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Museion, il museo d’arte contemporanea di Bolzano, in vista della riapertura, ha lanciato un forte segnale di ripartenza proiettando per cinque sere sulla propria Facciata Mediale il film Point and Counterpoint di Cioni Carpi (che potete vedere nel video qui sotto, dall’inizio al minuto 00.53), in collaborazione con la Cineteca di Milano.
Dallo scorso 5 maggio, inoltre, nel Piccolo Museion CUBO Garutti, la struttura vetrata in una zona della città diversa rispetto al museo, è allestita l’opera di Ingrid Hora (1976, Bolzano), “The Great Leap Forward” (2011), a cura di Frida Carazzato, visibili dall’esterno 24 ore su 24, fino al 15 giugno.
Dal prossimo 29 maggio partiranno anche due nuovi progetti: nelle sale dell’edificio principale di Museion verrà aperta la personale di Karin Sander (1957, Bensberg, Germania) “Scultura” (fino al 20 settembre), a cura di Letizia Ragaglia, e nella Casa Atelier, accanto all’edificio principale, inizierà “Casa Atelier – P.O.V. Point of view Butch-ennial Contemporary Art Group”, un progetto con gli artisti altoatesini Ruediger Witcher, Hannes Vonmetz Schiano, Marco Pietracupa e l’architetto Stefano Peluso (fino al 13 settembre).
La Facciata di Museion si illumina con la proiezione del film Point and Counterpoint di Cioni Carpi
di Erica Roccella
Il Museo d’Arte Contemporanea di Bolzano, in collaborazione con la Cineteca di Milano, torna a imporsi nello spazio urbano con un’opera astratta, ma quanto mai attuale.
Due mesi di distanza sono tanti. Cambia il modo di parlarsi, di immaginarsi, di sentirsi vicini. Si vive di ricordi e ogni giorno è un’altalena tra l’impazienza di tornare alla normalità e la paura che tutto sia diverso. Il segreto – dicono gli esperti – sta in una ripresa graduale, senza fretta, senza lasciarsi intimorire dallo spaesamento iniziale.
E così Museion, il Museo d’Arte Contemporanea di Bolzano, prova a riallacciare il suo rapporto con il mondo tramite una proiezione sulla Facciata Mediale, che è tornata a illuminarsi dal 15 al 21 maggio. È un primo passo, un tentativo di restare uniti anche ora che la situazione è complicata, con le sale chiuse e il bisogno di rompere il silenzio con l’esterno. La pellicola selezionata per il gran ritorno, tra l’altro, non è casuale: è Point and Counterpoint, il film astratto dell’artista Cioni Carpi (Milano 1923-2011) che racconta il dialogo contorto, complicato, intermittente tra un punto e una massa di linee.
Quasi interpretassero il primo incontro tra il singolo e la società post-quarantena, il punto e le linee si stagliano sulla Facciata di Museion, dando vita a uno spettacolo che si inserisce nella mostra “Intermedia. Archivio di nuova Scrittura” (fino al 7 giugno). Il film, in 16 mm, fu realizzato da Carpi nel 1960, in un contesto storico e sociale che ha poco a che vedere con quello odierno; eppure, a distanza di sessant’anni, non sarà difficile empatizzare con la trama, con quella storia di corpi che si rincorrono, sfiniti dalla distanza, confusi, a tratti diffidenti, ma ostinati e incapaci di mollare la presa.
Essenziale, in questo senso, la collaborazione con la Cineteca di Milano, che ha restaurato i film di Carpi e curato la loro diffusione, riportando alla luce animazioni di straordinaria bellezza. È stato proprio il direttore della Cineteca, Matteo Pavesi – insieme alla curatrice Frida Carazzato – ad approfondire il personaggio di Cioni Carpi in una diretta Zoom lo scorso 20 maggio, per raccontare il rapporto dell’artista con la pittura, il cinema, la letteratura e la fotografia.
E allora non ci resta che vincere la nostra diffidenza e ricominciare a pensarci come una società, fatta di linee e di punti che si inseguono.