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Guy Harloff – Alchimie e sinestesie
La mostra approfondisce la poetica dell’artista-filosofo, tra simbolismo, esoterismo, arte, musica, cinema, con oltre 40 opere su carta, cover di dischi jazz, libri e cataloghi rari, cortometraggi, accostati a un prezioso tappeto caucasico, fotografie e riletture pittoriche dell’artista Linda Orbac.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Simbolismo, filosofia ed esoterismo, ma anche arte, musica e cinematografia: tutto questo
compone il multiforme universo del poliedrico artista Guy Harloff, autore di spicco del secolo
scorso a cui è dedicata la mostra “GUY HARLOFF (1933-1991). Alchimie e sinestesie” presentata
al Centro Culturale di Milano dal 7 novembre al 5 dicembre 2019.
L’importante rassegna, curata da Serena Redaelli, è organizzata dallo Studio d’arte Nicoletta
Colombo, sede dell’Archivio Guy Harloff, e si avvale dei prestigiosi patrocini di Commissione
Europea, Regione Lombardia, Comune di Milano; l’evento è inoltre inserito nella programmazione
di BOOKCITY MILANO 2019.
Il percorso espositivo nelle sale del CMC offre al pubblico oltre quaranta opere su carta realizzate
dalla metà degli anni Cinquanta fino a tutti gli anni Ottanta, in dialogo con i più stimolanti temi
culturali e artistici coltivati da Guy Harloff a testimonianza dell’evoluzione della sua complessa
quanto inconfondibile poetica, espressa in un trentennio attorno ad alcuni soggetti prediletti: i
mandala, le lettere dell’alfabeto, i vascelli del Grande Viaggio, i libri della conoscenza, gli ampi
tappeti persiani, il cuore, l’Albero della Vita, l’alchemica Voie Royale, accompagnati da locuzioni,
scritte e datazioni volte a rafforzarne il profondo messaggio.
Avvicinatosi alla Beat Generation, il “mite gigante, pittore e alchimista” - come lo definì Dino
Buzzati - si dedica alla pittura, tra collage e chine colorate che, all’insegna dell’accumulazione
neo-barocca di segni, seguono un’ispirazione simbolica da miniaturista moderno, giocata
sull’ibridazione surreal-simbolista e neo-dadaista con l’allegoria ebraica, orientale e araba.
Per una più completa comprensione del “pianeta” Harloff, la mostra propone inoltre fotografie di
Roberto Masotti, importanti ritrovamenti dall’Archivio Lelli e Masotti che ritraggono l’artista sul suo
galeone a Chioggia e in occasione dell’apertura della personale alla Permanente di Milano,
quando l’amico sassofonista e compositore Ornette Coleman, con la sua band, allestisce un
memorabile concerto jazz. E ancora si possono ammirare cover di dischi jazz disegnate da
Harloff, foto documentarie, libri e cataloghi particolarmente rari, un prezioso esemplare di tappeto
caucasico (courtesy Mirco Cattai FineArt&AntiqueRugs, Milano), a confronto con i Tapis
harloffiani, ed una serie di riletture pittoriche dell’opera di Guy Harloff realizzate dalla giovane
artista Linda Caracciolo Borra, in arte Linda Orbac. L’esposizione prevede, infine, la proiezione di
due cortometraggi realizzati da Harloff, appassionato cinefilo, finora rimasti inediti e concepiti
dall’autore come integrazione della sua produzione pittorica.
Inoltre, in occasione dell’inaugurazione di mercoledì 6 novembre il quintetto Jazz Rain,
accompagnato dalla voce di Sania Gargano, propone un ricercato repertorio jazz anni Cinquanta e
Sessanta per rievocare l’atmosfera dello straordinario concerto milanese dedicato ad Harloff
dall’amico Coleman nel 1974.
L’anima da apolide, la vastità degli interessi, gli spostamenti ininterrotti tra Parigi, New York,
Milano, il Marocco e l’Iran, hanno infatti portato Guy Harloff a studiare il mondo del jazz, del
cinema, della filosofia - è stato cultore di alchimia, tantra, sufismo e cabala ebraica - della
letteratura e della critica d’arte, e ad avvicinarsi ad esponenti del grande collezionismo e dell’arte
internazionale, come Peggy Guggenheim, Philip Martin, Alberto Giacometti, Francis Bacon. Tra le
sue amicizie si ricordano i musicisti Ornette Coleman e Charles Mingus, gli scrittori Giovanni
Arpino ed Henry Miller, il poeta Alain Jouffroy, lo storico dell’arte Franco Russoli, il curatore Harald
Szeemann e i critici Michel Tapié e Patrick Waldberg, oltre alle collaborazioni con l’attore Vittorio
De Sica e l’artista Arsenije Jovanović. L’attuale esposizione al Centro Culturale di Milano, che
segue le recenti mostre milanesi alla Galleria San Barnaba del 2016 e alla Galleria Anna Maria
Consadori del 2018, prosegue quindi il progetto di riscoperta dell’articolata figura dell’artista-
filosofo di fama negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.
