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Summer In
FuturDome A-I-R, Artist In Residence, presenta Summer In, programma di residenza che dal 18 maggio al 31 luglio 2020, supporterà quattro artisti italiani, al lavoro in 2000mq : Silvia Hell, Domenico Mancini, Fabrizio Perghem e Sara Ravelli. Al termine verranno presentati quattro lavori inediti.
Comunicato stampa
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FuturDome A-I-R, Artist In Residence, presenta Summer In, programma di residenza che dal 18 maggio al 31 luglio 2020 concede l’accesso ai propri spazi a quattro artisti italiani. Quattro artefici che lavoreranno in quattro diversi ambienti del palazzo, selezionati a seconda di diverse esigenze compositive e tecniche.
Gli spazi espositivi e di lavoro non prevedono l’ingresso al pubblico, ma permettono agli artisti di risiedere e, anche, di soggiornare, in piena sicurezza e autonomia, all’interno dei 2000 mq, dell’edificio di via Giovanni Paisiello 6. La residenza permetterà, su appuntamento, a curatori, collezionisti, giornalisti ma anche a visitatori esterni di poter assistere sia dal vivo, sia attraverso conversazioni via Instagram e Facebook, al processo di elaborazione di quattro progetti inediti.
Silvia Hell (1983, Bolzano), Domenico Antonio Mancini (1980, Napoli), Fabrizio Perghem (1981, Rovereto) e Sara Ravelli (1993, Crema) avranno la possibilità di sviluppare nuovi lavori che saranno parte di un primo percorso di avvicinamento e di familiarizzazione con gli spazi di FuturDome. In vista di futuri progetti espositivi monografici.
Durante la residenza, i quattro artisti avranno modo di utilizzare ogni elemento del palazzo e ogni materiale di cui potranno appropriarsi, appoggiandosi anche, per le loro produzioni, alle diverse aziende che hanno interagito, in questi anni, con FuturDome.
A fine della residenza verranno presentati i lavori definitivi, che saranno stati scanditi e arricchiti, anche, da sei diversi incontri, programmati ogni dieci giorni, con diversi professionisti, tra i quali: Diego Bergamaschi (collezionista, art manager), Elena Bordignon (direttore ATP Diary), Annette Hofman (art dealer, ricercatrice), Claudia Santeroni (curatrice, coordinatrice di The Blank), Mauro Mattei (collezionista, fondatore di MMAT), Maria Chiara Valacchi (critico, curatore).
Le date degli incontri tra artisti e professionisti sono: venerdì, 29 maggio; mercoledì, 10 giugno; giovedì, 18 giugno; martedì, 30 giugno; giovedì, 9 luglio; martedì, 21 luglio e giovedì, 30 luglio.
Summer In, negli spazi domestici di FuturDome, si sviluppa come un programma di isolamento dedicato.
Oggi, attraverso una ricerca sulla luce di Silvia Hell, un progetto di delocalizzazione del proprio studio di Domenico Antonio Mancini, un’installazione sonora di Fabrizio Perghem e le nuove sculture di Sara Ravelli, come potremmo tornare a percepire lo spazio e come ricorderemo l'esperienza di avvicinamento ad un’opera d’arte? Quale nuovo messaggio, quale nuova opera artistica percettiva i media dovrebbe veicolare a un piccolo gruppo di persone? Se la realtà virtuale sarà, mese dopo mese, sovrapposta ai progetti dedicati alla realtà stessa, quale sarà il suo risultato finale, la sua materia finale? Quando un'opera d'arte sarà finita, pronta per essere esposta e quando sarà considerata non finita? E come si può stare al passo con le aspettative del pubblico, quando il solo fatto di visitare una mostra sarà considerato uno sforzo notevole?
La ricerca di Silvia Hell (1983, Bolzano) si situa in azioni e modi di pensare, istituendo forme di tensione all'interno del metodo, tra l'oggettività convenzionale del referente e modelli originali di presentazione e formalizzazione del Reale. Il lavoro che ne risulta procede attraverso punti di equilibrio e di prova, oscillando agli estremi opposti del pensiero e dei sistemi. I suoi percorsi di approfondimento sono oggetto di una ri-mappatura politica volta a trasmettere uno spettro di valori in un'unica forma estetica con la chiarezza e la semplicità di un'intuizione visiva.
Interessato alla trasformazione del quotidiano e della memoria storica in un'esperienza sinestetica, Domenico Antonio Mancini (1980, Napoli) combina una sofisticata analisi dei media, scelti di volta in volta, alla riflessione su questioni socio-politiche e bio-politiche. Per l'artista la pratica dell'arte risponde sempre all'urgenza di intervenire, individualmente e collettivamente, nella realtà quotidiana. Anche nelle più recenti serie pittoriche legate alla memoria storica di luoghi specifici, la pittura di paesaggio si offre come un'esperienza straniante non solo a livello linguistico.
Gli interventi scultorei di Fabrizio Perghem (Rovereto,1981) innescano processi umani e materici tramite l’attivazione di risorse indigene. Il suo linguaggio sviluppa le capacità ricettive della scultura per raccogliere le energie disperse del quotidiano e del dialettale. Tale pratica ha generato nell’autore una particolare attenzione per ciò che intercorre tra l’esperienza artistica e la sua narrazione. In assenza di opere plastiche, sperimenta il ruolo dell’oralità nell’evoluzione della scultura, nella costruzione e demolizione del suo significato, nella propagazione del suo esistere.
Con una ricerca sviluppatasi inizialmente da un interesse per il medium fotografico e il suo potenziale comunicativo, il lavoro di Sara Ravelli (1993, Crema) trova il suo fondamento nella fascinazione per la carica sentimentale degli oggetti e nell’idea di funzionalità compromessa, traumatizzata. La conseguenza formale di questa tensione tra artefatto ed emotività è diventata un movente per riflettere profondamente sulla nozione di tridimensionalità: partendo da interrogativi legati all’immagine, è approdata a un linguaggio scultoreo.
Gli spazi espositivi e di lavoro non prevedono l’ingresso al pubblico, ma permettono agli artisti di risiedere e, anche, di soggiornare, in piena sicurezza e autonomia, all’interno dei 2000 mq, dell’edificio di via Giovanni Paisiello 6. La residenza permetterà, su appuntamento, a curatori, collezionisti, giornalisti ma anche a visitatori esterni di poter assistere sia dal vivo, sia attraverso conversazioni via Instagram e Facebook, al processo di elaborazione di quattro progetti inediti.
Silvia Hell (1983, Bolzano), Domenico Antonio Mancini (1980, Napoli), Fabrizio Perghem (1981, Rovereto) e Sara Ravelli (1993, Crema) avranno la possibilità di sviluppare nuovi lavori che saranno parte di un primo percorso di avvicinamento e di familiarizzazione con gli spazi di FuturDome. In vista di futuri progetti espositivi monografici.
Durante la residenza, i quattro artisti avranno modo di utilizzare ogni elemento del palazzo e ogni materiale di cui potranno appropriarsi, appoggiandosi anche, per le loro produzioni, alle diverse aziende che hanno interagito, in questi anni, con FuturDome.
A fine della residenza verranno presentati i lavori definitivi, che saranno stati scanditi e arricchiti, anche, da sei diversi incontri, programmati ogni dieci giorni, con diversi professionisti, tra i quali: Diego Bergamaschi (collezionista, art manager), Elena Bordignon (direttore ATP Diary), Annette Hofman (art dealer, ricercatrice), Claudia Santeroni (curatrice, coordinatrice di The Blank), Mauro Mattei (collezionista, fondatore di MMAT), Maria Chiara Valacchi (critico, curatore).
Le date degli incontri tra artisti e professionisti sono: venerdì, 29 maggio; mercoledì, 10 giugno; giovedì, 18 giugno; martedì, 30 giugno; giovedì, 9 luglio; martedì, 21 luglio e giovedì, 30 luglio.
