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Kiki Smith – Compass
La mostra raccoglie una selezione dell’ultima produzione dell’artista così come opere inedite. Disegni su carta di riso giapponese (kitikata) e su carta nepalese, arazzi, sculture in bronzo e in alluminio, stampe a contatto su carta fotografica di gelatina d’argento e cianotipie su foglie d’oro.
Comunicato stampa
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Galleria Continua è lieta di presentare “Compass”, la nuova mostra personale di Kiki Smith. A partire dagli anni '80 l'artista è stata una dei protagonisti internazionali nella disciplina dell’arte figurativa.
“Compass” - che nella traduzione italiana indica sia lo strumento per l'individuazione dei punti cardinali sulla superficie terrestre e in atmosfera, la bussola; sia il compasso, antico strumento geometrico da disegno utilizzato nella costruzione di figure geometriche complesse e nel disegno di circonferenze e archi - raccoglie una selezione dell’ultima produzione dell’artista così come opere inedite. Disegni su carta di riso giapponese (kitikata) e su carta nepalese, arazzi, sculture in bronzo e in alluminio, stampe a contatto su carta fotografica di gelatina d'argento e cianotipie su foglie d'oro. "L'anno scorso, uno studente ha insegnato alla nostra classe come fare i cianotipi. Stavo spiegando agli studenti come usare una matrice di incisione e combinarla con il processo fotografico del cianotipo”, spiega Kiki Smith, “da questa esperienza è scaturito un nuovo gruppo di opere”, una di queste, dà il titolo alla mostra di San Gimignano.
Dopo la fase caratterizzata da opere drammaticamente legate alla fisicità del corpo, a partire dalla fine degli Anni Novanta Kiki Smith concentra la sua attenzione sul mondo esterno. Il suo universo immaginifico si popola di animali e piante, con i quali, come evidenzia l’artista, condividiamo lo stesso destino. Nei lavori degli ultimi anni, diari di vita senza tempo, il registro si fa intimo e poetico; Smith riflette sulla vastità dell’universo, così come sull’anima femminile e quella animale, portatrici di un’armonia originaria oggi in parte perduta. Si spinge a scandagliare gli aspetti spirituali dell’essere umano, a comprendere le esperienze del mondo e del cosmo. Lo fa continuando ad attingere a un ventaglio estremamente ampio di fonti: i testi scientifici settecenteschi, il Medioevo cristiano con i suoi bestiari fantastici e le sue storie di martiri ed eroine, la fiaba luogo per eccellenza di metamorfosi, di passaggio e trasformazione nonché metafora di paure, pulsioni, istinti della psiche umana.
Il disegno per Kiki Smith è il luogo nel quale in maniera più immediata e spontanea l’immagine incontra la materia. Nei disegni che presenta a San Gimignano le donne continuano ad essere protagoniste indiscusse. Le troviamo tratteggiate in volti maturi dagli occhi luminosi come stelle che affiorano dallo sfondo blu intenso della stampa ed ancora, disegnate a matita e inchiostro su carta nepalese, una carta di fibra vegetale lunga, ricavata da un arbusto chiamato Lokta che cresce quasi esclusivamente sulle pendici dell’Himalaya, una forma di vegetazione estremamente resiliente ma anche simile, per i suoi colori caldi, la superficie diafana e la consistenza sottile, alla pelle umana.
Disarmata e vulnerabile è la figura femminile rappresentata in “Congregation”, uno degli arazzi in mostra. La progettazione di un arazzo inizia per Kiki Smith dalla realizzazione di un collage a grandezza naturale che dopo una serie di passaggi viene digitalizzato e stampato. Su questa stampa l’artista lavora nuovamente con inchiostri o acquerelli fino a raggiungere il risultato desiderato e passare quindi il modello al laboratorio di tessitura. L’utilizzo di un telaio jacquard elettronico consente all’artista la trascrizione di disegni estremamente complessi dando anche la possibilità di lavorare su un’ampia gamma di colori e sulla loro intensità. Smith interviene spesso anche a opera finita per impreziosire il tessuto con inserti di foglia d’oro e d’argento oppure dipingendo direttamente sull’arazzo per accentuare gli effetti cromatici.
In “Compass” l’universo celeste incontra quello femminile, consegnandoci l’idea di un’armonia spirituale che l’umanità, auspicabilmente, potrà ritrovare.
