo Llana cresce insieme alla sua fama internazionale. Le opere di Llana hanno trovato posto a Firenze e nell’immaginario dei fiorentini grazie al gallerista Niccolò Mannini che lo ha scoperto e portato a Firenze per primo.
Pablo Llana, classe 1980, vive e lavora a Tijuana, in Messico. Si è diplomato in arte alla House of Culture di Tijuana. Contestatore, attivo contro le politiche consumistiche che avvelenano la terra e l’uomo, Llana invita a una riflessione politica e sociale sul binomio capitalismo-consumismo e obesità-identità. Attraverso l’utilizzo degli incarti di plastica delle multinazionali del junk food -cibo spazzatura- crea opere di forte impatto visivo da una tavolozza di colori derivata dagli scarti di plastica, riciclati magistralmente da Llana. Esposte, tra le altre opere ci saranno “Who is eating who?”, “Date Food” e “McDonald’s Te amo”.
Una vita fatta di mestieri, nuovi inizi e di ritorni alle origini quella di Marco Ferri, artista di Tarquinia. L’eterno ritorno alla vocazione artistica che da bambino ha segnato la strada di Marco Ferri, lo conduce nella composizione di materiali che dialogano tra loro e in un afflato si fondono in un racconto di vita. Un moto ondoso insito nella vita stessa.
Marco Ferri si scopre artista a 10 anni, quando inizia a frequentare Etrusculudens a Tarquinia, il laboratorio dove l'artista cileno Roberto Sebastian Matta studiava e sperimentava tecniche nuove per la sua arte.
Le opere di Marco Ferri sono entrate di diritto in prestigiose collezioni pubbliche e private, come la Banca d’Italia.
Le sue creazioni sono vivaci e rispecchiano la poliedrica attitudine di Ferri a spaziare tra diversi linguaggi utilizzando materiali come le resine, la carta, il vetro, la tela e la ceramica. Opere armoniche e ritmiche, proprio come le poesie che compone, a tratti fanciullesche, che riconducono lo spettatore ad avvicinarsi all’arte con gli occhi innocenti di un bambino. Tra le opere in mostra “Le ermetriche” e ”Per versi certi”.
Lorenzo Cecilioni è un artista alchimista. Opere tridimensionali, concepite e realizzate con materiali che richiamano l’arte povera come il cuoio, il legno, il cemento, il piombo e il sale, che dalla visione dell’artista prendono forma nelle sue mani in un elegante rigore compositivo. Interviene sulla natura degli elementi, studia le interazioni tra loro, osserva la loro trasformazione. La natura si plasma sotto la sua sapiente e paziente guida, non utilizza la chimica, ma attende le naturali reazioni tra le materie. Nipote di Franco Bucci noto ceramista di fama mondiale, nasce a Pesaro dove vive e lavora.
L’utilizzo della materia in Cecilioni è espressione di vita. Monocromia e geometrie, forme morbide e armoniche, sono il risultato di un attento studio volto a trasformare le materie ‘povere’ in opere che racchiudono il concetto del tempo, del suo disvelarsi. Dalla nascita degli elementi alla loro trasformazione mediante il volere e l’azione dell’artista. Tra le altre opere qui esposte “Aperture” e “I ricordi restano”, dalla serie Pizzi di Sale.
La Galleria d’Arte la Fonderia porta sulle rive d’Oltrarno tre artisti non toscani, il messicano Pablo Llana, Marco Ferri di Tarquinia e Lorenzo Cecilioni di Pesaro. La mostra andrà in scena dal 21 settembre al 5 ottobre presso i locali di via Della Fonderia, 42R, a Firenze.
Dolci. L'elemento dolce della mostra è caratterizzato da molte delle cartacce di plastica riciclate che contengono dolciumi "Junk Food" (cibo spazzatura), dolci e irrinunciabili. Pablo Llana utilizza questi scarti per contestare il fenomeno consumistico che ha ammalato la società occidentale contemporanea. Questa parte di dolciumi-Junk Food opposti nel gusto al sale, carezza l'uomo, lo seduce, lo conquista ed è desiderabile, nascondendo in realtà malessere fisico e sociale.
