03 aprile 2020

Art to stop covid-19, il progetto di Blindarte. Parla Memmo Grilli

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Intervista con Memmo Grilli, direttore del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Blindarte che insieme a un gruppo di operatori della cultura ha lanciato una call per combattere il covid19 a suon di donazioni. Con un'asta finale che guarda al futuro

Memmo Grilli, Direttore Dipartimento Arte Moderna e Contemporanea di Blindarte
Memmo Grilli, Direttore Dipartimento Arte Moderna e Contemporanea di Blindarte

Tra le varie iniziative a fin di bene di cui vi abbiamo raccontato in questi giorni ce n’è una da diversi giorni sta raccogliendo “materiale” per un’importante asta online che andrà a sostegno di
Istituzioni e Operatori sanitari che, in questi giorni, stanno combattendo contro il virus.
Stiamo parlando di “Art to stop Covid-19”, ideato dalla casa d’aste Blindarte, con un nutrito gruppo di generose personalità che dal primo momento hanno aderito al progetto.
Un progetto che è anche una call dove ognuno è libero di partecipare, ovvero di donare un’opera per la causa, dai collezionisti agli artisti, dai galleristi ai mercanti.
Gli ultimi entrati in “Art to stop Covid-19” sono lo artist JORIT con un ritratto del medico e ricercatore Paolo Antonio Ascierto, con un dipinto che ha già raggiunto offerte per un valore di 12mila euro, e Mimmo Jodice, che ha donato una fotografia vintage del 1984 dal titolo Villa Emilia, che vi mostriamo in questa intervista con il direttore del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea di Blindarte Memmo Grilli.

L’asta online “Art to Stop Covid-19” resterà aperta per tutto il periodo di emergenza – con opere in costante aggiornamento – che chiunque potrà acquistare e dare, così, un contributo alla lotta contro il Coronavirus.

Ci racconta come è nata l’idea di “Art to stop Covid-19”?
In un momento come questo chi ha la possibilità di aiutare dovrebbe farlo, ovviamente nel rispetto delle normative in vigore per il contenimento della diffusione del Coronavirus.
Non è la sede per elencare le difficoltà che sta vivendo il personale sanitario in questo momento, né per fare previsioni di quanti maggiori aiuti avrà bisogno nel prossimo futuro.
Una cosa è certa, bisogna aiutare. Lavorando nel mondo dell’arte quello che potevamo fare era cercare di recuperare risorse nel nostro settore. Edoardo Osculati, amico e direttore di una galleria milanese, anche lui desideroso di darsi da fare, mi ha chiamato pochi giorni fa per esortarmi a mettere su un’asta insieme per cercare di dare un aiuto.
Forse non aspettavo altro e ci siamo subito attivati.

Alla vostra chiamata “Art to stop Covid”, i cui fondi saranno devoluti a sostegno della Regione Lombardia e dell’Istituto Pascale di Napoli, hanno aderito finora collezionisti come Andrea Zegna, Gregory Papdimitriou ed Ernesto Esposito, gli artisti Davide Cantoni, Mimmo Jodice e Roberto Coda Zabetta, il gallerista Antonio Colombo e l’aiuto di Mariuccia Casadio e Silvia Macchetto, per dire un paio di nomi di “addetti ai lavori”. Vi aspettavate una risposta così partecipata?
A distanza di pochissimi giorni molti hanno già aderito. E molti ci chiedono di partecipare.
La piacevole curiosità viene dall’estero. Tante manifestazioni di solidarietà da artisti e collezionisti non Italiani. Grande merito va a Mariuccia Casadio, persona di una sensibilità speciale, a Edoardo Osculati e Silvia Macchetto, e a tutti gli amici che si stanno attivando per far conoscere questa opportunità di aiutare, compresi i nostri partner editoriali e l’ufficio stampa HAVAS Pr. Abbiamo infatti aperto una sezione del sito della BLINDARTE, “Art to Stop Covid-19”, che resterà in funzione per tutta l’emergenza. Chi non dona può sempre comprare. Provvederemo a selezionare rapidamente le opere man mano che le proposte arrivano via email, ognuna sarà proposta in vendita nell’asta a tempo, ciascuna con una scadenza propria. I nostri obiettivi sono molto ambiziosi: vogliamo aiutare concretamente e per farlo continueremo a lavorare e a sensibilizzare rispetto alla nostra iniziativa per tutto il periodo di emergenza. Chi ha la possibilità di aiutare, donando o acquistando un’opera, non dovrebbe esitare in momenti come questi.

JORIT, ritratto di Paolo Antonio Ascierto, 2020 per Art to stop covid, Blindarte
JORIT, ritratto di Paolo Antonio Ascierto, 2020 per Art to stop covid, Blindarte

Le aste online non sono una novità, ma in questo periodo stanno diventando una regola. Come potrebbe cambiare il lavoro di una casa d’asta?
Certamente le normative per il contenimento della diffusione del Virus e le previsioni per il futuro stanno influenzando qualunque tipo di attività. Quelle che riescono ad adeguarsi, sono senza dubbio avvantaggiate. Da tempo il mercato dell’arte ha aperto al digitale, i cataloghi digitali sono ormai una necessità per qualunque casa d’aste, come il sito è indispensabile per le gallerie. Certamente in questo periodo ci sarà una grande corsa al digitale di tutte le aziende, e le case d’asta aumenteranno moltissimo l’impegno online.
Il business si sposterà sicuramente ancora di più sull’online, inevitabile conseguenza della situazione. Anche se mi auguro che si possa tornare presto ad ammirare le opere dal vivo, infatti nonostante i servizi digitali, sempre più di qualità, permettono di superare i limiti fisici e temporali, dall’altro non potranno mai sopperire alla partecipazione fisica e diretta del visitatore, pronto ad attivare tutti i propri sensi, anche in funzione di una empatia collettiva, per vivere a pieno il lavoro degli artisti e dei curatori. A questo i veri appassionati d’arte non ci rinunceranno mai.

Come è destinato a mutare il mercato nei prossimi mesi?
Se l’economia italiana in generale affronterà un periodo difficilissimo, il mercato dell’arte è certamente in un momento molto particolare. La forte incertezza dovuta alla diffusione del coronavirus può rendere difficile compiere delle scelte: c’è nell’aria la paura che il mercato possa subire una forte contrazione. Tuttavia la storia ci insegna che proprio nei momenti più incerti possono accadere ottime opportunità, se non addirittura le migliori. In questi momenti restare fermi senza intraprendere alcuna attività di mercato, può essere un errore; soprattutto se si ha la sensazione, e probabilmente anche la speranza, che il fenomeno sia passeggero e che ben presto tornerà la normalità. Quando questa prospettiva diventa una convinzione, ecco che le opportunità sul mercato diventano occasioni.
Come è stato detto il mercato dell’arte è resiliente, si evolve adattandosi alle situazioni, anche quelle più difficili.

Mimmo Jodice, Villa Emilia, 1984, per Art to stop Covid, Blindarte
Mimmo Jodice, Villa Emilia, 1984, per Art to stop Covid, Blindarte

Quale “onda lunga” prevedete rispetto ai prezzi di vendita delle opere? É possibile un ridimensionamento generale o l’arte continuerà la sua ascesa glamour anche parlando di appeal in denaro?
Credo che il mercato dell’arte abbia più possibilità di reggere rispetto a tanti altri mercati.
Il mercato dell’arte è da sempre considerato tra i più validi beni rifugio, anche nei momenti più difficili. Ormai è considerato uno dei mercati più solidi e in crescita, soprattutto per quanto riguarda la sua parte più globalizzata, negli ultimi anni studi dichiarano che il volume di vendite di opere d’arte globale si è attestato intorno ai 65 miliardi di dollari. Nonostante qualche momento di flessione e assestamento, l’arte dunque continua nel breve e lungo termine la sua costante ascesa aumentando il proprio valore, continuando a premiare la qualità e fungendo da bene-rifugio, con la possibilità per chi la colleziona di venderla e utilizzarne all’occorrenza le risorse che ne derivano.

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