Kiki Smith nasce a Norimberga nel 1954, vive e lavora a New York e nella valle dell’Hudson; è professore associato presso la Columbia University e la New York University. Dopo aver esposto in collettive ai margini del tradizionale circuito delle gallerie, inizia a partecipare ad eventi presso le più prestigiose istituzioni internazionali tra queste, nel 1990, il Museum of Modern Art di New York, il Centre d’art Contemporain di Geneva, l’Institute of Contemporary Art di Amsterdam e successivamente, tra gli altri, nel 1993 l’Österreichisches Museum fur Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2005 la prima retrospettiva al Museum of Modern Art di San Francisco che viaggia anche al Walker Art Center di Minneapolis, al Contemporary Arts Museum di Houston, al Whitney Museum of American Art di New York e alla Colección Jumex di Città del Messico. Nel 2008 la mostra “Kiki Smith: Her Home” viene presentata al Haus Esters Museum di Krefeld, alla Kunsthalle di Norimberga, alla Fundació Joan Miró di Barcelona e all’Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art del Brooklyn Museum di New York. Tra le Biennali ricordiamo la Whitney Biennial di New York (1991,1993, 2002), la Biennale di Firenze (1996–1997; 1998) e quella di Venezia (1993, 1999, 2005, 2009, 2011, 2017). I lavori di Kiki Smith sono inclusi in più di cinquanta collezioni pubbliche in tutto il mondo. L’artista ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali: Lifetime Achievement Award dell’International Sculpture Center (2017), United States Art in Embassies Award (conferitole da Hillary Clinton nel 2013), Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); 50th Edward MacDowell Medal (2009); Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006), Skowhegan Medal for Sculpture (2000). Nel 2006 la rivista TIME l’ha indicata tra i “TIME 100”, le persone più influenti del mondo. L’artista è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters e dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 2019 per la prima volta un museo pubblico italiano, le Gallerie degli Uffizi, dedica una mostra monografica all’artista: “What I saw on the road”, allestita presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, curata da Eike Schmidt e Renata Pontus, il catalogo della mostra nella sua versione inglese è stato realizzato con il con il supporto di Galleria Continua. Dal 18 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 si terrà a Parigi presso The 11 Conti – Monnaie de Paris la prima personale di Kiki Smith in una istituzione pubblica francese. Si è conclusa il 15 settembre 2019 “Procession”, la personale dell’artista allestita al Museo Belvedere di Vienna.
“Compass” - che nella traduzione italiana indica sia lo strumento per l'individuazione dei punti cardinali sulla superficie terrestre e in atmosfera, la bussola; sia il compasso, antico strumento geometrico da disegno utilizzato nella costruzione di figure geometriche complesse e nel disegno di circonferenze e archi - raccoglie una selezione dell’ultima produzione dell’artista così come opere inedite. Disegni su carta di riso giapponese (kitikata) e su carta nepalese, arazzi, sculture in bronzo e in alluminio, stampe a contatto su carta fotografica di gelatina d'argento e cianotipie su foglie d'oro. "L'anno scorso, uno studente ha insegnato alla nostra classe come fare i cianotipi. Stavo spiegando agli studenti come usare una matrice di incisione e combinarla con il processo fotografico del cianotipo”, spiega Kiki Smith, “da questa esperienza è scaturito un nuovo gruppo di opere”, una di queste, dà il titolo alla mostra di San Gimignano.
Dopo la fase caratterizzata da opere drammaticamente legate alla fisicità del corpo, a partire dalla fine degli Anni Novanta Kiki Smith concentra la sua attenzione sul mondo esterno. Il suo universo immaginifico si popola di animali e piante, con i quali, come evidenzia l’artista, condividiamo lo stesso destino. Nei lavori degli ultimi anni, diari di vita senza tempo, il registro si fa intimo e poetico; Smith riflette sulla vastità dell’universo, così come sull’anima femminile e quella animale, portatrici di un’armonia originaria oggi in parte perduta. Si spinge a scandagliare gli aspetti spirituali dell’essere umano, a comprendere le esperienze del mondo e del cosmo. Lo fa continuando ad attingere a un ventaglio estremamente ampio di fonti: i testi scientifici settecenteschi, il Medioevo cristiano con i suoi bestiari fantastici e le sue storie di martiri ed eroine, la fiaba luogo per eccellenza di metamorfosi, di passaggio e trasformazione nonché metafora di paure, pulsioni, istinti della psiche umana.
