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Pronti con lo smartphone? Dopo una serie di mostre e progetti in lungo e in largo per gli Stati Uniti, dal giardino nel Bronx alla Parata della Festa del Ringraziamento, Yayoi Kusama arriverà anche in Europa, precisamente alla Tate Modern, che ha appena annunciato l’apertura di una mostra dedicata all’artista più instagrammata al mondo. D’accordo, non proprio in Europa – cioè non più – ma è comunque una bella notizia per il vecchio continente e per tutti i selfie-addicted. Occhio solo a non urtare le opere. Tra le quali, ovviamente, la Infinity Mirrored Room-Filled with the Brilliance of Life, che già è stata esposta alla Tate Modern nel 2012, in occasione di un’altra retrospettiva di Kusama. E poi un’altra installazione specchiante che farà la gioia degli aspiranti fotografi social, Chandelier of Grief.
La mostra aprirà l’11 maggio, nello stesso giorno in cui, nel 2000, la Tate Modern si rivelò per la prima volta al pubblico, dopo gli imponenti lavori firmati da Herzog & de Meuron e benedetti da sua Maestà la Regina, che trasformarono l’ex centrale elettrica di Bankside affacciata sul Tamigi in una delle sedi espositive più importanti al mondo. Nonché tra le più radicali, considerando la portata, per esempio, della commissione della Turbine Hall che, ogni anno, caratterizza i grandi spazi del piano interrato, con installazioni di artisti come Ai Wei Wei, Olafur Eliasson, Tacita Dean e Anish Kapoor. Da quel maggio del 2000, i visitatori della Tate Modern sono stati circa 100 milioni, più o meno.
«I nostri piani per il maggio 2020 racchiudono il meglio di Tate Modern. Punteremo i riflettori su alcuni degli artisti della nostra collezione, andremo dietro le quinte del nostro lavoro e organizzeremo talk e tour in tutto l’edificio. Vogliamo anche mettere in evidenza alcuni degli artisti che Tate Modern ha sostenuto negli ultimi 20 anni: Yayoi Kusama e Louise Bourgeois, per esempio, che non solo sono delle grandi artiste con carriere internazionali, ma rappresentano l’evoluzione dell’arte, dalle Avanguardie del XX secolo alle installazioni immersive di oggi», ha spiegato Frances Morris, direttore della Tate Modern.
Oltre alle due Infinity Rooms, per le quali prevediamo già lunghe file, la mostra alla Tate Modern comprenderà anche fotografie e filmati d’epoca, provenienti dallo studio di Kusama, oltre a varie sue opere giovanili. Ma per gli amanti di Kusama, il futuro è tutto a pois, visto che, dopo la mostra alla Tate, ci aspettano ben altre tre esposizioni, tra il 2020 e il 2021, all Gropius Bau di Berlino, al Museo Ludwig di Colonia e alla Fondazione Beyeler a Basilea, come vi avevamo anticipato.
Oltre Yayoi Kusama: tutte le attività per il ventesimo anniversario della Tate Modern
Per celebrare il ventesimo anniversario, la Tate Modern ha in programma anche altre attività. Tra queste, 20 nuovi abbinamenti tra le opere della collezione, come Maman, il grande ragno di Louise Bourgeois che fu il primo lavoro a entrare nel museo di Londra e che in questa occasione tornerà nella Turbine Hall. Questa monumentale scultura in bronzo sarà abbinata a un’opera effimera e meditativa di Lee Mingwei. Intitolata Our Labyrinth, la performance di Mingwei è incentrata sui temi della domesticità, della fragilità e della memoria, con una ballerina che spazza silenziosamente granelli polvere lungo un percorso tortuoso.
In calendario anche altre performance, come A Life (Black & White) di Nedko Solakov, durante la quale due operai dipingeranno le pareti in bianco e nero, a turno, in un ciclo infinito. E poi Allora & Calzadilla che, per Balance of Power, coinvolgeranno tre praticanti di yoga vestiti con uniformi militari.
Chi fosse curioso della storia della Tate Modern, potrà conoscerla attraverso una mostra archivistica, con film, immagini, oggetti, modellini e registrazioni orali di quanti hanno avuto un ruolo nello sviluppo del museo. Nell’ala Blavatnik, lo studio di conservazione al livello 4 sarà aperto al pubbluco, per una mostra dietro le quinte che rivelerà come la Tate si prende cura della sua collezione.