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Riccardo Riva / Silvia Pepe – Ohr
Ohr è una installazione artistica di Riccardo Riva e Silvia Pepe.
Comunicato stampa
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Alfabeti atavici, anime senza sole, segni tellurici, scagliati oltre il respirabile, onde di sogno disturbato nel sonno ammaccato di relitti installati nel dubbio, contratti tra pieghe accartocciate ustionate. Disseminazioni di significanti perturbanti, quadri di dissoluzione, angeli di desolazione. Dal segno, al suono, l'angelo appeso al destino del messaggio da consegnare, al simbolo ermetico da custodire. Tracciare è un gesto vitale, apertura sul senso da ritrovare. Un canto disperso nei destini da annunciare.
Inattese apparizioni, improvvise scomparse, dove i simboli si implicano e complicano nascondendosi dietro le strategie di enigmi ancora da decifrare. Stagliati sulla superficie di un campo di sensibilità, eccitabili e mobili, disposti sul vago di turbolenze elusive, i segni firmano il proprio passaggio oltre il perdersi, oltre il perforarsi del tempo. Il movimento genealogico del segno si offre allo stato nascente, nel gesto reticente che mostra l'origine come enigma, come centro di irradiazione di domande sull'incessante ambiguità del significare. La costitutiva funzione del segno sembra così non tanto l'indicare ma piuttosto l'evocare, rimandando ad una ontologia negativa della non presenza, dell'assenza. Il segno non delimita, non istituisce una rigorosa geometria dei confini e delle appartenenze di campo, ma si situa su una soglia, si trattiene in un'ambigua indecisione: una premessa e una promessa, in transito tra gli spazi, circondata dall'aura di solenne indifferenza di un tempo in apnea. Disposizione di tracce acustiche tra inclusioni e riverberi, frammenti instabili inquieti tra composizione e decomposizione, campi magnetici di forze, traiettorie, congiunzioni, dissezioni tremanti del suono in dissonanza con se stesso, abrasioni, dissolvenze, attendendo il dilagare di onde anomale come segni interrotti impigliati in altri segni dove il centro è dappertutto e in nessun luogo.
Tutto si riduce alla bellezza aggredita dal dubbio, alla forma assediata dall'inconsistenza, tutto riconduce al mistero custodito nel profondo oscuro inaccessibile. Arabeschi spirituali, polifonia di voci sommerse nella profezia, avvolte in spirali di imprevedibili connessioni dove sorge ogni armonia.
La mente negli artigli, mentre nomi dimenticati slittano su mari di polvere di ferro. Venti di vibrazioni nervose inconsuete si rinchiudono dentro monadi di note di vetro. Vuoti pneumatici, partiture incomplete, attriti di ingranaggi, fossili industriali, resti di note ustionate. Strati di segni, premonizioni di suoni. Onde semantiche, ermetiche, erratiche. Unghie di acciaio silenzioso, pericoloso, meticoloso, temprato acuminato. Indifferente, l'enigma della provenienza vaga nell'assenza dentro e fuori i margini, mentre la scrittura si perde nel geroglifico come in una oscura profezia. Solo la mente tersa, attraversata da un caso organizzato, può decidere di sostare paziente presso la confusione al riparo dallo smarrimento. I segni sono vortici di tensioni che lasciano risuonare l'eccitazione del sistema nervoso in risonanza con l'universo. Vibrazioni di menti in fuga già pronte ad oltrepassare il proprio alfabeto muto dove l'intenzione si tradisce attraverso la collisione dei simboli, inseguendo le migrazioni incessanti di scie di segni di insostenibile luce accecante che ci invita ad ascoltare. Scongelare possibilità iscritte nel tempo dormiente del sacro, turbati ed attratti, ancora ispirati dalle sottili differenze ai confini delle cose, dai contorni vibranti delle forme, dai silenzi sibilanti all'ombra di presagi su polveri d'oro.Vittorio Raschetti
