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Dall’Est All’Ovest
Nel periodo 02-30 dicembre 2019 la Galleria dell’Accademia di Romania in Roma, in collaborazione con l’Unione degli Artisti di Romania – Oradea, ospiterà la mostra d’arte visiva “Dall’Est all’Ovest” che riunisce opere firmate da 43 artisti romeni.
Comunicato stampa
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Nel periodo 02 - 31 dicembre 2019, la Galleria dell’Accademia di Romania in Roma, in collaborazione con l'Unione degli Artisti di Romania - Oradea, ospiterà la mostra d'arte visiva " Dall’Est all’Ovest" che riunisce opere firmate da 43 artisti romeni: 30 opere di pittura, grafica, tessuti e 13 opere di scultura, ceramiche e installazioni.
Il concetto della mostra implica un focus sul "periodo di transizione" in tutta la sua complessità, da un periodo e da uno scenario storico ad un altro e allega una serie di domande e risposte relative a identità, luogo, tradizioni, cambiamento, trasferimento e trasgressione. Quarantatré opere costruiranno una struttura complessa in cui gli artisti cercheranno di rispondere alle domande attraverso molteplici mezzi di espressione, comprendendo tutte le forme di manifestazione delle arti visive e trascendendo i confini di vecchi canoni o modelli sociali, nella loro urgente necessità di liberare l'arte o di passare, a volte, oltre il limite della conoscenza.
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Artisti in mostra:
Alexandru Ciobotariu, Agela Szabo, Corina Baciu, Dan Mircea, Dates Campeanu, Dorin Damaschin, Cosmin Durgheu, Costea Constantin, Darius Martin, Diana Bohnstendt Gavrilaș, Denisa Romocea, Diana Suigan, Dorel Gaina, Erszebet Dobos, Gheongy Kerekes Ujvarossy, Horea Selegean, Florina Iepure, Ieronim Morut, Juhas Imre, Ioan Augustin Pop, Ioan Aurel Mureșan, Katalin Marton, Laszlo Ujvarossy, Marta Jakobovits, Marius Vesa, Mihaela Tatulescu, Miklos Onucsan Noemi Szep Janko, Nina Danci, Ovi Pascu, Remus Ilisie, Raluca Avramut Ferchi, Radu Tarnovean Rudolf Bone, Rodica Indig, Sandor Bartha, Tibi Fekete, Terez Matza, Teofil Stiop, Teodora Bicescu, Tudor Francu, Vioara Bara, Zoltan Imre.
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Quale missione e che ruolo possono mai avere gli artisti visivi, accanto a tutti gli altri artisti nel processo d’integrazione europea, a volte rapido e armonioso, altre volte magari lento e complesso? Nel configurarsi di una coscienza mentale sempre più unitaria, al di là delle lingue, delle tradizioni e delle diverse situazioni storiche, nell’elaborare una comune politica dell’immaginario (diritto inalienabile di ognuno di noi), gli artisti portano quegli ingredienti di acuta sensibilità e di libertà interiore che ci stimolano ad oltrepassare i limiti stereotipati, il conformismo urbano e l’immobilismo inerziale. Gli artisti sono coloro che incanalano percezioni intense ed energie emozionali nuove, sconosciute, nelle nostre strutture psichiche ed intellettuali, le quali tendono sempre a perdersi nei meccanismi e nell’omologazione globale.
Gli artisti continuano ad essere una sorta di „cellule sensibili”, emozionali, immaginifiche, di quel grande organismo biologico e sociale dell’umanità che si sta unificando. Sparpagliati in tutte le nazioni, loro compongono un’invisibile „rete sensibile” globale, attraverso la quale il pianeta sente, saggia e sogna un possibile futuro dell’uomo, una possibile evoluzione della psiche universale (che non è prerogativa del solo regno umano). Gli artisti formano una specie di „organo visionario” dell’esistenza terrestre, per mezzo del quale la Vita - pellicola organica e intelligente che avvolge la Terra - cerca varianti per sopravvivere ed evolversi.
A questo ampio sforzo di continua riconfigurazione umana, gli artisti romeni apportano la propria storia e sensibilità aperta con coraggio verso la specificità e verso l’universale. Vi apportano un’instancabile sete di modernità, radicata costantemente in una tradizione arcaica e medioevale ancora vitale e prolifica al livello degli artefatti, tradizione da cui loro estraggono un immaginario estremamente ricco, tenendo un occhio attento al panteismo e alla spiritualità. Vi apportano una sensibilità ancora legata alla natura e al cosmo, con la quale filtrano in maniera intuitiva tutte le tendenze estetiche del panorama artistico, aggiungendovi la spinta a superare sé stessi. Vi apportano, inoltre, una recente storia politica ancora sofferta, che riconvertono però in materia prima per poter superare e trasfigurare la stessa storia. E finalmente vi apportano un’eredità culturale ancestrale di centinaia d’anni che offrono alla difficile e ardente attualità, non prima di aver passato, però, quest’eredità attraverso il filtro della loro propria personalità.
Con la loro ricca diversità di tecniche e stili concordi con il „mainstream” visivo contemporaneo, gli artisti di Oradea (una bella e vivace città della Romania odierna) offrono in omaggio alla magnifica metropoli di Roma il proprio immaginario e la propria sensibilità.
Curatrice, Magda Cârneci
poetessa & critico d’arte
capo redattore della Rivista-ARTA, Bucarest
Il concetto della mostra implica un focus sul "periodo di transizione" in tutta la sua complessità, da un periodo e da uno scenario storico ad un altro e allega una serie di domande e risposte relative a identità, luogo, tradizioni, cambiamento, trasferimento e trasgressione. Quarantatré opere costruiranno una struttura complessa in cui gli artisti cercheranno di rispondere alle domande attraverso molteplici mezzi di espressione, comprendendo tutte le forme di manifestazione delle arti visive e trascendendo i confini di vecchi canoni o modelli sociali, nella loro urgente necessità di liberare l'arte o di passare, a volte, oltre il limite della conoscenza.
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Artisti in mostra:
Alexandru Ciobotariu, Agela Szabo, Corina Baciu, Dan Mircea, Dates Campeanu, Dorin Damaschin, Cosmin Durgheu, Costea Constantin, Darius Martin, Diana Bohnstendt Gavrilaș, Denisa Romocea, Diana Suigan, Dorel Gaina, Erszebet Dobos, Gheongy Kerekes Ujvarossy, Horea Selegean, Florina Iepure, Ieronim Morut, Juhas Imre, Ioan Augustin Pop, Ioan Aurel Mureșan, Katalin Marton, Laszlo Ujvarossy, Marta Jakobovits, Marius Vesa, Mihaela Tatulescu, Miklos Onucsan Noemi Szep Janko, Nina Danci, Ovi Pascu, Remus Ilisie, Raluca Avramut Ferchi, Radu Tarnovean Rudolf Bone, Rodica Indig, Sandor Bartha, Tibi Fekete, Terez Matza, Teofil Stiop, Teodora Bicescu, Tudor Francu, Vioara Bara, Zoltan Imre.
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Quale missione e che ruolo possono mai avere gli artisti visivi, accanto a tutti gli altri artisti nel processo d’integrazione europea, a volte rapido e armonioso, altre volte magari lento e complesso? Nel configurarsi di una coscienza mentale sempre più unitaria, al di là delle lingue, delle tradizioni e delle diverse situazioni storiche, nell’elaborare una comune politica dell’immaginario (diritto inalienabile di ognuno di noi), gli artisti portano quegli ingredienti di acuta sensibilità e di libertà interiore che ci stimolano ad oltrepassare i limiti stereotipati, il conformismo urbano e l’immobilismo inerziale. Gli artisti sono coloro che incanalano percezioni intense ed energie emozionali nuove, sconosciute, nelle nostre strutture psichiche ed intellettuali, le quali tendono sempre a perdersi nei meccanismi e nell’omologazione globale.
Gli artisti continuano ad essere una sorta di „cellule sensibili”, emozionali, immaginifiche, di quel grande organismo biologico e sociale dell’umanità che si sta unificando. Sparpagliati in tutte le nazioni, loro compongono un’invisibile „rete sensibile” globale, attraverso la quale il pianeta sente, saggia e sogna un possibile futuro dell’uomo, una possibile evoluzione della psiche universale (che non è prerogativa del solo regno umano). Gli artisti formano una specie di „organo visionario” dell’esistenza terrestre, per mezzo del quale la Vita - pellicola organica e intelligente che avvolge la Terra - cerca varianti per sopravvivere ed evolversi.
A questo ampio sforzo di continua riconfigurazione umana, gli artisti romeni apportano la propria storia e sensibilità aperta con coraggio verso la specificità e verso l’universale. Vi apportano un’instancabile sete di modernità, radicata costantemente in una tradizione arcaica e medioevale ancora vitale e prolifica al livello degli artefatti, tradizione da cui loro estraggono un immaginario estremamente ricco, tenendo un occhio attento al panteismo e alla spiritualità. Vi apportano una sensibilità ancora legata alla natura e al cosmo, con la quale filtrano in maniera intuitiva tutte le tendenze estetiche del panorama artistico, aggiungendovi la spinta a superare sé stessi. Vi apportano, inoltre, una recente storia politica ancora sofferta, che riconvertono però in materia prima per poter superare e trasfigurare la stessa storia. E finalmente vi apportano un’eredità culturale ancestrale di centinaia d’anni che offrono alla difficile e ardente attualità, non prima di aver passato, però, quest’eredità attraverso il filtro della loro propria personalità.
Con la loro ricca diversità di tecniche e stili concordi con il „mainstream” visivo contemporaneo, gli artisti di Oradea (una bella e vivace città della Romania odierna) offrono in omaggio alla magnifica metropoli di Roma il proprio immaginario e la propria sensibilità.
Curatrice, Magda Cârneci
poetessa & critico d’arte
capo redattore della Rivista-ARTA, Bucarest
02
dicembre 2019
Dall’Est All’Ovest
Dal 02 al 30 dicembre 2019
arte contemporanea
Location
ACCADEMIA DI ROMANIA
Roma, Viale delle Belle Arti, 110, (Roma)
Roma, Viale delle Belle Arti, 110, (Roma)
Orario di apertura
Chiuso LUNEDÌ e i giorni festivi
(25-27 dicembre)
Da MARTEDÌ a VENERDÌ
14:00 – 19:00.
SABATO e DOMENICA
10:00 – 13:00 / 14:00 – 19:00
Vernissage
2 Dicembre 2019, h 18:00
Sito web
Ufficio stampa
info@accadromania.it
Autore
Curatore