Summer In, negli spazi domestici di FuturDome, si sviluppa come un programma di isolamento dedicato.
Oggi, attraverso una ricerca sulla luce di Silvia Hell, un progetto di delocalizzazione del proprio studio di Domenico Antonio Mancini, un’installazione sonora di Fabrizio Perghem e le nuove sculture di Sara Ravelli, come potremmo tornare a percepire lo spazio e come ricorderemo l'esperienza di avvicinamento ad un’opera d’arte? Quale nuovo messaggio, quale nuova opera artistica percettiva i media dovrebbe veicolare a un piccolo gruppo di persone? Se la realtà virtuale sarà, mese dopo mese, sovrapposta ai progetti dedicati alla realtà stessa, quale sarà il suo risultato finale, la sua materia finale? Quando un'opera d'arte sarà finita, pronta per essere esposta e quando sarà considerata non finita? E come si può stare al passo con le aspettative del pubblico, quando il solo fatto di visitare una mostra sarà considerato uno sforzo notevole?
La ricerca di Silvia Hell (1983, Bolzano) si situa in azioni e modi di pensare, istituendo forme di tensione all'interno del metodo, tra l'oggettività convenzionale del referente e modelli originali di presentazione e formalizzazione del Reale. Il lavoro che ne risulta procede attraverso punti di equilibrio e di prova, oscillando agli estremi opposti del pensiero e dei sistemi. I suoi percorsi di approfondimento sono oggetto di una ri-mappatura politica volta a trasmettere uno spettro di valori in un'unica forma estetica con la chiarezza e la semplicità di un'intuizione visiva.
Interessato alla trasformazione del quotidiano e della memoria storica in un'esperienza sinestetica, Domenico Antonio Mancini (1980, Napoli) combina una sofisticata analisi dei media, scelti di volta in volta, alla riflessione su questioni socio-politiche e bio-politiche. Per l'artista la pratica dell'arte risponde sempre all'urgenza di intervenire, individualmente e collettivamente, nella realtà quotidiana. Anche nelle più recenti serie pittoriche legate alla memoria storica di luoghi specifici, la pittura di paesaggio si offre come un'esperienza straniante non solo a livello linguistico.
Gli interventi scultorei di Fabrizio Perghem (Rovereto,1981) innescano processi umani e materici tramite l’attivazione di risorse indigene. Il suo linguaggio sviluppa le capacità ricettive della scultura per raccogliere le energie disperse del quotidiano e del dialettale. Tale pratica ha generato nell’autore una particolare attenzione per ciò che intercorre tra l’esperienza artistica e la sua narrazione. In assenza di opere plastiche, sperimenta il ruolo dell’oralità nell’evoluzione della scultura, nella costruzione e demolizione del suo significato, nella propagazione del suo esistere.
Con una ricerca sviluppatasi inizialmente da un interesse per il medium fotografico e il suo potenziale comunicativo, il lavoro di Sara Ravelli (1993, Crema) trova il suo fondamento nella fascinazione per la carica sentimentale degli oggetti e nell’idea di funzionalità compromessa, traumatizzata. La conseguenza formale di questa tensione tra artefatto ed emotività è diventata un movente per riflettere profondamente sulla nozione di tridimensionalità: partendo da interrogativi legati all’immagine, è approdata a un linguaggio scultoreo.
18
maggio 2020
Summer In
Dal 18 maggio al 31 luglio 2020
arte contemporanea
Location
FUTURDOME
Milano, Via Giovanni Paisiello, 6, (Milano)
Milano, Via Giovanni Paisiello, 6, (Milano)
Biglietti
Su Appuntamento
Orario di apertura
Le date degli incontri tra artisti e professionisti sono: venerdì, 29 maggio; mercoledì, 10
giugno; giovedì, 18 giugno; martedì, 30 giugno; giovedì, 9 luglio; martedì, 21 luglio e
giovedì, 30 luglio.
Ufficio stampa
Lara Facco P&C
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Sponsor