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Masbedo: ‘video pills’ per l’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen
Opening
di Silvia Conta
Al via oggi, 8 giugno, “Io è un altro”, il progetto dei MASBEDO, a cura di Adriana Rispoli, promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen, che fino al 22 luglio per due volte a settimana, presenterà una serie di 12 “pillole video” realizzate dal duo.
I video saranno diffusi attraverso l’account Instagram dell’Istituzione, e successivamente sul suo account Facebook e sul canale YouTube.
Il progetto “Io è un altro”
«Il progetto nasce dalla volontà espressa dall’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen di contribuire a mantenere aperta la fondamentale relazione che l’arte ha con la vita, utilizzando una modalità comunicativa divenuta strategica in occasione dell’emergenza pandemica», si legge nel comunicato stampa.
“Io è un altro” è «un progetto in divenire dei MASBEDO in epoca di pandemia che riflette attraverso lo strumento del video “in pillole” sull’attuale situazione sociale e psicologica in cui si trova l’individuo nell’affrontare quella che, dopo il totale lockdown in Italia dei mesi di marzo e aprile, è comunemente denominata la Seconda Fase.
Quale è la nostra reazione nell’incontrare l’altro? Come ci sentiamo in un paesaggio nuovamente antropizzato dopo il deserto di questi mesi? La paura e il sospetto potranno lentamente essere superati attraverso la bellezza della vita, dell’arte e della natura? […]
Nonostante la congenita “distanza” di una tecnologica virtuale quali i social network – the medium is the message – l’opera finale sarà una preziosa testimonianza di questo momento sospeso in cui l’arte come sempre, oltre a balsamo dell’anima, abbondantemente dimostrato in questi mesi di isolamento, è soprattutto uno strumento visionario per indagare la realtà», ha proseguito il comunicato stampa.
Adriana Rispoli, curatrice del progetto, ci ha raccontato “Io è un altro“.
Come è nato il progetto “Io è un altro”?
«Durante questo lungo periodo di isolamento anche il mondo dell’arte si è totalmente fermato e purtroppo anche la ripresa sarà lenta e dolorosa e porterà di certo importanti cambiamenti. Moltissimi progetti artistici però sono fioriti grazie all’uso della rete, e gli artisti come anche le istituzioni e gli stessi curatori hanno reagito in modi e con finalità diverse. L’arte trova il suo fondamento nel rapporto con il pubblico, è solo nella relazione, nella comunicazione tra l’arte e il suo fruitore che avviene la magia dell’arte. Per mantenere aperta questa necessità di dialogo, le tecnologie contemporanee hanno offerto una finestra di libertà rendendosi ancor più indispensabili. Sebbene sia io stessa scettica sull’opportunità di spostare l’arte, o anche solo la divulgazione dell’arte su un piano virtuale, il progetto “Io è un altro” dimostra come questi aspetti possano trovare un sodalizio.
All’invito dell’Istituto Italiano di Copenaghen di proporre un progetto artistico sviluppabile in tempi di Covid ho dunque invitato i MASBEDO a concepire un lavoro video direttamente per Instagram condividendone e sfruttandone le intrinseche modalità. Non sarà dunque un video tradizionale ma qualcosa che cresce e si sviluppa nel tempo del progetto, che sposa non solo la tecnologia del social network come strumento di diffusione, ma anche la specificità del tempo. Niente più dei social è infatti sincronico della realtà. Il nostro committente, nel perseguire l’obbiettivo di diffondere la cultura italiana, si è dimostrato molto illuminato nel condividere un progetto che è una sfida per tutti noi e che capita inoltre a seguito della cancellazione del CPH:DOX 17° Copenhagen International Documentary Film Festival a cui i MASBEDO avrebbero dovuto partecipare come unici italiani».
Perchè avete scelto il tema dell’incontro?
«Il tema dell’alterità è da anni alla base del lavoro di Masbedo. In un momento di forzato isolamento il rapporto con l’altro è divenuto ancora più pregnante e per tanto è stato quasi naturale scegliere questo soggetto. La congenita alterità del duo inoltre ha suggerito la struttura, che però resta sempre ambigua mentre il dispositivo dello specchio, simbolo di scoperta dell’altro da sé, farà da fil rouge.
L’incontro, la relazione con l’altro, è quindi una traccia sottesa, “Io è un altro” non sarà una narrazione lineare, ma un insieme di tableau, di aforismi visivi che in futuro potrà trovare un’unità».
Come si svolgerà il progetto nel corso dei mesi?
«A partire dalla seconda settimana di giugno gli artisti concepiranno delle pillole video che nel rispetto di canoni di Instagram avranno la durata di un minuto instaurando un segreto gioco di rimandi tra i due componenti del duo.
Due volte a settimana pubblicheremo i video sul canale Instagram dell’Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen abbracciando così la simultaneità del social network con la realtà in divenire. Solo al termine del progetto potremo tracciare una linea di lettura, riallacciare il filo di un discorso che tuttavia ha già in sé il significato. Per dirla alla McLuhan “The medium is the message”».