Carezze. La poetica dolce, carezzevole, fanciullesca e delicata e ermetica è la costante nelle opere di Marco Ferri.
Sale. L'elemento fondante dell'opera di Lorenzo Cecilioni che usa cristalli di sale come base per gran parte delle proprie opere.
L’ascesa artistica di Pablo Llana cresce insieme alla sua fama internazionale. Le opere di Llana hanno trovato posto a Firenze e nell’immaginario dei fiorentini grazie al gallerista Niccolò Mannini che lo ha scoperto e portato a Firenze per primo.
Pablo Llana, classe 1980, vive e lavora a Tijuana, in Messico. Si è diplomato in arte alla House of Culture di Tijuana. Contestatore, attivo contro le politiche consumistiche che avvelenano la terra e l’uomo, Llana invita a una riflessione politica e sociale sul binomio capitalismo-consumismo e obesità-identità. Attraverso l’utilizzo degli incarti di plastica delle multinazionali del junk food -cibo spazzatura- crea opere di forte impatto visivo da una tavolozza di colori derivata dagli scarti di plastica, riciclati magistralmente da Llana. Esposte, tra le altre opere ci saranno “Who is eating who?”, “Date Food” e “McDonald’s Te amo”.
Una vita fatta di mestieri, nuovi inizi e di ritorni alle origini quella di Marco Ferri, artista di Tarquinia. L’eterno ritorno alla vocazione artistica che da bambino ha segnato la strada di Marco Ferri, lo conduce nella composizione di materiali che dialogano tra loro e in un afflato si fondono in un racconto di vita. Un moto ondoso insito nella vita stessa.
Marco Ferri si scopre artista a 10 anni, quando inizia a frequentare Etrusculudens a Tarquinia, il laboratorio dove l'artista cileno Roberto Sebastian Matta studiava e sperimentava tecniche nuove per la sua arte.
Le opere di Marco Ferri sono entrate di diritto in prestigiose collezioni pubbliche e private, come la Banca d’Italia.
Le sue creazioni sono vivaci e rispecchiano la poliedrica attitudine di Ferri a spaziare tra diversi linguaggi utilizzando materiali come le resine, la carta, il vetro, la tela e la ceramica. Opere armoniche e ritmiche, proprio come le poesie che compone, a tratti fanciullesche, che riconducono lo spettatore ad avvicinarsi all’arte con gli occhi innocenti di un bambino. Tra le opere in mostra “Le ermetriche” e ”Per versi certi”.
Lorenzo Cecilioni è un artista alchimista. Opere tridimensionali, concepite e realizzate con materiali che richiamano l’arte povera come il cuoio, il legno, il cemento, il piombo e il sale, che dalla visione dell’artista prendono forma nelle sue mani in un elegante rigore compositivo. Interviene sulla natura degli elementi, studia le interazioni tra loro, osserva la loro trasformazione. La natura si plasma sotto la sua sapiente e paziente guida, non utilizza la chimica, ma attende le naturali reazioni tra le materie. Nipote di Franco Bucci noto ceramista di fama mondiale, nasce a Pesaro dove vive e lavora.
L’utilizzo della materia in Cecilioni è espressione di vita. Monocromia e geometrie, forme morbide e armoniche, sono il risultato di un attento studio volto a trasformare le materie ‘povere’ in opere che racchiudono il concetto del tempo, del suo disvelarsi. Dalla nascita degli elementi alla loro trasformazione mediante il volere e l’azione dell’artista. Tra le altre opere qui esposte “Aperture” e “I ricordi restano”, dalla serie Pizzi di Sale.
21
settembre 2019
Dolci Carezze di Sale
Dal 21 settembre al 05 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE LA FONDERIA
Firenze, Via Della Fonderia, 42r, (Firenze)
Firenze, Via Della Fonderia, 42r, (Firenze)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 16-20
Vernissage
21 Settembre 2019, ore 18
Sito web
Autore