-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Circa un mese fa vi abbiamo annunciato che James Murdoch, figlio del magnate dei media Rupert, avesse puntato gli occhi su Art Basel e intendesse rilevare una parte delle azioni dell’MCH Group. Ebbene, sembra che lo scorso 3 agosto l’assemblea generale abbia accettato la sua offerta: Lupa Systems, la società di investimento di Murdoch, inietterà 74,5 milioni di franchi svizzeri (circa 80 milioni di dollari) in MCH.
Così, mentre la filiera degli eventi affronta continue evoluzioni, MCH Group trova nel giovane Murdoch la propria ancora di salvezza: Lupa Systems controllerà almeno un terzo della società, ma, secondo MCH, potrebbe arrivare presto al 49% del totale. E non è tutto: il consiglio ha approvato anche due aumenti di capitale per un totale di 104,5 milioni di franchi svizzeri (circa 114 milioni di dollari). «Le misure approvate sono passi cruciali per il rafforzamento della posizione finanziaria di MCH Group, la società madre di Art Basel», dichiara ad Artnet News il direttore globale di Art Basel, Marc Spiegler. «In un momento in cui l’intero settore fieristico si trova ad affrontare le enormi sfide causate dalla pandemia COVID-19, si tratta di uno sviluppo molto positivo».
E pensare che, al tempo dell’annuncio, la possibilità di questo investimento macroscopico aveva scatenato qualche polemica: che il legame con la società del padre, la News Corp (a capo di alcune delle testate più influenti al mondo, come il Wall Street Journal e il Times), potesse non rappresentare un punto a favore? Ed ecco che, con un tempismo straordinario, James ha annunciato il suo allontanamento dal consiglio di amministrazione e dalle posizioni conservatrici del padre. «Le mie dimissioni», ha chiarito, «sono dovute a divergenze su alcuni contenuti editoriali pubblicati dalle testate dell’azienda e su altre scelte strategiche». Non che la dipartita sia stata un fulmine a ciel sereno, in realtà: già a gennaio, in un comunicato scritto con la moglie Kathryn, il quarantasettenne James Murdoch si era opposto alla condotta di News Corp e dei suoi media, che negavano un collegamento tra gli incendi in Australia e il riscaldamento globale. E il padre Rupert e il fratello Lachlan, d’altronde, non hanno fatto altro che augurargli buona fortuna, a ulteriore riprova di una rottura già annunciata.
Ma torniamo alle vicende di MCH Group. Come previsto, Jeff Palker, socio amministratore e consigliere generale di Lupa Systems, ed Eleni Lionaki, partner di Lupa Systems, sono stati eletti membri del consiglio di amministrazione insieme a Murdoch. E così, con più del 70% degli azionisti favorevoli alle nuove proposte, Art Basel si appresta ad affrontare le tempeste dei prossimi mesi in acque meno agitate, per far fronte in ogni modo agli stravolgimenti e alle perdite milionarie dell’ultimo periodo.