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Prima sì, poi no, quindi ancora sì e adesso la decisione, qualunque essa sia, fa discutere. Insomma, non c’è pace per l’Uomo Vitruviano, fragile capolavoro conservato alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, che sarà ceduto in prestito per otto settimane al Louvre, in occasione della grande mostra dedicata a Leonardo da Vinci, in apertura il 24 ottobre. Contro il patto siglato tra il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e il suo omologo francese, Franck Riester – un dietro front rispetto alla decisione di Alberto Bonisoli, il quale, a sua volta, aveva contraddetto il precedente accordo di Franceschini – si era già scagliata Italia Nostra ricordando che, ai sensi dell’art. 66, comma 2, del Codice dei beni culturali, non possono uscire dal territorio della Repubblica «i beni che costituiscono il fondo principale di una determinata ed organica sezione di un museo, pinacoteca, galleria, archivio o biblioteca o di una collezione artistica o bibliografica».
Tra questi beni, rientra anche l’Uomo Vitruviano, che appartiene al fondo principale delle Gallerie dell’Accademia, in base all’identificazione, fatta con nota del 23 ottobre 2018 (Prot. 2470), dell’ex Direttrice del Museo, Paola Marini, arrivata a fine mandato e sostituita, a maggio 2019, da Giulio Manieri Elia. E adesso la protesta dilaga anche sul web, con i movimenti contro lo spopolamento e l’iperturismo di Venezia che, riuniti sotto l’egida dell’hashtag #minovadovia, fanno sentire la propria voce. A proclamare lo stato di agitazione social, il Gruppo 25 Aprile e Venezia mio futuro che, però, non si fermano alle piattaforme online e scenderanno in piazza sabato, per un flash mob davanti alle Gallerie dell’Accademia.
«Tutti abbiamo avuto in tasca almeno una volta la moneta da un euro con l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci ma non tutti sanno che l’originale si trova a Venezia dal 1882. Almeno lo saluteremo con l’onore delle armi», ha dichiarato al Corriere Marco Gasparinetti, portavoce del Gruppo 25 aprile. La protesta coinvolgerà anche i negozi e i ristoranti, che esporranno il poster dell’Uomo Vitruviano con la scritta “Mi non vado via”.
Leonardo realizzò l’Uomo Vitruviano intorno all’estate del 1490, quando conobbe il grande Francesco di Giorgio Martini, con il quale discusse del suo Trattato di architettura civile e militare, un testo all’avanguardia della tecnica dell’epoca e debitore delle teorie di architettura classica come riportate da Vitruvio. Una copia del trattato – conservata oggi alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze – fu in possesso dello stesso Leonardo, che non mancò di commentarla minuziosamente. Ispirato alle proporzioni vitruviane, il disegno è conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia dal 1882 quando, per ironia della sorte e per i proverbiali corsi e ricorsi storici, fu acquistato dal governo austriaco, insieme ad altri venticinque disegni di Leonardo, dagli eredi del collezionista milanese Giuseppe Bossi. L’opera, disegnata a penna e inchiostro su un foglio di carta di 34×24 centimetri, per motivi conservativi è raramente esposta al pubblico e non è inserita nel percorso di visita del museo. Nei mesi scorsi, però, l’Uomo Vitruviano è stato esposto nella mostra “Leonardo da Vinci. L’uomo modello del mondo”, sempre alle Gallerie dell’Accademia.
Ancora Italia Nostra appunta che, sempre in base all’art. 66, comma 2, del Codice dei beni culturali, non possono uscire dal territorio della Repubblica «i beni suscettibili di subire danni nel trasporto o nella permanenza in condizioni ambientali sfavorevoli. Secondo quanto riportato dall’Ansa, infatti, la sezione di Venezia di Italia Nostra sta valutando un ricorso al Tar del Veneto, contro l’accordo sul prestito dell’Uomo Vitruviano al Louvre, per la mostra parigina.