11 ottobre 2019

“Dentro il disegno”, la mostra curata da Lóránd Hegyi, a Saluzzo

di

A Saluzzo, in provincia di Cuneo, circa 250 disegni di 33 artisti internazionali nel progetto espositivo “Dentro il disegno”, a cura di Lóránd Hegyi. Fino al primo dicembre

Dentro il disegno Saluzzo
Radu Belcin, courtesy "Dentro il disegno"

Inaugura oggi, a La Castiglia di Saluzzo, in provincia di Cuneo, il progetto espositivo “Dentro il disegno” (fino al primo dicembre), a cura di Lóránd Hegyi. La mostra raccoglie circa 250 disegni di 33 artisti provenienti da «Italia, Francia, Austria, Ungheria, Germania, Romania, Albania, Slovakia) e Israele, Russia, USA, Cile, Camerun e Cina. L’Italia è rappresentata da sud a nord con una particolare attenzione alla Nuova Scuola Romana, una realtà protagonista dell’arte italiana degli ultimi decenni che dalla fine degli anni ’70 hanno segnato una generale tendenza alla rivisitazione dell’eredità del manierismo», si legge nel comunicato stampa.

Gli artisti invitati a “Dentro il disegno” a Saluzzo sono Marisa Albanese, Ruth Barabash, Radu Belcin, Anya Belyat- Giunta, Elzevir, Valerio Berruti, Davide Cantoni, Guglielmo Castelli, Gianni Dessì, Andrea Fogli, Aron Gabor, Daniele Galliano, Giuseppe Gallo, Ugo Giletta, Allison Hawkins, Dominika Horáková, Marine Joatton, Denica Lehocká, Felice Levini, Christian Lhopital, Eric Manigaud, Alois Mosbacher, Hermann Nietsch, Marina Paris, Piero Pizzi Cannella, László László Révész, Anila Rubiku, Hubert Scheibl, Marco Tirelli, Barthélémy Toguo, Sandra Vásquez De La Horra, Lois Weinberger, Wang Yuping. A Hermann Nitsch è dedicata una intera sala dello spazio espositivo della Castiglia in cui saranno esposte due grandi opere significative per quanto riguarda l’espressione del disegno.

Abbiamo raggiunto Lóránd Hegyi per farci dire di più.

Come è nato il progetto espositivo “Dentro il disegno”, alla Castiglia di Saluzzo?

«Da almeno vent’anni io lavoro sul tema del disegno contemporaneo: penso che questa espressione della forma artistica sia molto importante e significativa per la nostra epoca e anche rappresentativa dei tempi perché il disegno è qualcosa di personale, intimo e fragile. La rassegna “Dentro il disegno” propone un universo mentale contemporaneo per eccellenza, un universo eclettico, complesso ed eterogeneo che tuttavia si distingue per una notevole coerenza e un’intensa carica poetica, per concentrazione e autenticità. L’impegno dell’artista contemporaneo per trovare una narrazione autentica, sincera, empatica e sensibile si manifesta con particolare evidenza nel disegno, dove una fantasia radicale e un’immaginazione liberatoria e sovversiva evocano nuovi nessi e prospettive tra diverse dimensioni del vissuto umano».

Che cosa rappresentano, oggi, il disegno e il lavoro dell’artista?

«Intimità, fluidità e apertura: questo rappresenta il disegno contemporaneo. Senza formalità e senza sistemi rigidi definiti a priori tutto è più spontaneo. La cultura oggi è stanca del falso monumentalismo e di tutti i tipi di spettacolarità e gli artisti stessi cercano qualcosa di più autentico, onesto e rilevante per la nostra epoca. Il disegno mostra la fragilità umana lasciando così trasparire la vera, autentica anima. Non ha bisogno di materiali per essere realizzato e per questo motivo resta qualcosa di spontaneo e personale, come la scrittura: entrambi sono fluidità, fragilità e soggettività combinate con una immaginazione liberata».

Che cosa accomuna la ricerca degli artisti invitati?

«La parola “ricerca” per me è anacronistica, perché evoca questa idea che risale agli anni ‘20 e ‘30 di arte come scienza. Ma l’arte non ha nulla del rigore scientifico, è al contrario incertezza, spontaneità e fluidità che resistono contro un sistema rigido e monolitico. C’è un eclettismo di base che si evidenzia nella mostra e non c’è alcuna intenzione di creare qualcosa di omogeneo e sistematico. “Dentro il disegno” vuole creare e sprigionare empatia che è il più importante elemento dello spirito e dell’anima che questi disegni manifestano».

Come avete selezionato gli artisti invitati?

«Molti artisti li conosco da molto tempo, altri li ho scoperti in altre mostre o in viaggio. Io cerco continuamente l’autentica forma della narrativa e trovo, nonostante l’eterogeneità, una attitudine coerente. Conosco l’universo di tutti i 33 artisti in mostra, conosco la loro aura personale e la selezione è stata fatta sulla base di questa relazione personale che instauro con tutti i creatori».

Come sarà articolato il percorso espositivo?

«Questa mostra manifesta un’attitudine di autenticità. Nell’epoca in cui viviamo, segnata da un generale disorientamento e degradazione e dalla perdita di credibilità, gli artisti portano un messaggio positivo – non ottimista, ma positivo – mostrando grande sensibilità ed empatia per realtà umana. Potremmo definire il percorso “pathos senza pathos”: è mostra molto emozionale che punta sull’empatia e sulla sensibilità umana perché io non ho paura delle emozioni».

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui