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Marepe – Entre o céu e o inverno [Between heaven and winter]
Prima mostra dell’artista brasiliano in Italia, presso Franco Noero New Space
Comunicato stampa
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La mostra raccoglie un’ampia serie di opere che coprono un arco temporale della carriera dell’artista e della sua ricerca espressiva degli ultimi quindici anni, lavori che toccano alcuni dei temi a lui più cari, fino alla sua ricerca più recente. La mostra si trova perciò in perfetta sintonia con la grande retrospettiva dello scorso anno dedicata all’artista dalla Pinacoteca di San Paolo del Brasile, intitolata ‘Estranhamente comum' (Oddly Common), o in Italiano ‘Stranamente Comune’.
La pratica artistica di Marepe è saldamente legata alle sue origini e agli eventi che hanno caratterizzato la quotidianità della sua vita. Vivendo e lavorando nella città di Santo Antônio de Jesus nel Nord del Brasile, la poetica di Marepe è permeata da una ricca mescolanza di tematiche che fanno chiaro riferimento ai tratti tipici del territorio da cui proviene, la regione di Bahia, alla manifattura e ai commerci del luogo, alle tradizioni popolari del Recôncavo Baiano, nonché ai ricordi personali, familiari e d’infanzia, probabilmente alle numerose ore spese nella ferramenta di proprietà del padre o al tempo passato ad osservare l’ingegnosità dei venditori ambulanti di Bahia.
Un elemento fondante e ricorrente nelle opere di Marepe è legato all’appropriazione di oggetti d’uso quotidiano, quelli che appunto sono disponibili nei mercati o nei negozi che vendono cose utili e funzionali, che sistematicamente vengono decontestualizzati, reinventati e assemblati in composizioni che esprimono associazioni del tutto personali e inaspettate, in modo da ridefinire così la loro natura, forma e significato. Sebbene influenzato dalla corrente Dadaista, per Marepe l’utilizzo del ready-made è radicato in ben altre necessità. Di fatto l’artista fa riferimento alle proprie composizioni scultoree definendo gli oggetti che li compongono come necessidades (necessità) piuttosto che ready-mades, cogliendo e sfruttando le caratteristiche che individuano la forte rilevanza sociale ed economica che essi rappresentano per il territorio rurale Brasiliano e, in particolare, per la regione di Bahia. La memoria, le forme, la peculiare semplicità e spontaneità dei materiali e le composizioni cromatiche sono quindi la struttura di base su cui l’artista fa affidamento per concepire le proprie opere. In questo modo Marepe incoraggia una modalità di osservazione e di studio di oggetti a noi familiari che mettono a nudo qualità che di norma sarebbero nascoste o inosservate ai più.
Ed è cosi che i Radiador, semplici radiatori per il funzionamento dei condizionatori, diventano tele nude su cui abbozzare paesaggi, animali e figure riconducibili alla sua infanzia; come in Os très, una grande tela dipinta con colori acrilici che raffigura una scena familiare in cui un ragazzo vestito di tutto punto dai colori accessi, presumibilmente l’artista, è intento a giocare con una piccola automobile in legno. L’aspetto ludico e spensierato dei radiatori è presente anche in Simulador de caminhada, in cui strumenti di norma utilizzati per l’esercizio fisico sono adornati da sfere di vimini, cristalli, bustini e setole di scopa quasi a sfiorare il soffitto, e in Aquecimento Corporal da Seleçåo de Santo Antonio de Jesus, unico video in mostra, in cui una squadra di calcio brasiliana, nell’intento di riscaldarsi per l’inizio di una partita, trasmette un senso di spontaneità e allegria attraverso il canto coreografato degli atleti.
In Abrigo, letteralmente ‘rifugio’ in portoghese, una rete a doghe in legno fa da base per una costruzione precaria composta da cuscini per sdraio, una sovra copertura per tetti in eternit, una coperta foderata di alluminio e quattro brocche in argilla coronate da cappelli di paglia comunemente usati nelle regioni del Tropico per proteggersi dal torrido sole. La struttura, se pur a prima vista piacevole, è un diretto riferimento dell’artista allo stato di crisi dei migliaia di senzatetto nelle principali metropoli Brasiliane.
In Carro de Bandeirolas un’automobile giocattolo in legno replica le dimensioni di una vettura reale. La tradizionale carrozzeria in acciaio è in questo caso sostituita da una moltitudine di bandierine colorate in alluminio raffiguranti la moneta nazionale del Brasile, il real. Il legno è anche l’elemento principale di As Cabras -opera composta da due sculture dai tratti elementari come quelli di un disegno di un bambino- raffiguranti due capre chiaramente sproporzionate rispetto alla loro reale stazza. Le due sculture sono contemporaneamente un riferimento preciso e un’esaltazione dell’importanza sociale ed economica che questa specie ricopre nel nord-est del Brasile e un’allusione alla produzione artigianale e in numero esiguo degli arredamenti modernisti in Brasile tra gli anni ’50 e gli anni ’70.
Concha Acústica è l’installazione posta nello spazio centrale della galleria ed è costituita da otto elementi che appaiono come delle casse acustiche o custodie di strumenti composti con elementi improvvisati, grandi catini di plastica accoppiati e poggiati su sgabelli in legno sistemati a cerchio, un’allusione forse ad un’orchestra da camera o ad una banda. I colori, le forme e la composizione richiamano uno dei luoghi più evocativi e storici della città di Salvador di Bahia, la famosa Concha Acústica del Teatro Castro Alves, centro culturale con più di 50 anni di attività e molto caro all’artista. Concha Acústica riporta anche ad uno dei lavori più emblematici di Marepe, Cabeça Acústica (1996), una vera e propria ‘testa acustica’ composta da due elementi concavi in metallo zincato che fungono da involucro e una fessura in cui lo spettatore è invitato a inserire la testa. L’osservatore, inserendo la testa all’interno dello strumento, attiva l’oggetto performativo isolandosi da tutti i suoni esterni e divenendo così tutt’uno con l’opera d’arte stessa.
La pratica artistica di Marepe è saldamente legata alle sue origini e agli eventi che hanno caratterizzato la quotidianità della sua vita. Vivendo e lavorando nella città di Santo Antônio de Jesus nel Nord del Brasile, la poetica di Marepe è permeata da una ricca mescolanza di tematiche che fanno chiaro riferimento ai tratti tipici del territorio da cui proviene, la regione di Bahia, alla manifattura e ai commerci del luogo, alle tradizioni popolari del Recôncavo Baiano, nonché ai ricordi personali, familiari e d’infanzia, probabilmente alle numerose ore spese nella ferramenta di proprietà del padre o al tempo passato ad osservare l’ingegnosità dei venditori ambulanti di Bahia.
Un elemento fondante e ricorrente nelle opere di Marepe è legato all’appropriazione di oggetti d’uso quotidiano, quelli che appunto sono disponibili nei mercati o nei negozi che vendono cose utili e funzionali, che sistematicamente vengono decontestualizzati, reinventati e assemblati in composizioni che esprimono associazioni del tutto personali e inaspettate, in modo da ridefinire così la loro natura, forma e significato. Sebbene influenzato dalla corrente Dadaista, per Marepe l’utilizzo del ready-made è radicato in ben altre necessità. Di fatto l’artista fa riferimento alle proprie composizioni scultoree definendo gli oggetti che li compongono come necessidades (necessità) piuttosto che ready-mades, cogliendo e sfruttando le caratteristiche che individuano la forte rilevanza sociale ed economica che essi rappresentano per il territorio rurale Brasiliano e, in particolare, per la regione di Bahia. La memoria, le forme, la peculiare semplicità e spontaneità dei materiali e le composizioni cromatiche sono quindi la struttura di base su cui l’artista fa affidamento per concepire le proprie opere. In questo modo Marepe incoraggia una modalità di osservazione e di studio di oggetti a noi familiari che mettono a nudo qualità che di norma sarebbero nascoste o inosservate ai più.
