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Anna Battistini è su Facebook. Presentazione del libro
In questo libro, scritto dopo aver posto la parola “Fine” ad Anna Battistini è su Facebook – opera realizzata nel noto social -, Anna Valeria Borsari ripercorre le iniziali motivazioni del proprio lavoro. Presentazione del libro il 12 dicembre alle ore 18 in Fondazione.
Comunicato stampa
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Ne parleranno con l’autrice:
Ruggero Eugeni, Docente di Semiotica dei Media, Università Cattolica di Milano
Giorgio Zanchetti, Docente di Storia dell'arte contemporanea, Università degli Studi di Milano
In questo libro, scritto dopo aver posto la parola “Fine” ad Anna Battistini è su Facebook - opera realizzata nel noto social -, Anna Valeria Borsari ripercorre le iniziali motivazioni del proprio lavoro, portate poi avanti nel tempo, ed osserva come dall’inizio degli anni Ottanta vi sia stata una totale inversione di tendenza rispetto a quel processo di “uscita dal soggetto” che almeno da un secolo si era avviato, secondo un’ininterrotta linea di pensiero deviante rispetto al neoplatonismo ed all’idealismo su cui si fonda la nostra cultura occidentale. Rilevanti mutazioni della concezione di identità, ascrivibili alla cosiddetta civiltà dei consumi oltre che alla grande diffusione di nuove tecnologie, hanno infatti riportato il soggetto al centro dell’attenzione, se pur in modo assolutamente diverso da quello che poteva essere l’antropocentrismo rinascimentale; l’uomo infatti non è più al centro del mondo che può osservare e riprodurre, ma si trova immediatamente immerso in una dimensione “plurale”, alla ricerca di una sua identità nelle frammentarie immagini che il mondo gli riflette.
Nel teatro della crudeltà di Antonin Artaud, come nei voli spettacolari e negli scritti di Amelia Earhart, pilota americana dei primi decenni del 900, di cui Borsari ha postato testi ed immagini nel suo lavoro su FB, si avvertiva, se pur con modalità ben differenziate, la necessità di andare oltre se stessi, di trascendere il quotidiano, per raggiungere l’assoluto attraverso il proprio sacrificio. “Ma in quegli anni in America, come in Europa, la grande diffusione di giornali, la pubblicità, la radio, il cinema, avevano già dato inizio a quel contesto mediatico e pubblicitario insieme che può condizionare l’individuo”; così, come scrive l’autrice, “la necessità di avere un pubblico che si immedesimasse in quanto si stava facendo, anticipava quello che oggi avviene in modo parossistico, quando tutto è immediatamente da mostrare, prima ancora che da vivere”.
Dopo alcune ricerche sul tema del riferimento e dell’identità, attuate anche come linguista, AVB dalla fine degli anni Settanta ha operato in ambienti naturali ed in esterni o interni urbani, creando opere precarie in cui anche il soggetto, l’autore, finiva per sparire, per “alienarsi”, e di cui restava una documentazione fotografica o un racconto. In Anna Battistini è su Facebook, il social sostituisce quei luoghi materiali che sempre più hanno perso una loro specificità, e l’autrice, dopo esservi intervenuta in modo inizialmente anonimo, ancora una volta riesce a sparirvi lasciando agli altri la scena e l’azione. Su analoghe tematiche AVB ha scritto Il Punto nullo. Alcune istruzioni per costruire castelli di sabbia, (2001, Campanotto ed.), libro opera in cui viene analizzata la perdita dell’identità quando ci si addentra nella materia e nel tempo, e Musei del vento (in A.V. Borsari, F. Farinelli, E. Fiorani, R. Milani, G.B. Vai, Naturale e/o artefatto, ed. Mimesis, 2015).
Ruggero Eugeni, Docente di Semiotica dei Media, Università Cattolica di Milano
Giorgio Zanchetti, Docente di Storia dell'arte contemporanea, Università degli Studi di Milano
In questo libro, scritto dopo aver posto la parola “Fine” ad Anna Battistini è su Facebook - opera realizzata nel noto social -, Anna Valeria Borsari ripercorre le iniziali motivazioni del proprio lavoro, portate poi avanti nel tempo, ed osserva come dall’inizio degli anni Ottanta vi sia stata una totale inversione di tendenza rispetto a quel processo di “uscita dal soggetto” che almeno da un secolo si era avviato, secondo un’ininterrotta linea di pensiero deviante rispetto al neoplatonismo ed all’idealismo su cui si fonda la nostra cultura occidentale. Rilevanti mutazioni della concezione di identità, ascrivibili alla cosiddetta civiltà dei consumi oltre che alla grande diffusione di nuove tecnologie, hanno infatti riportato il soggetto al centro dell’attenzione, se pur in modo assolutamente diverso da quello che poteva essere l’antropocentrismo rinascimentale; l’uomo infatti non è più al centro del mondo che può osservare e riprodurre, ma si trova immediatamente immerso in una dimensione “plurale”, alla ricerca di una sua identità nelle frammentarie immagini che il mondo gli riflette.
Nel teatro della crudeltà di Antonin Artaud, come nei voli spettacolari e negli scritti di Amelia Earhart, pilota americana dei primi decenni del 900, di cui Borsari ha postato testi ed immagini nel suo lavoro su FB, si avvertiva, se pur con modalità ben differenziate, la necessità di andare oltre se stessi, di trascendere il quotidiano, per raggiungere l’assoluto attraverso il proprio sacrificio. “Ma in quegli anni in America, come in Europa, la grande diffusione di giornali, la pubblicità, la radio, il cinema, avevano già dato inizio a quel contesto mediatico e pubblicitario insieme che può condizionare l’individuo”; così, come scrive l’autrice, “la necessità di avere un pubblico che si immedesimasse in quanto si stava facendo, anticipava quello che oggi avviene in modo parossistico, quando tutto è immediatamente da mostrare, prima ancora che da vivere”.
Dopo alcune ricerche sul tema del riferimento e dell’identità, attuate anche come linguista, AVB dalla fine degli anni Settanta ha operato in ambienti naturali ed in esterni o interni urbani, creando opere precarie in cui anche il soggetto, l’autore, finiva per sparire, per “alienarsi”, e di cui restava una documentazione fotografica o un racconto. In Anna Battistini è su Facebook, il social sostituisce quei luoghi materiali che sempre più hanno perso una loro specificità, e l’autrice, dopo esservi intervenuta in modo inizialmente anonimo, ancora una volta riesce a sparirvi lasciando agli altri la scena e l’azione. Su analoghe tematiche AVB ha scritto Il Punto nullo. Alcune istruzioni per costruire castelli di sabbia, (2001, Campanotto ed.), libro opera in cui viene analizzata la perdita dell’identità quando ci si addentra nella materia e nel tempo, e Musei del vento (in A.V. Borsari, F. Farinelli, E. Fiorani, R. Milani, G.B. Vai, Naturale e/o artefatto, ed. Mimesis, 2015).
12
dicembre 2019
Anna Battistini è su Facebook. Presentazione del libro
12 dicembre 2019
incontro - conferenza
presentazione
presentazione
Location
FONDAZIONE MUDIMA
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Milano, Via Alessandro Tadino, 26, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 11-13 e 15-19
Vernissage
12 Dicembre 2019, h 18:00
Editore
POSTMEDIABOOKS
Autore