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La politica delle immagini: Alfredo Jaar vince l’Hasselblad Award 2020
Fotografia
di redazione
Alfredo Jaar è il vincitore dell’Hasselblad Foundation International Award in Photography 2020, il prestigioso premio fotografico istituito nel 1980 dalla Erna and Victor Hasselblad Foundation. La cerimonia di premiazione si terrà il 19 ottobre 2020, a Göteborg, in Svezia e il giorno successivo, all’Hasselblad Center, sarà presentata una mostra dedicata all’artista cileno, che riceverà anche un grant di 100mila dollari. Prevista anche la pubblicazione di un libro.
L’Hasselblad Award e la politica delle immagini di Alfredo Jaar
«Alfredo Jaar esplora le complesse dinamiche sociali e politiche, portando in primo piano l’etica della rappresentazione. Attraverso opere pacate e meditative, Jaar affronta questioni di grande portata, testimoniando disastri umanitari e attestando l’impatto dei conflitti militari, della corruzione politica e della disuguaglianza economica in tutto il mondo. Le sue fotografie, i film, le elaborate installazioni e i suoi progetti basati sul rapporto con le comunità, disturbano provocatoriamente la percezione comune della realtà. Al centro della sua pratica c’è ciò che Jaar chiama politica delle immagini, mettendo in discussione il modo in cui usiamo e consumiamo le immagini, indicando al contempo le limitazioni della fotografia e dei media per rappresentare eventi significativi», si legge nelle motivazioni della giuria, composta da Thyago Nogueira, Joshua Chuang, Anna-Kaisa Rastenberger, Laura Serani e Yiannis Toumazis. Motivazioni quanto mai attuali, soprattutto alla luce della pervasività virale delle informazioni di questi ultimi giorni.
«Mi sento estremamente onorato e orgoglioso di ricevere questo incredibile riconoscimento. Voglio esprimere tutta la mia gratitudine alla Hasselblad Foundation e ad alcuni dei precedenti vincitori di questo premio, che mi hanno insegnato molto, come Daido Moriyama, Bernd & Hilla Becher, Robert Frank, Susan Meiselas, William Klein e Henri Cartier-Bresson. Ho concentrato tutta la mia pratica sulla politica delle immagini e l’Hasselblad Award mi dà l’opportunità e la forza di continuare la mia ricerca in questi tempi oscuri», ha commentato Alfredo Jaar.
«Le opere toccanti di Alfredo Jaar e la sua ricerca intransigente sulla politica delle immagini toccano aspetti critici per la fotografia. Allo stesso tempo, la sua arte trascende la specificità dei media, focalizzando la nostra attenzione su temi di grande interesse», hanno specificato Louise Wolthers e Dragana Vujanović Östlind, curatori della mostra dell’Hasselblad Award, durante la quale saranno esposte alcune delle opere più significative di Alfredo Jaar.
Biografia di Alfredo Jaar
Alfredo Jaar è nato nel 1956 a Santiago del Cile e, per alcuni anni della sua prima giovinezza, ha vissuto in Martinica. Tornato in Cile, studiò architettura e cinema ma, durante la dittatura di Pinochet, nei primi anni ’80, fu costretto a emigrare dal suo Paese d’origine e, attualmente, vive e lavora a New York. Conosciuto per le sue installazioni riferite a delicati temi politici e sociali – come il Rwanda Project, un lungo e complesso progetto dedicato al sanguinoso genocidio che martoriò lo Stato africano nella prima metà degli anni ’90 –, ha esposto in occasione delle manifestazioni d’arte contemporanea più importanti al mondo, dalle Biennali di Venezia del 1986, 2007, 2009 e 2013, a quelle di San Paolo del 1987, 1989 e 2000, passando per Documenta a Kassel, nel 1987 e 2002.
Tra le principali mostre personali, ricordiamo quelle al New Museum of Contemporary Art di New York, alla Whitechapel Gallery di Londra, al Museum of Contemporary Art di Chicago, al Pirelli HangarBicocca di Milano e al Moderna Museet di Stoccolma. Una grande retrospettiva del suo lavoro si è svolta nell’estate del 2012 in tre spazi istituzionali di Berlino: la Berlinische Galerie, la Neue Gesellschaft für Bildende Kunst e l’Alte Nationalgalerie. Le sue opere si trovano nelle collezioni del MAXXI e del MACRO a Roma, del Museum of Modern Art e al Guggenheim Museum di New York, al MOCA e al LACMA a Los Angeles, alla Tate di Londra, al Centre Georges Pompidou a Parigi, al Centro de Arte Reina Sofía a Madrid.
Nel 2018 ha ricevuto il prestigioso Hiroshima Art Prize, mentre nel 2019 ha ricevuto lo Josef Svoboda Prize e una laurea honoris causa dall’Accademia di Belle Arti di Macerata. In Italia abbiamo visto recentemente una sua mostra, alla Galleria Lia Rumma di Milano.