RICCARDO RIVA, nato a Milano, vive e lavora a Cernobbio. Danzatore, pittore gestuale, scultore polimaterico. Crede nell'improvvisazione come metodo artistico e pratica creativa declinata in una molteplicità di linguaggi. Ha realizzato murales a Buenos Aires. Ha partecipato alla stagione di nascita della street art milanese con opere pubbliche disseminate nella città. Ha fatto della danza non solo un mezzo di libera espressione, ma anche occasione di terapia sociale fondando una scuola di danza terapia ispirata al metodo Fux. www.riccardoriva.net Su facebook riccardo riva improvvisadion
SILVIA PEPE SOPRANO Diplomata al Conservatorio G. Verdi di Milano in Pianoforte, Organo, Clavicembalo e Composizione. Vincitrice del Primo premio al concorso Città di Firenze L. Balatri 2017, ha debuttato il ruolo di Cio-Cio San (Madama Butterfly) per Florence Opera. Ha debuttato nella Bohème di Puccini a Verona, effettuando poi una tournée di Cavalleria in diverse città italiane. E' stata Mimì presso l'associazione Lirica Domani, e ha cantato in recital al teatro di Velingrad in Bulgaria nel Festival Nicolai Ghiaurov. Ha partecipato a Bohème ha cantato a Roma lo Stabat Mater di Vivaldi ed altre arie sacre di Bach e Haendel in collaborazione con l'Agimus per i Concerti Lorensi, diretta da P. De Mattheis. Ha tenuto un recital incentrato sulla figura di Maria Callas al Teatro di Alessandria in collaborazione con l'Associazione Mozart. Il suo repertorio include anche le principali opere italiane di Verdi, Puccini e della scuola del Verismo: Tosca, Manon Lescaut, Trittico, Iris, Un ballo in maschera, Pagliacci, Aida, Requiem di Verdi, Trovatore, Otello, Turandot oltre a Lieder e romanze del repertorio russo, francese e tedesco. È attiva interprete di prime esecuzioni assolute ed è artista di Italian Opera Florence (dir. M° David Boldrini) e del Festival Puccini di Lucca. Un suo cd incentrato su musica contemporanea e del 900 è in uscita per BAM. Collabora con artisti contemporanei con performance e installazioni visive e composizioni contemporanee. Su facebook silvia pepe soprano https://soundcloud.com/silvia-pepe-285147877
Un progetto di
animaminima CONTEMPORANEA www.animaminimacontemporanea.org
In collaborazione Comune di Triuggio
Inattese apparizioni, improvvise scomparse, dove i simboli si implicano e complicano nascondendosi dietro le strategie di enigmi ancora da decifrare. Stagliati sulla superficie di un campo di sensibilità, eccitabili e mobili, disposti sul vago di turbolenze elusive, i segni firmano il proprio passaggio oltre il perdersi, oltre il perforarsi del tempo. Il movimento genealogico del segno si offre allo stato nascente, nel gesto reticente che mostra l'origine come enigma, come centro di irradiazione di domande sull'incessante ambiguità del significare. La costitutiva funzione del segno sembra così non tanto l'indicare ma piuttosto l'evocare, rimandando ad una ontologia negativa della non presenza, dell'assenza. Il segno non delimita, non istituisce una rigorosa geometria dei confini e delle appartenenze di campo, ma si situa su una soglia, si trattiene in un'ambigua indecisione: una premessa e una promessa, in transito tra gli spazi, circondata dall'aura di solenne indifferenza di un tempo in apnea. Disposizione di tracce acustiche tra inclusioni e riverberi, frammenti instabili inquieti tra composizione e decomposizione, campi magnetici di forze, traiettorie, congiunzioni, dissezioni tremanti del suono in dissonanza con se stesso, abrasioni, dissolvenze, attendendo il dilagare di onde anomale come segni interrotti impigliati in altri segni dove il centro è dappertutto e in nessun luogo.
Tutto si riduce alla bellezza aggredita dal dubbio, alla forma assediata dall'inconsistenza, tutto riconduce al mistero custodito nel profondo oscuro inaccessibile. Arabeschi spirituali, polifonia di voci sommerse nella profezia, avvolte in spirali di imprevedibili connessioni dove sorge ogni armonia.
La mente negli artigli, mentre nomi dimenticati slittano su mari di polvere di ferro. Venti di vibrazioni nervose inconsuete si rinchiudono dentro monadi di note di vetro. Vuoti pneumatici, partiture incomplete, attriti di ingranaggi, fossili industriali, resti di note ustionate. Strati di segni, premonizioni di suoni. Onde semantiche, ermetiche, erratiche. Unghie di acciaio silenzioso, pericoloso, meticoloso, temprato acuminato. Indifferente, l'enigma della provenienza vaga nell'assenza dentro e fuori i margini, mentre la scrittura si perde nel geroglifico come in una oscura profezia. Solo la mente tersa, attraversata da un caso organizzato, può decidere di sostare paziente presso la confusione al riparo dallo smarrimento. I segni sono vortici di tensioni che lasciano risuonare l'eccitazione del sistema nervoso in risonanza con l'universo. Vibrazioni di menti in fuga già pronte ad oltrepassare il proprio alfabeto muto dove l'intenzione si tradisce attraverso la collisione dei simboli, inseguendo le migrazioni incessanti di scie di segni di insostenibile luce accecante che ci invita ad ascoltare. Scongelare possibilità iscritte nel tempo dormiente del sacro, turbati ed attratti, ancora ispirati dalle sottili differenze ai confini delle cose, dai contorni vibranti delle forme, dai silenzi sibilanti all'ombra di presagi su polveri d'oro.Vittorio Raschetti
RICCARDO RIVA, nato a Milano, vive e lavora a Cernobbio. Danzatore, pittore gestuale, scultore polimaterico. Crede nell'improvvisazione come metodo artistico e pratica creativa declinata in una molteplicità di linguaggi. Ha realizzato murales a Buenos Aires. Ha partecipato alla stagione di nascita della street art milanese con opere pubbliche disseminate nella città. Ha fatto della danza non solo un mezzo di libera espressione, ma anche occasione di terapia sociale fondando una scuola di danza terapia ispirata al metodo Fux. www.riccardoriva.net Su facebook riccardo riva improvvisadion
SILVIA PEPE SOPRANO Diplomata al Conservatorio G. Verdi di Milano in Pianoforte, Organo, Clavicembalo e Composizione. Vincitrice del Primo premio al concorso Città di Firenze L. Balatri 2017, ha debuttato il ruolo di Cio-Cio San (Madama Butterfly) per Florence Opera. Ha debuttato nella Bohème di Puccini a Verona, effettuando poi una tournée di Cavalleria in diverse città italiane. E' stata Mimì presso l'associazione Lirica Domani, e ha cantato in recital al teatro di Velingrad in Bulgaria nel Festival Nicolai Ghiaurov. Ha partecipato a Bohème ha cantato a Roma lo Stabat Mater di Vivaldi ed altre arie sacre di Bach e Haendel in collaborazione con l'Agimus per i Concerti Lorensi, diretta da P. De Mattheis. Ha tenuto un recital incentrato sulla figura di Maria Callas al Teatro di Alessandria in collaborazione con l'Associazione Mozart. Il suo repertorio include anche le principali opere italiane di Verdi, Puccini e della scuola del Verismo: Tosca, Manon Lescaut, Trittico, Iris, Un ballo in maschera, Pagliacci, Aida, Requiem di Verdi, Trovatore, Otello, Turandot oltre a Lieder e romanze del repertorio russo, francese e tedesco. È attiva interprete di prime esecuzioni assolute ed è artista di Italian Opera Florence (dir. M° David Boldrini) e del Festival Puccini di Lucca. Un suo cd incentrato su musica contemporanea e del 900 è in uscita per BAM. Collabora con artisti contemporanei con performance e installazioni visive e composizioni contemporanee. Su facebook silvia pepe soprano https://soundcloud.com/silvia-pepe-285147877
Un progetto di
animaminima CONTEMPORANEA www.animaminimacontemporanea.org
In collaborazione Comune di Triuggio
21
dicembre 2019
Riccardo Riva / Silvia Pepe – Ohr
Dal 21 dicembre 2019 al 16 febbraio 2020
arte contemporanea
Location
ANIMAMINIMA CONTEMPORANEA
Triuggio, Via Don Luigi Sturzo, (Monza E Brianza)
Triuggio, Via Don Luigi Sturzo, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 00.00 - 24.00
Vernissage
21 Dicembre 2019, ore 16.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico