18 settembre 2019

Il nuovo quartier generale di Pace Gallery a Manhattan

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Apre a Manhattan il quartier generale di Pace Gallery, un nuovo grande spazio per l'arte contemporanea nel cuore del distretto artistico della città.

  • Una delle immagini del progetto. L'interno della Pace Gallery. Courtesy of: Pace Gallery
  • La facciata del nuovo quartier generale di Pace Gallery a Manhattan
  • I grandi lampadari di Fred Wilson in mostra. Courtesy of: Pace Gallery
  • Arne Glincher, fondatore di Pace Gallery e suo figlio Marc, attuale direttore della galleria, sui tetti del cantiere della nuova sede di Pace Gallery. Foto: Thomas Loof
  • Una delle immagini del progetto. L'interno della Pace Gallery. Courtesy of: Pace Gallery
  • Uno spaccato del progetto del nuovo quartier generale di Pace Gallery. Courtesy of: Pace Gallery
  • Da sinistra: Pete Townshend e Roger Daltrey dei The Who durante la serata inaugurale della Pace Gallery, dove hanno rivelato la copertina del nuovo album realizzata da Sir Peter Blake (Credits: Theo Wargo/Getty Images for Polydor Records).

Il 14 Settembre ha finalmente aperto al pubblico il nuovo quartier generale della Pace Gallery. Il colosso dell’arte contemporanea, attivo dagli anni Sessanta, ha aperto un nuovo grande spazio nel cuore di Manhattan, nel quartiere di Chelsea.

Come abbiamo già raccontato qui, l’edificio vanta dimensioni monumentali. Settemila metri quadri distribuiti su otto piani. Il progetto, costato più di 100 milioni di dollari, è stato realizzato dallo studio di architetti Bonetti/Kozerski. La facciata Nord è rivestita di lastroni di lava dell’Etna: il grigio scuro della pietra lavica gioca con i riflessi metallici, in un vivace contrasto. All’interno nessuna colonna interrompe lo sguardo del pubblico. Ampie vetrate permettono una visione dello skyline suggestivo della città. Le terrazze sul tetto offrono la possibilità di realizzare mostre all’aperto, in un costante dialogo tra interno ed esterno. Un ambiente dinamico, malleabile, dotato anche di una grande biblioteca e di un cinema da 150 posti.

“Oggi gli artisti hanno bisogno di nuovi spazi per presentare la loro arte”, ha dichiarato Marc Glimcher, presidente di Pace Gallery. La galleria si interroga sul proprio ruolo, ridefinendo la sua natura. Non soltanto un luogo per vendere ed esporre opere, ma spazio di aggregazione. “Un posto dove ci si può anche divertire”, prosegue Glimcher. Secondo lui, in un’epoca in cui la vendita al dettaglio nei negozi è rimpiazzata dall’acquisto online, le gallerie scampano alla crisi. Questo perché non si limitano al servizio di vendita, ma offrono al pubblico un’esperienza insostituibile.

Pace Gallery prevede un programma multidisciplinare di attività. Pace Live propone una fitta serie di eventi, gratis e aperti a tutti. Non solo mostre, ma anche rassegne cinematografiche, performance musicali, danza e tanto altro ancora. Uno staff d’eccellenza per la realizzazione: la curatrice Andria Hickey, che collabora con Mark Beasley, ex curatore della sezione Media and Performance Art del Museo di Hirshhorn, Oliver Shultz e Michaëla Mohrmann, entrambi provenienti dal MoMA, assunti pochi giorni fa.

Tantissimi gli eventi già in corso: una mostra di Alexander Calder al primo piano, una istallazione site-specific di Yto Barrada nella biblioteca, i lampadari di Fred Wilson al settimo piano, e i nuovi lavori di Loie Hollowel e David Hockney. L’ambizione della galleria è quella di poter competere non solo con gli altri grandi nomi del mercato, ma con la vocazione di ricerca dei più grandi musei internazionali.

Sensazionale la festa di inaugurazione, con oltre 800 ospiti presenti. Tra loro, Wes Anderson, Willem Dafoe e Julian Shnabel. Durante la loro esibizione live, i The Who hanno annunciato il loro nuovo album di inediti dopo 13 anni. Hanno anche mostrato la copertina dell’album, realizzata da Sir Peter Blake, artista noto anche per il design di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles.

Il New York Times riflette sulla natura di questi progetti mastodontici. Altre gallerie, come Gagosian, costruiscono spazi sempre più grandi, seguendo gli stessi principi di Pace Gallery. Alcuni esperti d’arte paragonano queste operazioni alle “corsa dei cavalli”, una competizione tra giganti a chi realizza l’edificio più grande, il progetto più ambizioso, mentre le piccole e medie gallerie periscono, incapaci di tenere loro testa.

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