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Un luminoso dipinto di speranza da David Hockney. E una poesia
Arte contemporanea
David Hockney sta trascorrendo il suo periodo di quarantena in Normandia, dove si era recato dopo l’apertura della sua mostra alla National Portrait Gallery di Londra, un’ampia retrospettiva di disegni, dagli esordi negli anni Cinquanta fino ai nostri giorni. La mostra, ovviamente, non è visitabile causa Coronavirus ma Hockney non ha smesso di realizzare belle cose, tra le quali un dipinto che ha voluto condividere con il mondo, per portare un messaggio di speranza.
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Un post condiviso da Louisiana Museum of Modern Art (@louisianamuseum) in data:
Do remember they can’t cancel the spring, cioè Ricorda che non possono annullare la primavera, è il titolo della sua ultima opera, dedicata all’umanità in questo momento difficile. Un dipinto luminoso, che raffigura un prato di daffodils, cioè di giunchiglie, conosciuti anche come narcisi, fiori molto importanti nella cultura inglese, ai quali il poeta romantico William Wordsworth rivolse una famosissima poesia, I Wandered Lonely as a Cloud.
A distanza di secoli, i colori di Hockney e le parole di Wordsworth sembrano dialogare con vivida freschezza, intrecciandosi per raccontare il potere della meraviglia, per restituire l’importanza delle infinite, piccole e preziose complessità che danno colore e sensazione al flusso della nostra esistenza.
Ecco la poesia di William Wordsworth, scritta nel 1804 e pubblicata per la prima volta nel 1807, nella raccolta Poems in Two Volumes.
Vagavo solitario come una nuvola
che fluttua in alto sopra valli e colline,
quando all’improvviso vidi una folla,
un mare, di narcisi dorati;
vicino al lago, sotto gli alberi,
tremolanti e danzanti nella brezza.
Intermittenti come stelle che brillano
e luccicano nella Via Lattea,
si estendevano in una linea infinita
lungo il margine della baia:
con uno sguardo ne vidi diecimila,
che scuotevano il capo danzando briosi.
Le onde accanto a loro danzavano; ma essi
superavano in gioia le luccicanti onde:
un poeta non poteva che esser felice,
in una tale compagnia gioiosa.
Osservavo – e osservavo – ma non pensavo
a quanto benessere un tale spettacolo mi avesse donato:
poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano
in uno stato d’animo ozioso o pensieroso,
essi appaiono davanti a quell’occhio interiore
che è la beatitudine della solitudine;
e allora il mio cuore si riempie di piacere,
e danza con i narcisi.
Se invece volete continuare a perdervi nei colori di Hockney, non vi rimane che sfogliare il suo ultimo libro, pubblicato da Taschen, in cui è raccolta una lunga serie di paesaggi visti dalla finestra, realizzati a partire da immagini prese con l’iPhone.