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MACTE, dalla mostra di Nanda Vigo al bando per il nuovo direttore
Musei
di Silvia Conta
Il MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli, inaugurato alla fine di aprile 2019, è in fase di transizione, in attesa del nuovo Direttore Artistico, che enterà in carica a settembre 2020, dopo la selezione sulla base del bando per la candidatura aperto fino al 20 marzo.
Il nuovo direttore sarà il primo a ricoprire una carica triennale al MACTE e prenderà il posto di Laura Cherubini, che ha diretto il museo dalla sua apertura fino ad oggi come direttore pro tempore.
Intanto sabato scorso, nell’Italia immobilizzata dall’emergenza sanitaria, il MACTE ha inaugurato la personale di Nanda Vigo “Light Project 2020” (fino al 16 maggio), a cura di Laura Cherubini e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo.
Paolo De Matteis Larivera, Presidente della Fondazione MACTE, ci ha raccontato il museo di oggi
Iniziamo dalla personale di Nanda Vigo, “Light Project 2020”. Come è nata questa mostra e come si colloca nelle programmazione del museo?
«In continuità con il progetto di riscoperta e rilettura scientifica delle oltre 470 opere appartenenti al patrimonio del Premio Termoli, la mostra dedicata a Nanda Vigo si configura come la seconda di una serie di esposizioni personali dedicate ai principali esponenti della ricerca artistica italiana che nel corso del tempo hanno partecipato al Premio Termoli.
Come si articola il percorso espositivo?
La sala centrale del MACTE ospita dunque la mostra di Nanda Vigo allestita in un disegno espositivo unitario che relaziona due gruppi di opere. Il primo gruppo, di cui fa parte Sintagma, con cui Nanda Vigo vinse il Premio Termoli nel 1976, comprende le sculture di luce definite Trigger of the space. Il secondo gruppo comprende invece, tra le altre, l’opera Light Progressions, Trilogy: Omaggio a Gio Ponti, Lucio Fontana e Piero Manzoni (1993), realizzata in vetro e neon in omaggio a tre uomini protagonisti del percorso professionale e di vita di Nanda Vigo».
È un momento molto importante per il MACTE: è aperto il bando per la nomina del nuovo direttore artistico, che scadrà alle 12.00 del prossimo 20 marzo. Quali sono le principali caratteristiche che dovrà avere questa figura?
«Dal punto di vista tecnico il bando espone già in modo esaustivo le caratteristiche professionali richieste, ma non potrà mai efficacemente disciplinare che in fondo ricerchiano una persona capace di trovare nella periferia territoriale nella quale il MACTE si colloca ispirazione in luogo di limitazione, oppure, meglio ancora, ispirazione dalla limitazione».
Il MACTE ad aprile festeggerà il primo anno di attività. Può farci un primo piccolo bilancio?
«Nei primi otto mesi di attività il MACTE ha attratto circa 5000 visitatori realizzando tre esposizioni a cui hanno fatto da corollario altre iniziative quali incontri, conversazioni e presentazioni organizzate in collaborazione con personalità di spicco del mondo dell’arte contemporanea. Sono stare poi avviate le attività educative e didattiche pensate per il pubblico delle scuole di ogni ordine e grado.
La risposta del territorio è stata positiva e fa percepire crescente interesse ed elevate aspettative».
Ci sono stati dei mutamenti negli obiettivi del MACTE da quando il museo è stato pensato a quando è entrato in attività?
«I principi e gli obiettivi posti alla base del MACTE non sono mutati, perché molto chiari sin dall’inizio. A maturare ulteriormente è stata la necessità di ricavare nella produzione del MACTE delle nicchie di specializzazione e di sperimentazione che possano rafforzare l’identità del museo anche al di fuori degli standard più convenzionali».
Uno degli obiettivi del MACTE è la valorizzazione della collezione, derivante dal Premio Termoli. Come si muove in termini di ampliamento della collezione, se rientra tra i suoi obiettivi?
«L’identità del MACTE è indissolubilmente, ma non esclusivamente, legata al Premio Termoli, per cui il naturale percorso di allargamento della collezione resta nella tradizionale forma del premio acquisto delle opere vincitrici del Premio Termoli, senza tuttavia escludere la possibilità di associare altre collezioni a complemento dell’attuale offerta espositiva».