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Continua a delinearsi il futuro dell’archivio Alinari che, il 14 gennaio 2020, era stato acquisito dalla Regione Toscana. Come avevamo anticipato, è stata infatti appena istituita la FAF – Fondazione Alinari per la Fotografia, che si occuperà della conservazione, della valorizzazione e della promozione dell’insieme dei beni fisici e digitali della preziosa collezione messa insieme dalla famiglia di Firenze, preservandone il valore storico e culturale e l’integrità fisica e promuovendone le migliori condizioni di conoscenza. Un compito non semplice ma sicuramente stimolante, contando che si tratta di una collezione che comprende circa cinque milioni di pezzi dall’inestimabile valore documentario e anche artistico, tra album fotografici, apparecchiature, riviste e cataloghi.
Il ruolo decisivo della Regione Toscana, nella creazione della Fondazione Alinari
A firmare l’atto, ieri pomeriggio, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, a Palazzo Sacrati Strozzi, sede della Giunta. Ad amministrare la Fondazione, per i prossimi tre mesi almeno, Claudio Rosati, già responsabile del settore regionale musei. Sarà prevista la nomina di un direttore, individuato attraverso selezione pubblica mediante procedura comparativa e nominato dal Consiglio di amministrazione. Le cariche di Presidente, di membro del Consiglio di Amministrazione, di componente dell’Assemblea, del Comitato scientifico non sono remunerate.
«Da oggi parte un nuovo capitolo di una grande storia. È un’operazione di politica culturale tra le più importanti nel corso degli ultimi cinque anni. Non esistono Fondazioni come questa, molti altri depositi sono stati smembrati, venduti e non sufficientemente valorizzati. Quello che abbiamo concretizzato oggi è un esempio di politica culturale moderna, seria, profonda, di cui potranno usufruire tutti i cittadini, e non solo della nostra regione e del nostro Paese», ha commentato Rossi.
A seguito della chiusura della sede in Largo Alinari 15, infatti, il pericolo concreto era di lasciare le opere chiuse in un deposito per chissà quanto tempo. Ma la Regione si mosse rapidamente e, dopo il divieto di esportazione apposto dal Mibact, presentò l’offerta di acquisto: 15 milioni di euro il costo complessivo dell’operazione. Una cifra tutto sommato esigua, rispetto al valore delle 48532 fotografie vintage, dei 473267 negativi su lastra di vetro, del milione e mezzo di negativi su pellicola b/n, dei 24762 libri e riviste di fotografia, delle 400 apparecchiature fotografiche e obiettivi, dei 125 fondi di archivio acquisiti dagli Alinari nel corso del Novecento e contenenti materiale fotografico datato dal 1860 a oggi. La Regione ha assicurato alla Fondazione un fondo di dotazione di 50mila euro e un fondo di gestione di 600mila euro per l’annualità 2021 e di ulteriori 600mila euro per il 2022.
«Sono sicuro che questa iniziativa assumerà un grande valore anche sotto il profilo economico, che fra alcuni anni sarà molto più elevato rispetto a quello attuale. Per la Toscana è indubbiamente un investimento tra i più significativi», ha continuato Rossi.
Il nuovo museo della fotografia a Villa Fabbricotti
La nuova Fondazione gestirà quindi il museo di prossima apertura negli spazi di Villa Fabbricotti, immobile di proprietà della Regione, in via Vittorio Emanuele II, a Firenze.
«La costituzione della Fondazione Alinari per la Fotografia è un’ulteriore tappa del percorso complesso, che ha portato all’acquisizione del patrimonio Alinari, dei marchi e delle licenze, obiettivi che abbiamo convintamente e speditamente raggiunto grazie alla competenza e alla dedizione della Direzione e agli uffici dell’assessorato alla cultura, a cui va oggi il mio ringraziamento. Siamo adesso pronti a dare nuova vita a un patrimonio fotografico di incredibile valore, sul piano storico e culturale, non solo a livello regionale e nazionale, ma internazionale e a ricostituire, attraverso la Fondazione, un gruppo di studiosi ed esperti che potranno curarlo e valorizzarlo», ha specificato Monica Barni, vicepresidente e assessora alla cultura.
Attraverso la costituzione di un Museo della fotografia, la Fondazione si occuperà di amministrare il patrimonio documentario, che comprende la biblioteca e l’archivio cartaceo, i materiali, le attrezzature e la strumentazione tecnica, ivi inclusa la stamperia d’arte, l’archivio digitale, con relative banche dati, i sistemi di gestione e di stoccaggio, i marchi e i diritti d’uso delle immagini riprodotte in numerosi formati. La sede provvisoria della Fondazione è collocata presso gli uffici regionali di via Farini a Firenze, in attesa dei lavori che devono iniziare per il recupero e l’adeguamento di Villa Fabbricotti, destinata ad ospitare sede della Fondazione e Museo.