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In questi giorni delicati la Fondazione Alberto Peruzzo ha deciso di chiedere ad un po’ di persone, addetti ai lavori e non, direttori di musei, collezionisti, artisti e semplici appassionati, di raccontare in poche righe – o tramite un breve video – una loro esperienza in relazione all’arte. Si discute spesso di quale sia il ruolo dell’arte nella società contemporanea, ed in questa occasione la fondazione ha voluto semplicemente sottolineare il ‘potere dell’arte’, ossia come l’arte abbia segnato la nostra vita in certi momenti particolari, ad esempio chiedendo all’interlocutore di raccontare un’opera che gli è rimasta impressa o che addirittura gli ha cambiato la vita, o anche di parlare di un’opera che ci dice qualcosa in questi tempi complessi. Non tanto per sottolineare il potere taumaturgico e salvifico dell’arte, ma per ricordare che l’arte è espressione della vita e di ciò che ci circonda, nel bene e nel male, può essere consolatoria o meno, e può essere anche stimolo al cambiamento.
In fondo, Bukowski diceva che ‘La differenza tra l’arte e la vita è che l’arte è più sopportabile’, e questo è uno spunto di partenza.
Tra gli interventi – più di 20 – che appariranno online dal 25 marzo (uno al giorno):
- Giorgio Fasol (collezionista)
- Denis Curti (direttore Casa3Oci)
- Will Ramsay (fondatore Hong Kong Art Fair, AAF)
- Fabio Castelli (fondatore MIA Photo Fair)
- Fabrizio Plessi (artista)
- Alessandro Piangiamore (artista)
- Maurizio Rigillo (socio fondatore di Galleria Continua)
- Sabrina Donadel (giornalista di Sky Arte)
- Monique Veaute (presidente Fondazione Romaeuropa)
- Alessia Zorloni (economista dell’arte)
- Alberta Pane (gallerista)
- Alberto Peruzzo (collezionista e presidente della fondazione omonima)