Ed è cosi che i Radiador, semplici radiatori per il funzionamento dei condizionatori, diventano tele nude su cui abbozzare paesaggi, animali e figure riconducibili alla sua infanzia; come in Os très, una grande tela dipinta con colori acrilici che raffigura una scena familiare in cui un ragazzo vestito di tutto punto dai colori accessi, presumibilmente l’artista, è intento a giocare con una piccola automobile in legno. L’aspetto ludico e spensierato dei radiatori è presente anche in Simulador de caminhada, in cui strumenti di norma utilizzati per l’esercizio fisico sono adornati da sfere di vimini, cristalli, bustini e setole di scopa quasi a sfiorare il soffitto, e in Aquecimento Corporal da Seleçåo de Santo Antonio de Jesus, unico video in mostra, in cui una squadra di calcio brasiliana, nell’intento di riscaldarsi per l’inizio di una partita, trasmette un senso di spontaneità e allegria attraverso il canto coreografato degli atleti.
In Abrigo, letteralmente ‘rifugio’ in portoghese, una rete a doghe in legno fa da base per una costruzione precaria composta da cuscini per sdraio, una sovra copertura per tetti in eternit, una coperta foderata di alluminio e quattro brocche in argilla coronate da cappelli di paglia comunemente usati nelle regioni del Tropico per proteggersi dal torrido sole. La struttura, se pur a prima vista piacevole, è un diretto riferimento dell’artista allo stato di crisi dei migliaia di senzatetto nelle principali metropoli Brasiliane.
In Carro de Bandeirolas un’automobile giocattolo in legno replica le dimensioni di una vettura reale. La tradizionale carrozzeria in acciaio è in questo caso sostituita da una moltitudine di bandierine colorate in alluminio raffiguranti la moneta nazionale del Brasile, il real. Il legno è anche l’elemento principale di As Cabras -opera composta da due sculture dai tratti elementari come quelli di un disegno di un bambino- raffiguranti due capre chiaramente sproporzionate rispetto alla loro reale stazza. Le due sculture sono contemporaneamente un riferimento preciso e un’esaltazione dell’importanza sociale ed economica che questa specie ricopre nel nord-est del Brasile e un’allusione alla produzione artigianale e in numero esiguo degli arredamenti modernisti in Brasile tra gli anni ’50 e gli anni ’70.
Concha Acústica è l’installazione posta nello spazio centrale della galleria ed è costituita da otto elementi che appaiono come delle casse acustiche o custodie di strumenti composti con elementi improvvisati, grandi catini di plastica accoppiati e poggiati su sgabelli in legno sistemati a cerchio, un’allusione forse ad un’orchestra da camera o ad una banda. I colori, le forme e la composizione richiamano uno dei luoghi più evocativi e storici della città di Salvador di Bahia, la famosa Concha Acústica del Teatro Castro Alves, centro culturale con più di 50 anni di attività e molto caro all’artista. Concha Acústica riporta anche ad uno dei lavori più emblematici di Marepe, Cabeça Acústica (1996), una vera e propria ‘testa acustica’ composta da due elementi concavi in metallo zincato che fungono da involucro e una fessura in cui lo spettatore è invitato a inserire la testa. L’osservatore, inserendo la testa all’interno dello strumento, attiva l’oggetto performativo isolandosi da tutti i suoni esterni e divenendo così tutt’uno con l’opera d’arte stessa.
16
giugno 2020
Marepe – Entre o céu e o inverno [Between heaven and winter]
Dal 16 giugno al 05 settembre 2020
arte contemporanea
Location
GALLERIA FRANCO NOERO NEW SPACE
Torino, Via Mottalciata, 10b, (Torino)
Torino, Via Mottalciata, 10b, (Torino)
Vernissage
16 Giugno 2020, h 14
Sito web
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