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Rodolfo Aricò / Anna Castelli Ferrieri – L’amore per il progetto
Una mostra dedicata ad un dialogo tra due esponenti cardine dell’arte e del design milanese del Novecento: Rodolfo Aricò (1930-2002) e Anna Castelli Ferrieri (1918-2006)
Comunicato stampa
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A un anno dalla sua apertura, la galleria d’arte Tommaso Calabro continua il suo programma espositivo con Rodolfo Aricò / Anna Castelli Ferrieri. L’amore per il progetto, una mostra che costruisce un dialogo tra due rilevanti figure dell’arte e dell’architettura italiani del Novecento: Rodolfo Aricò (Milano, 1930-2002) e Anna Castelli Ferrieri (Milano, 1918-2006). La mostra sarà visitabile dal 27 settembre al 23 novembre 2019.
Nato a Milano nel 1930, Rodolfo Aricò fu uno tra i più singolari protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento. Tra il 1946 e il 1950 frequenta il Liceo Artistico di Brera, dove segue le lezioni di Storia dell’arte di Guido Ballo, e poi, sino al 1955, frequenta la Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si avvicina alle esperienze analitico-oggettuali e spazialiste condotte a Milano in quel periodo, così come alle sperimentazioni pittoriche d’oltreoceano. Attraverso il confronto con il Minimalismo americano e l’astrazione post-pittorica di Kenneth Nolan, Aricò matura l’idea delle sue tele sagomate, “dipinti-oggetti” caratterizzati da una geometria ambigua e, allo stesso tempo, da una forte componente lirico-emozionale. Sia nelle opere monumentali che in quelle di dimensioni più ridotte Aricò progetta la tela applicando i principi dell’assonometria, che conferiscono alle sue opere un grande rigore strutturale. Tale progettualità si basa su una personale riflessione sulle categorie tradizionali di resa spaziale, in particolare sugli esperimenti prospettici della pittura quattrocentesca italiana, di cui Aricò ripropone l’illusionismo in chiave moderna. Dall’inizio degli anni Settanta il rapporto tra l’oggetto e lo spazio viene indagato attraverso un’inusuale stesura del colore, che conferisce all’opera una forte ambiguità percettiva. Applicato attraverso una pompa normalmente utilizzata in campagna per irrorare le viti, esso si deposita in maniera imprevedibile sulla tela, travalicandone i confini e creando l’impressione di una superficie monocroma cangiante. Il colore, elemento anomalo, supera la logica razionale della struttura geometrica, sottraendovi consistenza e aprendo la possibilità di una percezione sensoriale ed emotiva dell’opera. Tale intreccio tra pittura, spazio e architettura si manifesta in modo evidente nel 1982 quando l’artista, su invito di Aldo Rossi, viene chiamato ad esporre le proprie opere nella mostra di architettura Idea e Conoscenza allestita alla XVI Triennale di Milano.
Architetto, designer, accademica e donna di grande cultura, Anna Castelli Ferrieri fu una delle voci più importanti dell’architettura italiana della seconda metà del Novecento. Nata a Milano circa dieci anni prima di Aricò, Castelli Ferrieri fu una delle prime donne a laurearsi in architettura presso il Politecnico di Milano, frequentando tra gli altri i corsi di Giò Ponti. Allieva di Franco Albini, si avvicina presto alla corrente razionalista italiana, frequentando i più importanti architetti e designer del suo tempo, quali Piero Bottoni, Ernesto Nathan Rogers, Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Roberto Sambonet e Marco Zanuso. Il suo rigore progettuale si sposa con la musica, la letteratura, il cinema, le arti, che Castelli Ferrieri conosce nella casa del padre Enzo Ferrieri, regista e grande intellettuale del tempo, fondatore de Il Convegno, una rivista, un teatro e un circolo culturale che divenne tra gli anni Venti e gli anni Quaranta un punto di riferimento della cultura europea.
Tale formazione tra le arti, così come per Aricò, anche per Anna Castelli Ferrieri sfocia in una sintesi nell’oggetto necessario, progettato con creatività e rigore, emotività e controllo formale. L’incessante ricerca sui nuovi materiali offerti dall’industria del tempo la portano a introdurre e diffondere l’uso delle materie plastiche nel design, sfruttandone la versatilità per ideare mobili dalle forme innovative. Si ricordano in particolar modo i mobili realizzati per Kartell, azienda di design fondata dal marito Giulio Castelli nel 1949, di cui fu direttrice artistica dal 1976 al 1987. Restano iconici ancora oggi la sedia 4870, la poltrona 4814, e i mobili 4970/84, meglio conosciuti con il nome di Componibili e oggi esposti nei più importanti musei del mondo, tra cui il MOMA e il Centre Pompidou. Le diverse scale del progetto - dal componibile all'architettura d'interni sino alla progettazione di abitazioni e uffici - testimoniano la capacità di sintesi di Anna Castelli e la volontà di pensare in modo complesso e umanistico alla relazione tra le arti. Le sue creazioni infatti, caratterizzate da monocromie sgargianti e realizzate in polipropilene, poliuretano e resina – materiali al tempo quasi inesplorati nel mondo del design – sono il frutto di un’approfondita ricerca sulle potenzialità dei materiali di rispondere ad esigenze di carattere sia funzionale che estetico, senza mai rinunciare a un’altissima qualità del prodotto.
La mostra Rodolfo Aricò / Anna Castelli Ferrieri. L’amore per il progetto si propone di intrecciare affinità e differenze tra due protagonisti accomunati da un’attenzione puntuale alla fase di ricerca e progettazione delle proprie opere, tra i primi a Milano a sfidare con innovazione i limiti l’uno della pittura, l’altra dell'architettura e del pensiero sull'oggetto d'uso. Attraverso le sale della galleria d’arte Tommaso Calabro, grandi tele sagomate di Rodolfo Aricò degli anni Sessanta e Settanta saranno esposte accanto alle creazioni di Anna Castelli Ferrieri, in un gioco di rimandi e corrispondenze tra oggetti e la loro poesia. La mostra intende presentare le loro opere come strutture che travalicano le categorie tradizionali della storia dell’arte, a cavallo tra pittura, scultura, architettura e design. La quarta stanza del percorso espositivo sarà dedicata all’esposizione di materiali inediti d’archivio provenienti dall’Archivio privato di Anna Castelli, che offriranno uno spaccato all’interno della sua vita e della sua produzione artistica.
La mostra inaugura una serie di tre esposizioni organizzate da Tommaso Calabro a cura di Paola Nicolin. Le esposizioni sono dialoghi tra maestri e maestre dell'arte, dell'architettura e del design del secondo dopoguerra italiano. Con questa mostra la galleria continua la propria ambizione di presentare progetti di ricerca che favoriscano un approccio interdisciplinare e prospettive inaspettate sulle esperienze artistiche del secondo Novecento.
Si ringraziano l’Archivio Rodolfo Aricò e il Kartell Museo per il supporto prestato nell’organizzazione di questa mostra. Si ringraziano Valerio Castelli e Matteo Iannello per la consultazione dell’Archivio privato di Anna Castelli Ferrieri.
Press
Tommaso Calabro Galleria d’Arte
Elena Caslini | elena@tommasocalabro.com | +39 02 49696387
PCM Studio
Paola Manfredi | press@paolamanfredi.com | +39 02 36769480 | +39 3499267882
Instagram
#annacastelliferrieri #rodolfoaricò
@Paola Nicolin @tommasocalabrogallery
Sito
www.tommasocalabro.com
Orari di apertura
martedì – sabato: ore 11:00 – 19:00
Nato a Milano nel 1930, Rodolfo Aricò fu uno tra i più singolari protagonisti dell’arte italiana del secondo Novecento. Tra il 1946 e il 1950 frequenta il Liceo Artistico di Brera, dove segue le lezioni di Storia dell’arte di Guido Ballo, e poi, sino al 1955, frequenta la Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano. Nella seconda metà degli anni Cinquanta si avvicina alle esperienze analitico-oggettuali e spazialiste condotte a Milano in quel periodo, così come alle sperimentazioni pittoriche d’oltreoceano. Attraverso il confronto con il Minimalismo americano e l’astrazione post-pittorica di Kenneth Nolan, Aricò matura l’idea delle sue tele sagomate, “dipinti-oggetti” caratterizzati da una geometria ambigua e, allo stesso tempo, da una forte componente lirico-emozionale. Sia nelle opere monumentali che in quelle di dimensioni più ridotte Aricò progetta la tela applicando i principi dell’assonometria, che conferiscono alle sue opere un grande rigore strutturale. Tale progettualità si basa su una personale riflessione sulle categorie tradizionali di resa spaziale, in particolare sugli esperimenti prospettici della pittura quattrocentesca italiana, di cui Aricò ripropone l’illusionismo in chiave moderna. Dall’inizio degli anni Settanta il rapporto tra l’oggetto e lo spazio viene indagato attraverso un’inusuale stesura del colore, che conferisce all’opera una forte ambiguità percettiva. Applicato attraverso una pompa normalmente utilizzata in campagna per irrorare le viti, esso si deposita in maniera imprevedibile sulla tela, travalicandone i confini e creando l’impressione di una superficie monocroma cangiante. Il colore, elemento anomalo, supera la logica razionale della struttura geometrica, sottraendovi consistenza e aprendo la possibilità di una percezione sensoriale ed emotiva dell’opera. Tale intreccio tra pittura, spazio e architettura si manifesta in modo evidente nel 1982 quando l’artista, su invito di Aldo Rossi, viene chiamato ad esporre le proprie opere nella mostra di architettura Idea e Conoscenza allestita alla XVI Triennale di Milano.