Il disegno per Kiki Smith è il luogo nel quale in maniera più immediata e spontanea l’immagine incontra la materia. Nei disegni che presenta a San Gimignano le donne continuano ad essere protagoniste indiscusse. Le troviamo tratteggiate in volti maturi dagli occhi luminosi come stelle che affiorano dallo sfondo blu intenso della stampa ed ancora, disegnate a matita e inchiostro su carta nepalese, una carta di fibra vegetale lunga, ricavata da un arbusto chiamato Lokta che cresce quasi esclusivamente sulle pendici dell’Himalaya, una forma di vegetazione estremamente resiliente ma anche simile, per i suoi colori caldi, la superficie diafana e la consistenza sottile, alla pelle umana.
Disarmata e vulnerabile è la figura femminile rappresentata in “Congregation”, uno degli arazzi in mostra. La progettazione di un arazzo inizia per Kiki Smith dalla realizzazione di un collage a grandezza naturale che dopo una serie di passaggi viene digitalizzato e stampato. Su questa stampa l’artista lavora nuovamente con inchiostri o acquerelli fino a raggiungere il risultato desiderato e passare quindi il modello al laboratorio di tessitura. L’utilizzo di un telaio jacquard elettronico consente all’artista la trascrizione di disegni estremamente complessi dando anche la possibilità di lavorare su un’ampia gamma di colori e sulla loro intensità. Smith interviene spesso anche a opera finita per impreziosire il tessuto con inserti di foglia d’oro e d’argento oppure dipingendo direttamente sull’arazzo per accentuare gli effetti cromatici.
In “Compass” l’universo celeste incontra quello femminile, consegnandoci l’idea di un’armonia spirituale che l’umanità, auspicabilmente, potrà ritrovare.
Kiki Smith nasce a Norimberga nel 1954, vive e lavora a New York e nella valle dell’Hudson; è professore associato presso la Columbia University e la New York University. Dopo aver esposto in collettive ai margini del tradizionale circuito delle gallerie, inizia a partecipare ad eventi presso le più prestigiose istituzioni internazionali tra queste, nel 1990, il Museum of Modern Art di New York, il Centre d’art Contemporain di Geneva, l’Institute of Contemporary Art di Amsterdam e successivamente, tra gli altri, nel 1993 l’Österreichisches Museum fur Angewandte Kunst di Vienna. Nel 2005 la prima retrospettiva al Museum of Modern Art di San Francisco che viaggia anche al Walker Art Center di Minneapolis, al Contemporary Arts Museum di Houston, al Whitney Museum of American Art di New York e alla Colección Jumex di Città del Messico. Nel 2008 la mostra “Kiki Smith: Her Home” viene presentata al Haus Esters Museum di Krefeld, alla Kunsthalle di Norimberga, alla Fundació Joan Miró di Barcelona e all’Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art del Brooklyn Museum di New York. Tra le Biennali ricordiamo la Whitney Biennial di New York (1991,1993, 2002), la Biennale di Firenze (1996–1997; 1998) e quella di Venezia (1993, 1999, 2005, 2009, 2011, 2017). I lavori di Kiki Smith sono inclusi in più di cinquanta collezioni pubbliche in tutto il mondo. L’artista ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali: Lifetime Achievement Award dell’International Sculpture Center (2017), United States Art in Embassies Award (conferitole da Hillary Clinton nel 2013), Theo Westenberger Women of Excellence Award (2010); Nelson A. Rockefeller Award, Purchase College School of the Arts (2010); Women in the Arts Award, Brooklyn Museum (2009); 50th Edward MacDowell Medal (2009); Medal Award, School of the Museum of Fine Arts, Boston (2006); Athena Award for Excellence in Printmaking, Rhode Island School of Design (2006), Skowhegan Medal for Sculpture (2000). Nel 2006 la rivista TIME l’ha indicata tra i “TIME 100”, le persone più influenti del mondo. L’artista è stata eletta membro dell’American Academy of Arts and Letters e dell’American Academy of Arts and Sciences. Nel 2019 per la prima volta un museo pubblico italiano, le Gallerie degli Uffizi, dedica una mostra monografica all’artista: “What I saw on the road”, allestita presso la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti a Firenze, curata da Eike Schmidt e Renata Pontus, il catalogo della mostra nella sua versione inglese è stato realizzato con il con il supporto di Galleria Continua. Dal 18 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020 si terrà a Parigi presso The 11 Conti – Monnaie de Paris la prima personale di Kiki Smith in una istituzione pubblica francese. Si è conclusa il 15 settembre 2019 “Procession”, la personale dell’artista allestita al Museo Belvedere di Vienna.
28
settembre 2019
Kiki Smith – Compass
Dal 28 settembre 2019 al 06 gennaio 2020
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 10-13 e 14-19
Vernissage
28 Settembre 2019, h 18-24
Sito web
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore