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Non chiamatemi collezionista: la raccolta di Gino Di Maggio arriva a Tolosa
Mostre
La collezione di Gino Di Maggio arriva in Francia, a Tolosa, negli spazi di Les Abattoirs Musée – Frac Occitanie, per un progetto espositivo dal significativo titolo “Viva Gino! Une vie dans l’art”.
Classe 1940, Gino Di Maggio, è creatore e presidente della Fondazione Mudima di Milano, la prima in Italia dedicata all’arte contemporanea e alla ricerca musicale. Scrittore ed editore di libri e riviste come Alphabeta 2, appassionato d’arte, sin dagli anni Cinquanta ha organizzato numerose personali e diversi progetti in situ alla fondazione milanese, oltre ad animare la scena culturale italiana e internazionale con biennali e festival.
«A chi me lo chiede, rispondo sempre che non sono un collezionista, perché è probabilmente difficile o inappropriato definire come una raccolta quello che ho raccolto a caso durante tutto questi anni. Quello che mi trovo è il risultato incontri, situazioni, relazioni esseri umani che non miravano principalmente l’acquisizione di opere d’arte», ha spiegato Gino Di Maggio.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/11/Nam-June-Paik_Man_1990_290X119X41cm_bois-et-monitors-717x1024.jpg)
Dal Ready Made al Mono-Ha, la vita per l’arte di Gino Di Maggio
La mostra a Tolosa, che presenta solo una parte della collezione di Gino Di Maggio, ripercorre alcuni movimenti artistici del XX secolo e, al contempo, ci parla dei rapporti di amicizia tra gli artisti e il collezionista. Si tratta, dunque, di «una collezione in azione», come da definizione dei curatori, Annabelle Ténèze, direttrice degli Abattoirs, e Valentin Rodriguez, direttore delle collezioni, poiché riflette l’investimento morale ed etico del suo autore e la voglia di condividere la passione per l’arte direttamente con gli artisti, sostenendoli lungo tutto il processo artistico dell’opera.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/11/John-Cage_Piano-Family_exposition-Pianofortissimo_1989_photo-de-Archivio-Fabrizio-Garghetti.jpg)
L’esposizione riunisce un centinaio di opere di una cinquantina di artisti che vanno da Yoko Ono a Lee Ufan, Daniel Spoerri, Nam June Paik, Milan Knizak, Kazuo Shiraga. Non manca Benjamin Vautier, detto Ben, figura di prua del movimento Fluxus, e creatore della Fondation du doute a Blois, città sita nella regione Centre-Val de Loire, a cui Gino Di Maggio ha prestato diverse sue opere.
L’esposizione prende il via con il movimento Fluxus e le opere di George Brecht, John Cage e Robert Filliou. Seguono undici sezioni, tra cui quella dedicata al Manifesto futurista che rimanda inevitabilmente a Marinetti, al ready-made con Duchamp, allo spazialismo con Lucio Fontana e Piero Manzoni, ai Nouveaux Réalistes con Arman, César, Raymond Hains, per citarne solo alcuni, per poi fare un salto in Giappone tra Gutai e Mono-Ha. Sotto il titolo L’altra faccia dell’Italia troviamo opere di Livio Marzot, Marinella Pirelli, Alighiero Boetti, Sergio Lombardo, Renato Mambor e Fausta Squatriti.
La mostra, aperta dal 28 febbraio al 30 agosto 2020, rientra nei festeggiamenti dei primi 20 anni del museo, e si riallaccia a quel fil rouge che contraddistingue le esposizioni a Les Abattoirs, intorno ai legami tra la personalità del collezionista e le opere e gli artisti che sceglie.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2019/11/Sergio-Lombardo_Personaggio_acrylique-sur-toile_190x255_1963-1024x777.jpg)