Architetto, designer, accademica e donna di grande cultura, Anna Castelli Ferrieri fu una delle voci più importanti dell’architettura italiana della seconda metà del Novecento. Nata a Milano circa dieci anni prima di Aricò, Castelli Ferrieri fu una delle prime donne a laurearsi in architettura presso il Politecnico di Milano, frequentando tra gli altri i corsi di Giò Ponti. Allieva di Franco Albini, si avvicina presto alla corrente razionalista italiana, frequentando i più importanti architetti e designer del suo tempo, quali Piero Bottoni, Ernesto Nathan Rogers, Vico Magistretti, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Roberto Sambonet e Marco Zanuso. Il suo rigore progettuale si sposa con la musica, la letteratura, il cinema, le arti, che Castelli Ferrieri conosce nella casa del padre Enzo Ferrieri, regista e grande intellettuale del tempo, fondatore de Il Convegno, una rivista, un teatro e un circolo culturale che divenne tra gli anni Venti e gli anni Quaranta un punto di riferimento della cultura europea.
Tale formazione tra le arti, così come per Aricò, anche per Anna Castelli Ferrieri sfocia in una sintesi nell’oggetto necessario, progettato con creatività e rigore, emotività e controllo formale. L’incessante ricerca sui nuovi materiali offerti dall’industria del tempo la portano a introdurre e diffondere l’uso delle materie plastiche nel design, sfruttandone la versatilità per ideare mobili dalle forme innovative. Si ricordano in particolar modo i mobili realizzati per Kartell, azienda di design fondata dal marito Giulio Castelli nel 1949, di cui fu direttrice artistica dal 1976 al 1987. Restano iconici ancora oggi la sedia 4870, la poltrona 4814, e i mobili 4970/84, meglio conosciuti con il nome di Componibili e oggi esposti nei più importanti musei del mondo, tra cui il MOMA e il Centre Pompidou. Le diverse scale del progetto - dal componibile all'architettura d'interni sino alla progettazione di abitazioni e uffici - testimoniano la capacità di sintesi di Anna Castelli e la volontà di pensare in modo complesso e umanistico alla relazione tra le arti. Le sue creazioni infatti, caratterizzate da monocromie sgargianti e realizzate in polipropilene, poliuretano e resina – materiali al tempo quasi inesplorati nel mondo del design – sono il frutto di un’approfondita ricerca sulle potenzialità dei materiali di rispondere ad esigenze di carattere sia funzionale che estetico, senza mai rinunciare a un’altissima qualità del prodotto.
La mostra Rodolfo Aricò / Anna Castelli Ferrieri. L’amore per il progetto si propone di intrecciare affinità e differenze tra due protagonisti accomunati da un’attenzione puntuale alla fase di ricerca e progettazione delle proprie opere, tra i primi a Milano a sfidare con innovazione i limiti l’uno della pittura, l’altra dell'architettura e del pensiero sull'oggetto d'uso. Attraverso le sale della galleria d’arte Tommaso Calabro, grandi tele sagomate di Rodolfo Aricò degli anni Sessanta e Settanta saranno esposte accanto alle creazioni di Anna Castelli Ferrieri, in un gioco di rimandi e corrispondenze tra oggetti e la loro poesia. La mostra intende presentare le loro opere come strutture che travalicano le categorie tradizionali della storia dell’arte, a cavallo tra pittura, scultura, architettura e design. La quarta stanza del percorso espositivo sarà dedicata all’esposizione di materiali inediti d’archivio provenienti dall’Archivio privato di Anna Castelli, che offriranno uno spaccato all’interno della sua vita e della sua produzione artistica.
La mostra inaugura una serie di tre esposizioni organizzate da Tommaso Calabro a cura di Paola Nicolin. Le esposizioni sono dialoghi tra maestri e maestre dell'arte, dell'architettura e del design del secondo dopoguerra italiano. Con questa mostra la galleria continua la propria ambizione di presentare progetti di ricerca che favoriscano un approccio interdisciplinare e prospettive inaspettate sulle esperienze artistiche del secondo Novecento.
Si ringraziano l’Archivio Rodolfo Aricò e il Kartell Museo per il supporto prestato nell’organizzazione di questa mostra. Si ringraziano Valerio Castelli e Matteo Iannello per la consultazione dell’Archivio privato di Anna Castelli Ferrieri.
Press
Tommaso Calabro Galleria d’Arte
Elena Caslini | elena@tommasocalabro.com | +39 02 49696387
PCM Studio
Paola Manfredi | press@paolamanfredi.com | +39 02 36769480 | +39 3499267882
#annacastelliferrieri #rodolfoaricò
@Paola Nicolin @tommasocalabrogallery
Sito
www.tommasocalabro.com
Orari di apertura
martedì – sabato: ore 11:00 – 19:00
26
settembre 2019
Rodolfo Aricò / Anna Castelli Ferrieri – L’amore per il progetto
Dal 26 settembre al 23 novembre 2019
arte moderna e contemporanea
design
design
Location
TOMMASO CALABRO ART GALLERY
Milano, Piazza San Sepolcro, 2, (Milano)
Milano, Piazza San Sepolcro, 2, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato, ore 11 - 19
Vernissage
26 Settembre 2019, ore 18 - 20
Sito web
Autore
Curatore