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Giuseppe Di Costanzo – Segni minimi
Segni minimi è una raccolta di disegni su carta a tecnica mista e collage: disegni onirici, luoghi immaginari che si ispirano ai luoghi e le architetture del Mediterraneo. Il lavoro nasce dalla ricerca sul segno grafico che crea mondi fisici e interiori sempre in bilico tra astrazione e figurazione.
Comunicato stampa
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“La linea geometrica è un ente invisibile. Essa è la traccia lasciata dal punto in movimento, quindi un suo prodotto. Essa è sorta dal movimento – e precisamente attraverso l’annientamento della quiete suprema in sé conchiusa del punto. Qui ha luogo il salto dalla staticità al dinamismo.”
Così Vasilij Kandinskij descrive la linea in “Punto, linea, superficie” la sua analisi più matura sulla natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma; la linea come elemento dirompente che supera la staticità del punto e genera movimento, come atto generativo che interrompe il silenzio del punto e diviene parola, frase, racconto.
La linea di Giuseppe Di Costanzo è questo, un racconto di un mondo di fantasia, di una realtà che nasce istintivamente dal movimento della sua ispirazione. Quale direzione prendano le sue linee, quali spazi costruiscano, non è prevedibile, dall’autore stesso. La creatività non è forse a metà tra la consapevolezza dell’atto e un intuito imponderabile dalla provenienza sconosciuta? Volendo indagarla sembra di rintracciare nei suoi paesaggi gli echi delle città mediterranee che ha vissuto, i profili morbidi di monti e colline del sud Italia, la complessità degli skyline e degli impianti urbani delle metropoli contemporanee. Palese è la sua attitudine da architetto a progettare spazi. La sua linea ci conduce in un viaggio tra i vicoli di città medievali puntellate di antri e finestrelle, su scalinate barocche affollate di persone, indirizza lo sguardo attraverso fughe prospettiche ardite verso porte lontane.
La selezione proposta da SUBSTRATUM comprende disegni su carta a tecnica mista, con temi diversi ma accomunati dal proporre, sempre in bilico tra astrazione e figurazione, mondi fisici e interiori, relazioni e compenetrazioni di figure geometriche e di figure umane. Le linee descrivono ogni cosa in maniera personale, originale, mai fredda e oggettiva. Diventano così tratti, portatori di emozione e nella loro unicità e riconoscibilità della mano, segni. Indagano la forma e restituiscono lo spazio in maniera delicata, discreta, interrompono il silenzio sì, ma senza fare rumore. Sono “segni minimi”.
Giuseppe Di Costanzo, 1979, architetto di origini napoletane e formazione presso l’Università Federico II di Napoli, vive e lavora a Roma. Parallelamente all’attività di architetto porta avanti la sua ricerca artistica che si esprime in disegni su carta, collage, schizzi. I suoi “segni minimi” sono applicati anche su oggetti di design in ceramica e su tavolette di legno. Una sua opera è stata riprodotta su un tappeto di Cc-tapis. Espone e vende le sue opere nel bookshop di Palazzo Grassi, Punta della Dogana a Venezia.
Per maggiori informazioni: art.giuseppedicostanzo.com
Così Vasilij Kandinskij descrive la linea in “Punto, linea, superficie” la sua analisi più matura sulla natura e le proprietà degli elementi fondamentali della forma; la linea come elemento dirompente che supera la staticità del punto e genera movimento, come atto generativo che interrompe il silenzio del punto e diviene parola, frase, racconto.
La linea di Giuseppe Di Costanzo è questo, un racconto di un mondo di fantasia, di una realtà che nasce istintivamente dal movimento della sua ispirazione. Quale direzione prendano le sue linee, quali spazi costruiscano, non è prevedibile, dall’autore stesso. La creatività non è forse a metà tra la consapevolezza dell’atto e un intuito imponderabile dalla provenienza sconosciuta? Volendo indagarla sembra di rintracciare nei suoi paesaggi gli echi delle città mediterranee che ha vissuto, i profili morbidi di monti e colline del sud Italia, la complessità degli skyline e degli impianti urbani delle metropoli contemporanee. Palese è la sua attitudine da architetto a progettare spazi. La sua linea ci conduce in un viaggio tra i vicoli di città medievali puntellate di antri e finestrelle, su scalinate barocche affollate di persone, indirizza lo sguardo attraverso fughe prospettiche ardite verso porte lontane.
La selezione proposta da SUBSTRATUM comprende disegni su carta a tecnica mista, con temi diversi ma accomunati dal proporre, sempre in bilico tra astrazione e figurazione, mondi fisici e interiori, relazioni e compenetrazioni di figure geometriche e di figure umane. Le linee descrivono ogni cosa in maniera personale, originale, mai fredda e oggettiva. Diventano così tratti, portatori di emozione e nella loro unicità e riconoscibilità della mano, segni. Indagano la forma e restituiscono lo spazio in maniera delicata, discreta, interrompono il silenzio sì, ma senza fare rumore. Sono “segni minimi”.
Giuseppe Di Costanzo, 1979, architetto di origini napoletane e formazione presso l’Università Federico II di Napoli, vive e lavora a Roma. Parallelamente all’attività di architetto porta avanti la sua ricerca artistica che si esprime in disegni su carta, collage, schizzi. I suoi “segni minimi” sono applicati anche su oggetti di design in ceramica e su tavolette di legno. Una sua opera è stata riprodotta su un tappeto di Cc-tapis. Espone e vende le sue opere nel bookshop di Palazzo Grassi, Punta della Dogana a Venezia.
Per maggiori informazioni: art.giuseppedicostanzo.com
24
ottobre 2019
Giuseppe Di Costanzo – Segni minimi
Dal 24 ottobre al 30 novembre 2019
arte contemporanea
Location
SUBSTRATUM
Roma, via in Selci , 84B, (Roma)
Roma, via in Selci , 84B, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-13:30 e 14:30-19:30
Vernissage
24 Ottobre 2019, h 18:30-22:00
Ufficio stampa
substratum
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento