25 luglio 2020

La Francia vuole restituire i reperti trafugati durante il colonialismo

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Il governo ha proposto una legge che permetterà alla Francia di restituire, ai Paesi di provenienza, i reperti trafugati durante il colonialismo

La spada di Omar Saïdou Tall restituita al presidente senegalese Macky Sall

La scorsa settimana, in Francia, è stata presentata al governo la prima bozza di una legge che potrebbe risolvere il problema della restituzione dei reperti trafugati dai Paesi africani, durante il colonialismo. Già nel 2017, infatti, il presidente Emmanuel Macron aveva promesso di impegnarsi a restituire gli artefatti che erano entrati illegalmente a far parte delle collezioni francesi. Sfortunatamente però lo stato francese riconosce ai musei l’inalienabilità dei propri beni e ciò ha fino a ora impedito il mantenimento di questa promessa. La legge che è stata da poco presentata, di conseguenza, ambisce a una sospensione temporanea di questa condizione, forse per un anno, così che i beni trafugati possano essere individuati e rimpatriati.

La collocazione dei reperti trafugati

Negli ultimi anni, moltissimi reperti presenti tra varie collezioni del territorio francese sono stati identificati come trafugati durante il colonialismo. È certo, per esempio, che la Francia sia in possesso di 27 opere trasportate illecitamente dalla Repubblica del Benin e dal Senegal. Un report pubblicato nel 2018 dagli accademici Bénédicte Savoy e Felwine Sarr ha sottolineato poi la presenza di oltre 90mila opere saccheggiate dai territori dell’africa sub-sahariana e importate illegalmente in Francia. Da questo report emerge inoltre che la maggior parte di questi reperti siano ora contenuti all’interno del Musee du Quai Branly, situato a Parigi. Risulta inoltre che il museo detenga al suo interno anche 26 statue provenienti dal palazzo reale di Abomey. Queste furono sottratte nel 1892 e si auspica potranno ora ritornare nella Repubblica del Benin.

Musee du Quai Branly

Con questa legge la Francia si impegna quindi a restituire i reperti e a far si che questi possano essere legalmente conservati – e magari esposti – nei Paesi d’origine. È questo infatti il caso della spada di Omar Saïdou Tall, sottratta durante la metà dell’Ottocento al leader musulmano che combattè contro le truppe francesi. Questa spada è diventata nell’ultimo anno il simbolo dell’impegno francese per la restituzione dei reperti trafugati, motivo per cui fu donata al presidente del Senegal. Oggi il reperto si trova perciò all’interno dello Stato africano ed è esposto al Museum of Black Civilizations. Proprio a causa dell’inalienabilità del patrimonio francese, il Senegal non può però ancora detenerne legalmente la proprietà. Paradossi delal giurisprudenza, dovuti a storture della storia.

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