Accompagna la mostra un approfondito catalogo con testimonianze inedite e curiosità sulla vita e
la produzione dell’artista.
compone il multiforme universo del poliedrico artista Guy Harloff, autore di spicco del secolo
scorso a cui è dedicata la mostra “GUY HARLOFF (1933-1991). Alchimie e sinestesie” presentata
al Centro Culturale di Milano dal 7 novembre al 5 dicembre 2019.
L’importante rassegna, curata da Serena Redaelli, è organizzata dallo Studio d’arte Nicoletta
Colombo, sede dell’Archivio Guy Harloff, e si avvale dei prestigiosi patrocini di Commissione
Europea, Regione Lombardia, Comune di Milano; l’evento è inoltre inserito nella programmazione
di BOOKCITY MILANO 2019.
Il percorso espositivo nelle sale del CMC offre al pubblico oltre quaranta opere su carta realizzate
dalla metà degli anni Cinquanta fino a tutti gli anni Ottanta, in dialogo con i più stimolanti temi
culturali e artistici coltivati da Guy Harloff a testimonianza dell’evoluzione della sua complessa
quanto inconfondibile poetica, espressa in un trentennio attorno ad alcuni soggetti prediletti: i
mandala, le lettere dell’alfabeto, i vascelli del Grande Viaggio, i libri della conoscenza, gli ampi
tappeti persiani, il cuore, l’Albero della Vita, l’alchemica Voie Royale, accompagnati da locuzioni,
scritte e datazioni volte a rafforzarne il profondo messaggio.
Avvicinatosi alla Beat Generation, il “mite gigante, pittore e alchimista” - come lo definì Dino
Buzzati - si dedica alla pittura, tra collage e chine colorate che, all’insegna dell’accumulazione
neo-barocca di segni, seguono un’ispirazione simbolica da miniaturista moderno, giocata
sull’ibridazione surreal-simbolista e neo-dadaista con l’allegoria ebraica, orientale e araba.
Per una più completa comprensione del “pianeta” Harloff, la mostra propone inoltre fotografie di
Roberto Masotti, importanti ritrovamenti dall’Archivio Lelli e Masotti che ritraggono l’artista sul suo
galeone a Chioggia e in occasione dell’apertura della personale alla Permanente di Milano,
quando l’amico sassofonista e compositore Ornette Coleman, con la sua band, allestisce un
memorabile concerto jazz. E ancora si possono ammirare cover di dischi jazz disegnate da
Harloff, foto documentarie, libri e cataloghi particolarmente rari, un prezioso esemplare di tappeto
caucasico (courtesy Mirco Cattai FineArt&AntiqueRugs, Milano), a confronto con i Tapis
harloffiani, ed una serie di riletture pittoriche dell’opera di Guy Harloff realizzate dalla giovane
artista Linda Caracciolo Borra, in arte Linda Orbac. L’esposizione prevede, infine, la proiezione di
due cortometraggi realizzati da Harloff, appassionato cinefilo, finora rimasti inediti e concepiti
dall’autore come integrazione della sua produzione pittorica.
Inoltre, in occasione dell’inaugurazione di mercoledì 6 novembre il quintetto Jazz Rain,
accompagnato dalla voce di Sania Gargano, propone un ricercato repertorio jazz anni Cinquanta e
Sessanta per rievocare l’atmosfera dello straordinario concerto milanese dedicato ad Harloff
dall’amico Coleman nel 1974.
L’anima da apolide, la vastità degli interessi, gli spostamenti ininterrotti tra Parigi, New York,
Milano, il Marocco e l’Iran, hanno infatti portato Guy Harloff a studiare il mondo del jazz, del
cinema, della filosofia - è stato cultore di alchimia, tantra, sufismo e cabala ebraica - della
letteratura e della critica d’arte, e ad avvicinarsi ad esponenti del grande collezionismo e dell’arte
internazionale, come Peggy Guggenheim, Philip Martin, Alberto Giacometti, Francis Bacon. Tra le
sue amicizie si ricordano i musicisti Ornette Coleman e Charles Mingus, gli scrittori Giovanni
Arpino ed Henry Miller, il poeta Alain Jouffroy, lo storico dell’arte Franco Russoli, il curatore Harald
Szeemann e i critici Michel Tapié e Patrick Waldberg, oltre alle collaborazioni con l’attore Vittorio
De Sica e l’artista Arsenije Jovanović. L’attuale esposizione al Centro Culturale di Milano, che
segue le recenti mostre milanesi alla Galleria San Barnaba del 2016 e alla Galleria Anna Maria
Consadori del 2018, prosegue quindi il progetto di riscoperta dell’articolata figura dell’artista-
filosofo di fama negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.
Accompagna la mostra un approfondito catalogo con testimonianze inedite e curiosità sulla vita e
la produzione dell’artista.
06
novembre 2019
Guy Harloff – Alchimie e sinestesie
Dal 06 novembre al 05 dicembre 2019
arte contemporanea
personale
personale
Location
CMC – CENTRO CULTURALE DI MILANO
Milano, Largo Corsia dei Servi, 4, (Milano)
Milano, Largo Corsia dei Servi, 4, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-13 e 14-18.30
sabato ore 15.30-19
Vernissage
6 Novembre 2019, ore 18.30
Sito web
Ufficio stampa
IBC IRMA BIANCHI COMMUNICATION
Autore
Curatore
Produzione organizzazione
Patrocini